2025-02-20
Intanto Mr.Expo rivuole i cantieri
Il Salva Milano langue in Parlamento: c’è tempo fino al 5 marzo per gli emendamenti. Il centrodestra aspetta il Pd. Primo cittadino furibondo: «Mercato immobiliare fermo».Più che Salva Milano, è pantano Milano. A distanza di ormai quasi tre mesi dall’approvazione del ddl alla Camera, i tempi per il via libera definitivo al Senato del provvedimento che dovrebbe sbloccare l’urbanistica milanese (e salvare dalle inchieste e processi dirigenti comunali e costruttori) si allungano.Ieri la commissione Ambiente di palazzo Madama ha fissato per le 12 di mercoledì 5 marzo il termine per la presentazione degli emendamenti. Potrebbe passare ancora molto tempo prima dell’approvazione finale, con il rischio che alla fine il provvedimento venga modificato, proprio quello che il sindaco di Milano, Beppe Sala, aveva chiesto al Partito democratico di evitare. Con tutta probabilità si arriverà all’11 aprile, data importante perché inizierà il primo processo delle inchieste avviate in questi anni sul fronte urbanistico. In tribunale a Milano compariranno gli 8 rinviati a giudizio per la Torre Milano di via Stresa, 24 piani realizzati tramite Scia (denuncia di inizio attività) invece che con un permesso per costruire: gli avvocati potrebbero chiedere come testimone lo stesso sindaco Sala.Nel frattempo, il centrodestra (che ieri si è radunato palazzo Madama), aspetta di capire le mosse dei dem, divisi tra chi vorrebbe venire in aiuto del primo cittadino milanese e chi, invece, ritiene il Salva Milan un condono vero e proprio, che potrebbe avere anche un impatto devastante a livello ambientale in tutta Italia. Bisognerà vedere quali emendamenti saranno presentati soprattutto da parte dei dem di Elly Schlein. «Se la presentazione degli emendamenti vuol dire un ulteriore rinvio indefinito, è chiaro che è un problema», spiegava appunto il sindaco Sala commentando l’avvio, il prossimo 6 marzo, della discussione in Senato con il rischio di ritornare, poi, di nuovo a Montecitorio. «Non so quali saranno le intenzioni» del Pd, «credo che la mia parte l’ho fatta tutta fino in fondo per cercare di spiegare il perché è importante per noi avere un parere, non posso fare di più», ha aggiunto. Del resto, anche Sala vuole prima vedere se il Pd presenterà degli emendamenti e quali. Anche perché «è passato più di un anno da quando si è iniziato a parlare di questo tema», ha aggiunto, «per giudicare un tema del genere un anno penso sia veramente tanto. Molto del danno è stato fatto e il mercato immobiliare è fermo».Di sicuro, gli alleati del Pd continuano a bombardare il provvedimento. In questi giorni a Milano si moltiplicano eventi per discutere di Salva Milano: anche ieri al quartiere Corvetto il verde Carlo Monguzzi ha partecipato a un incontro dove ci si domandava se il ddl fosse la soluzione giusta o rischiasse di creare un pericoloso precedente. D’altra parte, anche gli stessi giuristi ascoltati in commissione Ambiente hanno fatto notare come ci sia «motivo di credere che il ddl si presti a essere censurato in relazione ai principi finora affermati dalla giurisprudenza della Corte costituzionale in tema di leggi di interpretazioni autentica», ha spiegato Alberto Roccella, docente di legislazione dei beni culturali e di diritto urbanistico alla Statale di Milano. Mentre un assist al provvedimento arriva dalla Ragioneria di Stato, secondo cui il ddl non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Perché, «il possibile maggior ricorso a titoli abilitativi edilizi semplificati, in particolare alla Scia al permesso di costruire, non determina, in generale, la corresponsione di minori oneri di urbanizzazione», posto che anche gli interventi effettuati con Scia alternativa «siano soggetti al pagamento del contributo di costruzione».
Ursula von der Leyen (Ansa)