2022-11-15
Incontro tra gli 007 di Stati Uniti e Russia. Gli Usa spingono Kiev ad avviare i negoziati
Volodymyr Zelenskyy (Ansa)
Turchia, vertice dei servizi sul rischio nucleare. Il leader ucraino: «Pronti alla pace». Washington: «Faccia richieste realistiche».Si allarga sempre di più il cerchio di coloro che spingono per le trattative tra Russia e Ucraina e, già da un po’, gli Usa stanno tentando di affrettare il processo di pace. L’intelligence americana teme che i russi, dopo la ritirata da Kherson, riescano a riorganizzarsi - approfittando del fisiologico rallentamento invernale delle operazioni belliche - per riavviare l’offensiva dopo il disgelo. Insomma, la finestra che si è aperta a seguito del riassestamento delle truppe di Mosca sulla sponda est del Dnepr, costituisce per gli Usa una ghiotta occasione per allestire un tavolo delle trattative. Non a caso, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, che già qualche giorno fa aveva esortato la Russia a sedersi al tavolo negoziale, ha poi invitato anche Zelensky a più miti consigli: ad avanzare, cioè, richieste «realistiche» per la pace. Gli Usa ritengono poco probabile, ad esempio, che Kiev possa riconquistare la Crimea. Secondo Sullivan, Zelensky «dovrebbe mostrarsi aperto a possibili negoziati con la Russia: farlo gli consentirebbe di aver maggior peso e poter fare più leva sulla controparte». Il consigliere per la sicurezza è consapevole che, per ottenere lo scopo, Zelensky dovrà iniziare a pensare a «priorità per le trattative, inclusa una rivalutazione dell’obiettivo di riguadagnare la Crimea». In questo clima si sono svolti colloqui ad Ankara, ieri, fra Stati Uniti e Russia. Il capo della Cia William Burns ha incontrato il direttore dei servizi russi di intelligence Sergei Naryshkin per mettere in guardia Mosca contro l’uso delle armi nucleari, come confermato dalla Casa Bianca. Il Consiglio per la sicurezza nazionale russo ha riferito che l’incontro in Turchia non era in nessun modo volto a discutere qualsiasi soluzione del conflitto in Ucraina, ma comunque è stato un approccio importante, visto che l’ultima volta che le delegazioni si sono incontrate è stato a Ginevra, il 10 gennaio scorso, prima del conflitto. Anche il portavoce del Cremlino, Peskov, ha confermato l’incontro, senza però scendere in dettagli sui contenuti. Gli ucraini continuano in ogni caso a battere sulla propria linea e il consigliere del presidente ucraino Zelensky, Mikhailo Podolyak, afferma che un negoziato si potrà avere solo dopo la riconquista, da parte di Kiev, del Donbass. «Politicamente e mentalmente, la Russia non è ancora abbastanza matura per veri negoziati e ritiro delle truppe. Ma accadrà. Subito dopo la liberazione di Donetsk o Lugansk», afferma. Zelensky, che ha trascorso trenta minuti in visita a Kherson, ha definito il ritiro russo come «l’inizio della fine della guerra», ribadendo di essere pronto per la pace, ma «una pace per tutto il nostro paese». Anche Biden, parlando in conferenza stampa da Bali dove si trova per il G20, lo ha appoggiato asserendo che gli Usa «non si impegneranno in negoziati che riguardano l’Ucraina, senza l’Ucraina». Il presidente Usa ha a sua volta incassato il sostegno di quello cinese Xi, che dopo aver rivelato di non essere stato avvisato da Putin sullo scoppio della guerra, ha auspicato «la ripresa dei colloqui di pace tra Russia e Ucraina e anche che Usa, Nato e Ue dialoghino con la Russia». Che spetti all’Ucraina «decidere quali termini sono accettabili per i negoziati per mettere fine alla guerra» lo ha sottolineato anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, aggiungendo che «le forze armate russe conservano capacità significative, così come un gran numero di truppe e la Russia ha dimostrato la volontà di sopportare perdite significative. Hanno anche mostrato estrema brutalità. I prossimi mesi saranno difficili». Un aiuto all’Ucraina arriva dal Consiglio Affari Esteri Ue che ha lanciato la Missione di assistenza militare dell’Ue Eumam per addestrare un massimo di 15.000 membri delle forze armate ucraine. A fronte di tutte queste dichiarazioni, Mosca ha definito «inaccettabile» la condizione di ritirare le truppe schierate in Ucraina per avviare il dialogo. «I negoziati devono tenere conto della situazione sul terreno», ha affermato il viceministro degli Esteri del governo di Mosca, Alexander Grushko. Sul campo, le forze ucraine e russe si sono scambiate colpi di artiglieria tra una sponda e l’altra del fiume Dnepr, che ora divide la regione di Kherson nel settore occidentale controllato da Kiev e in quello orientale guidato da Mosca. Un edificio residenziale è stato distrutto da missili russi. Due donne hanno perso la vita ed è rimasto ferito un bambino di 4 anni. Anche nel Donbass infuria lo scontro. Le forze armate di Mosca hanno conquistato Pavlovka, un villaggio nel Donetsk, mentre Kiev afferma di aver liberato 12 città nel Lugansk. Sul fronte diplomatico, Mosca ha imposto sanzioni a 100 cittadini canadesi, vietando loro di entrare in Russia. Tra questi, l’attore Jim Carrey e il nipote del defunto politico filonazista ucraino Stepan Bandera. Il ministero degli Esteri russo ha risposto così alla «pratica in corso da parte del regime del primo ministro Justin Trudeau di imporre sanzioni contro la leadership russa». Intanto. L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato una risoluzione in cui si chiede che la Russia sia responsabile per le sue violazioni della legge internazionale in Ucraina.
Beatrice Venezi (Imagoeconomica)
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