Le donne sono completamente diverse degli uomini e gli uomini sono completamente diversi delle donne. Su quell’ammasso di conformismo becero e pensiero politicamente corretto, cioè non pensiero, che è Wikipedia, sulla pagina a me dedicata è scritto che nego l’uguaglianza tra uomo e donna. Solo un idiota può pensare che maschio e femmina siano uguali e intercambiabili. Il periodo più lungo di permanenza della creatura umana sul pianeta è il paleolitico. Nel paleolitico l’unica maniera che i maschi avevano per sopravvivere era la caccia, grazie alla quale si procuravano cibo, e la guerra, grazie alla quale evitavano di diventare cibo di altre tribù. Per cacciare e combattere occorrono coraggio, forza e aggressività. Sia che si vada a discutere con la tigre dai denti a sciabola sia che si vada a discutere con i cannibali della tribù nemica, è meglio essere in gruppo. Altra caratteristica maschile è la capacità di fare gruppo, di fare squadra. Sono caratteristiche maschili quindi la forza, il coraggio, l’aggressività, il cameratismo. E poi c’è una quinta caratteristica: l’istinto di protezione, grazie al quale il maschio cacciatore cedeva parte delle sue prede a coloro che non cacciano, e grazie al quale il maschio guerriero proteggeva anche coloro che non erano in grado di difendersi da soli. Se i maschi non avessero queste caratteristiche non saremmo sopravvissuti al paleolitico. Il paleolitico dura due milioni e mezzo di anni, tutto quello che viene dopo dura diecimila anni. Il periodo successivo al paleolitico non è abbastanza lungo perché ci siano state trasformazioni importanti del cervello. Noi abbiamo un cervello preistorico.
Nel paleolitico l’unica maniera che avevano le donne per sopravvivere era affascinare un maschio cacciatore, così che lui le cedesse una parte della sua preda e la proteggesse dai cannibali della tribù nemica. Il fascino è creato dalla bellezza, certo, dalla seduzione fisica, ma anche dalla dolcezza, dal sorriso, dalla promessa di essere consolato. Tra le donne non c’è cameratismo, noi siamo in competizione per chi è la più bella del reame. Il desiderio di essere bella è istintivo, appartiene a tutte le donne di tutte le culture. Non è uno stereotipo. Un maschio che sprechi tempo sulla bellezza è fuori tema. Quello che invece è uno stereotipo è cosa nelle varie culture viene considerato sexy. Le società disfunzionali trovano sexy caratteristiche antifisiologiche, basate sulla malattia, che creano dolore.
Cenerentola è una fiaba arrivata dalla Cina, dove si è formata nel IX secolo dopo Cristo, quando cominciò a diffondersi la tragica pratica di fasciare i piedi alle bambine. Quando la bimba aveva due o tre anni, la mamma con un sasso o un martello spaccava le 5 ossa metatarsali e poi piegava il piedino in due così che le fratture si scomponessero, e poi fasciava strettamente perché il piedino restasse deforme. E dolente. Il piede di una donna adulta non doveva essere più lungo di 8 centimetri. Nella fiaba le scarpine sono di cristallo, trasparente: sarai giudicata dai tuoi piedi. Cenerentola conquista il principe grazie ai suoi piedi piccoli, tragicamente deformi, che venivano trovati sexy. A noi sembra folle, ma gli uomini cinesi trovavano affascinanti questi orrendi piedi malati. In Birmania il fascino era costituito da anelli che ingabbiavano il collo, le cosiddette donne giraffa. Gli anelli sono fusi, non è possibile toglierli. Vengono messi con dolore. Chi ha più anelli è più bella. Non ci può grattare, un banale pidocchio sotto gli anelli diventa una tortura. Gli anelli diventano incandescenti sotto il sole delle risaie. Se c’è una tumefazione della tiroide o di un linfonodo si può soffocare. Gli anelli non si possono togliere perché la muscolatura del collo resa ipotrofica dal non uso, non è in grado di reggere la testa. L’uso degli anelli è stato rilanciato dal turismo. Più fortunate le donne elefante, che gli anelli li portano alla caviglia. Almeno non muoiono soffocate se c’è un edema. Nell’Etiopia meridionale la antifisiologica bellezza, la deformità trovata sexy è un disco di creta inserito nel labbro inferiore deformato progressivamente. Tanto più grande è il piatto, tanto più grande è il fascino. Basta un piccolo trauma che il labbro di rompe, il disco cade e la donna resta con due pezzi di labbro penzolanti.
A noi sembra folle trovare bella una donna con il piatto nel labbro, e appartenenti ad altre culture trovano folle che noi troviamo sexy il tacco 12, che danneggia piedi e colonna, una magrezza patologica che impedisce le mestruazioni, o il trucco. L’antifisiologia è stereotipo. La bellezza della donna in Occidente è anche da noi antifisiologica. Il tacco 12 è antifisiologico. I nostri cosmetici piacciono perché è stato creato e istillato il concetto che i colori sulla faccia siano piacevoli. Le donne sono spinte a diventare dipendenti da trucco, che è appunto un trucco. Il trucco sembra normale e bello a noi, esattamente come i piedi fasciati sembravano belli ai cinesi. Ai non appartenenti alla civiltà occidentale il trucco sembra orrendo e incomprensibile. Il trucco danneggia e uccide attraverso il meccanismo dell’intossicazione cronica, che è difficile da capire. Se dopo aver mangiato il fungo amanita falloide una persona muore, tutti capiscono che quel fungo è velenoso. Le persone si truccano per anni oppure fumano per anni prima di avere danni. Non è facile mettere a fuoco il problema. Sia in epoca romana che rinascimentale le donne hanno schiarito la loro pelle con la biacca, che è a base di piombo. Gli scheletri femminili rinvenuti a Pompei hanno micidiali segni dell’intossicazione di piombo. Le donne si ammalavano, e nessuno capiva il motivo. Il primo segno dell’avvelenamento è una pelle orrenda, quindi le donne aumentavano la biacca. Le malattie degenerative e le malattie oncologiche stanno aumentando tra le donne, eppure noi siamo esposte meno degli uomini a lavori inquinanti.
Ho deciso di non truccarmi al quarto anno di medicina, durante le lezioni di farmacologia. La farmaco sorveglianza necessaria per le pomate non è meno attenta di quella necessaria per i farmaci somministrati per bocca o per iniezione, e soprattutto riguarda anche gli additivi. Niente del genere è fatto per i cosmetici. Periodicamente qualcuno ci informa che nel suo cosmetico non c’è più la tale sostanza, per esempio i parabeni, pericolosa e cancerogena. Quindi prima c’era? E chi ci garantisce che quello che c’è ora non sarà dichiarato cancerogeno tra due anni? Tra le sostanze pericolose ci sono i parabeni (methylparaben, propylparaben, butylparaben, ethylparaben), composti etossilati (laureth-4, lautreth-7 o polimeri di glicole etilenico noti come PEG), cessori di formaldeide (imidazolidinil urea, quaternium 15 e DMDM idantoina), etanolammine e loro derivati (trietanolamina e diazolidinilurea), composti tert-butilici, biossido di titanio, cyclopentasiloxane. Le sostanze liposolubili sono assorbite: chi ha seguito il caso Sinner risultato positivo al doping per una pomata dovrebbe avere chiaro il fenomeno. Una parte di quello che è su pelle e capelli finisce nel fegato e nel cervello. Allegato all’ultimo numero del periodico Il salvagente, c’è un inquietante libricino che riguarda i cosmetici. Tutto quello che c’è scritto è sicuramente approssimato per difetto. Manca tutto quello che non è ancora stato studiato, mancano le sottomarche vendute per pochi centesimi. I cosmetici sono inquinanti per i pianeta. Scusate, ma chi ce lo fa fare? Quanto spende una donna media in cosmetici? Lancio la moda di non truccarsi. Non bisogna truccarsi. Possiamo lavarci la faccia con l’acqua fredda quando siamo stanche. Risparmiamo tempo, denaro, energia e autostima. Quando andiamo a letto la sera con il nostro uomo gli presentiamo la stessa faccia struccata che abbiamo sempre. Non ho bisogno di un trucco per affrontare il mondo.





