2023-02-08
Intelligence di Kiev in allarme: «In arrivo altri 500.000 russi»
La Germania promette 50 Leopard 1. Giallo sulle dimissioni del ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov.L’Ucraina si prepara a fronteggiare una grossa onda d’urto che arriverà dalla Russia. Da tempo l’intelligence ucraina sta dando per certo che dopo il 15 febbraio Mosca attaccherà su larga scala e si aspetta che la Russia chiami a combattere fino a mezzo milione di soldati in più nei prossimi mesi. «Mosca mobiliterà 300-500.000 persone per compiere le operazioni offensive nel Sud e nell’Est dell’Ucraina nella primavera e estate prossime», ha dichiarato Vadym Skibitskyi, vice capo dell’intelligence della Difesa ucraina. «I 500.000 si sommano ai 300.000 richiamati a ottobre. Questo dimostra che il Cremlino di Putin non intende in alcun modo mettere fine alla guerra. L’offensiva di Mosca può colpire le regioni di Donetsk e Luhansk e forse quella di Zaporizhzhia. Le truppe russe resteranno in difesa nelle regioni di Kherson e in Crimea», è l’analisi successiva, condivisa anche dai servizi inglesi e Usa. Nella certezza che una nuova fase stia per iniziare, Zelensky ha annunciato che nominerà «funzionari con esperienza militare» per assegnarli a varie regioni di confine del Paese e al fronte con la Russia. Come si ricorderà, dozzine di alti funzionari della sua amministrazione erano stati «licenziati» sulla scia di diversi scandali di corruzione. Ieri Zelensky in persona ha chiesto un immediato stop alle «voci o a qualsiasi tipo di pseudo-informazione» che possono minare l’unità nella guerra contro la Russia. Le sue parole sarebbero dirette a zittire le voci che si rincorrono da giorni sul destino del ministro della Difesa Oleksii Reznikov, ovvero sulla sua possibile sostituzione che tuttavia non è ancora avvenuta. Zelensky sembra quindi sottolineare che l’annuncio di una decisione a riguardo spetta soltanto al presidente. Reznikov aveva scritto un messaggio che sembrava un’anticipazione delle sue dimissioni. La Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, ha nominato invece Igor Klymenko alla carica di ministro dell’Interno. Klymenko guidava già ad interim il dicastero dopo la morte di Denis Monastyrskyi, lo scorso 18 gennaio, in un incidente aereo. Che una nuova fase della guerra stia per cominciare lo conferma anche il comandante ceceno Ramzan Kadyrov, che prevede la fine dell’operazione speciale nel 2023. La guerra in Ucraina «terminerà entro la fine dell’anno, l’Occidente si inginocchierà e gli Stati europei si pentiranno per le loro politiche e torneranno a cooperare con la Russia», ha detto. Secondo il ministero della Difesa britannico, però, la Russia non dispone quasi certamente delle munizioni e delle unità di manovra necessarie per un’offensiva di successo. Il bisogno dell’Ucraina di affrontare la nuova minaccia ha fatto tornare il viceministro degli Esteri ucraino, Andrij Melnyk, a fare pressione su Berlino per ottenere i caccia proprio mentre a sorpresa, a Kiev, è arrivato il nuovo ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. «Il primo Leopard 2 è arrivato a Kiev», ha annunciato il ministro Reznikov, facendosi fotografare insieme al collega con un modellino del carro armato tedesco tra le mani. Berlino - che di Leopard 2 ne ha promessi 14 - ha annunciato, insieme a Olanda e Danimarca, che nei prossimi mesi arriveranno a Kiev almeno 100 Leopard 1. L’Ucraina continua a premere per le armi dell’Occidente, dunque, ma non esclude di colpire obiettivi sul territorio russo con armi di propria fabbricazione. «Abbiamo armi del genere? Sì, ne abbiamo», ha detto il segretario del Consiglio per la difesa nazionale, Oleksij Danilov. Il campo conferma le analisi: l’esercito russo sta concentrando gli sforzi ad Est. L’offensiva russa prosegue nel Donetsk, nelle aree di Ugledar e Bakhmut e nella zona di Siversk, fondamentale per la liberazione di Krasny Lyman. Mosca accusa Kiev di intimidire i cittadini delle regioni ucraine annesse dalla Russia, bombardando aree residenziali e ospedali. Indiscrezioni, infine, vogliono che il presidente Usa Biden abbia intenzione di recarsi in Polonia in occasione dell’anniversario dell’invasione russa.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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