2024-08-19
«Indagheremo anche sui danni dei vaccini»
Lucio Malan, membro della Commissione sul Covid: «L’opposizione teme la verità. Bisogna chiedersi se le restrizioni della libertà servivano davvero a combattere la pandemia. Audire Draghi e Conte? Perché no».Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato e membro della neonata Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione della pandemia da Covid. Quando sono usciti i nomi dei componenti, tutti hanno puntato il dito contro di lei, accusato di strizzare l’occhio ai no vax. Si sente forse «osservato speciale»?«Le commissioni parlamentari hanno un grande pregio: ci sono dentro i rappresentanti di tutti i partiti. La mia legittimità deriva dalla Costituzione, e non dall’autorizzazione dei maestri del pensiero unico».L’opposizione ha fatto ostruzionismo in partenza, rifiutandosi fino all’ultimo di nominare i membri della Commissione. Se questo è l’inizio, finirà tutto nelle sabbie mobili?«Per la prima volta nella storia della Repubblica c’è stato ostruzionismo addirittura sulla formazione di una Commissione di inchiesta. Lo ritengo gravissimo. Questo atteggiamento fa il paio con la totale mancanza di trasparenza nella gestione pandemica: si sono sempre rifiutati di rispondere alle mie interrogazioni, hanno adoperato strumenti anomali e costituzionalmente discutibili, come i dpcm. Ho chiesto più volte di applicare la legge sulla trasparenza, perlomeno sulle spese fatte con i soldi dei contribuenti. Mi hanno sempre chiuso la porta in faccia. Anche quei grillini che sulla storia della trasparenza hanno costruito una carriera, hanno fatto finta di non sentire. Proprio loro, che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno».Come se la spiega questa resistenza dell’opposizione?«L’ostruzionismo indica che hanno paura della verità. E che forse non sono affatto sicuri della correttezza di certi provvedimenti adottati durante la pandemia. Se qualcuno ha coscienza di aver gestito male l’emergenza, sarà interessante scoprirlo. Certo è che i risultati concreti di quella gestione sono stati pessimi: l’Italia ha subito le peggiori restrizioni dei diritti costituzionali, ma è stato tra i Paesi con maggiore mortalità da Covid, gravato dai più pesanti contraccolpi economici rispetto agli altri Stati».Ma non si rischia solo di allestire un grande teatrino politico, montando una Santa Inquisizione contro i governi precedenti?«Chiariamo: le commissioni di inchiesta servono ad indagare, non a condannare questo o quello. Per esempio, la recente istituzione dell’indagine parlamentare sulla vicenda di Emanuela Orlandi non ha l’obiettivo di colpire nessuno, ma semplicemente contribuisce a fare chiarezza. La Commissione sul Covid ha lo stesso scopo: ricostruire la verità dei fatti, accertare eventuali errori onde evitare di ripeterli in futuro, far emergere eventuali responsabilità. Durante l’epidemia non c’era tempo per riflettere: ma adesso, dopo l’emergenza, occorre la trasparenza».Qualcuno giudica questo organismo come un’anatra zoppa. Ci saranno dei limiti che non potrete superare?«Quelli segnati dalla Costituzione. Per l’accesso ai documenti e le audizioni, la Commissione ha gli stessi poteri della magistratura. Ovviamente non potrà comminare sanzioni, ma potrà far emergere responsabilità e una nuova verità storica. Non ci sono argomenti coperti da segreto di Stato».Indagherete anche sull’efficacia dei vaccini e sulla correttezza delle procedure di acquisto? «Non si può chiedere al governo di allora di conoscere quanto emerso sul piano scientifico successivamente. Però si andrà a vedere quali erano le basi scientifiche - documenti e studi - su cui sono state prese determinate decisioni. Se poi queste basi dovessero risultare errate, avremo il dovere di rilevarlo».L’ex membro del Consiglio superiore di sanità, Alberto Donzelli, dice che la domanda più importante da farsi è questa: il vaccino ha evitato di morire oppure no?«Io credo che la Commissione dovrà occuparsi anche di questo, con tutte le difficoltà del caso. Sono già entrato più volte nel merito della questione, non basandomi sulle soffiate di una cosca di cospiratori, ma sui dati ufficiali dell’Istituto superiore di sanità, dai quali emergeva che su questi farmaci le cose erano diverse da come venivano presentate pubblicamente».Cioè?«L’Aifa ha recentemente dichiarato che nessuno dei vaccini aveva la garanzia di poter fermare il contagio. Su quell’assioma, però, si fondava lo strumento del green pass, che è stato del tutto inefficace».Indagherete e raccoglierete testimonianze persino sugli effetti avversi dei vaccini?«Durante la pandemia, ho presentato diversi ordini del giorno. Ho chiesto ai governi dell’epoca di dotarsi di un sistema di rilevazione degli effetti avversi che non fosse solo quello passivo. Ho preteso perlomeno controlli a campione, ma l’Istituto superiore di sanità mi rispose che non avevano risorse sufficienti. Queste risorse andavano fornite, era doveroso: e anche su questo indagheremo». Chi verrà chiamato a testimoniare davanti alla Commissione?«La Commissione può audire chiunque, anche personalità internazionali. Nella scorsa legislatura, in seno alla Commissione Segre, sono stati ascoltati esperti delle Nazioni Unite, nonché esponenti di altri Stati».Convocherete anche Ursula von der Leyen sulla storia dei contratti secretati, o i vertici dell’agenzia del farmaco europea?«Non appena avvieremo i lavori, discuteremo sui nomi. Non ci sono potenzialmente limiti. Ovviamente non potremo costringere cittadini stranieri a presentarsi davanti alla Commissione, ma potremo comunque convocarli. Se occorre ascolteremo persone note, ma più che inserire grossi nomi nel “cast” , a me interessa la verità».Di sicuro assisteremo a testimonianze rilevanti sul piano storico-giornalistico. Sfileranno davanti alla commissione Draghi, Conte, Speranza, i vertici dell’Istituto superiore di sanità e del comitato sanitario?«Sì, poi vedremo chi convocare. Tante commissioni d’indagine, in passato, hanno ascoltato i vertici di governo, non sarebbe uno scandalo né una novità». Vi concentrerete anche sui potenziali conflitti di interessi?«Abbiamo il dovere di farlo, è indicato nella legge istitutiva. Rientra tra le finalità imprescindibili».In quella legge sta scritto che la Commissione dovrà anche indagare sulla congruità della comunicazione istituzionale in tempo di pandemia. Finirà sul banco degli imputati anche Mario Draghi, con la famigerata frase «chi non si vaccina muore e fa morire»?«Ciò che è stato detto dai capi di governo dell’epoca è ben noto. È ovvio - lo ribadisco - che non potranno esservi sanzioni: se qualcuno ha detto cose che poi si sono dimostrate non fondate semplicemente lo accerteremo. Non nell’ottica di impartire punizioni, ma per fare in modo che in caso di una nuova pandemia, anche la comunicazione istituzionale sia più corretta».Indagherete sulla legittimità dei dpcm?«Il giudizio costituzionale spetta alla Consulta, ma la Commissione valuterà l’efficacia del dpcm e farà luce sul deficit di trasparenza. Certe decisioni andavano prese per legge, invece i dpcm non passavano né dal Parlamento né dal Quirinale. Per non parlare dello stanziamento dei fondi per farmaci e attrezzature mediche: ovvio che durante l’emergenza non si fanno gare d’appalto, ma proprio per questo serviva una chiarezza nella catena delle decisioni che tuttavia è mancata».A quanto pare, la Commissione sarà anche chiamata a verificare «il rispetto dei diritti umani» durante la crisi pandemica. Suona come una dichiarazione di principio e nulla più…«Si tratta di verificare il bilanciamento tra restrizioni e libertà. Limitare certi diritti costituzionali è servito a contrastare la diffusione del virus, sì o no? Se la risposta è no, è chiaro che certi provvedimenti, in futuro, dovranno essere evitati. Qualcuno dovrà spiegare il perché e il come di certe decisioni, per il bene della democrazia. L’emergenza non è un motivo per disapplicare le garanzie fondamentali, e chi si riempie la bocca oggi della “Costituzione antifascista” dovrebbe ricordarselo». Insomma, come finirà? Andremo al muro contro muro? O in caso di stallo cercherete di imporre una relazione finale a maggioranza?«Le commissioni di inchiesta possono avere sbocchi formali molto vari. A volte non c’è nemmeno una relazione finale, ma si lasciano agli atti dati, testimonianze, interpretazioni emerse nel corso dei lavori. Molto spesso, invece, si concludono i lavori con una relazione votata all’unanimità. E francamente è quello che mi auguro».
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
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