2024-03-10
L’inchiesta porta alla cassaforte del casato
Marella Agnelli (Getty Images)
Le perquisizioni nello studio del commercialista Ferrero fanno scoprire agli inquirenti «atti simulati nella Dicembre». Non solo, spuntano pure gli spostamenti di Marella, che dimostrano che ha vissuto più in Italia che in Svizzera. E il patrimonio all’estero.Il 7 febbraio scorso, quando gli uomini della Guardia di finanza si presentano a casa di John Elkann, nella collina torinese, c’è ovviamente una certa agitazione. Carla Cantamessa, storica collaboratrice di Elkann, prende il telefono e contatta «immediatamente» Gianluca Ferrero, il commercialista di fiducia della famiglia, «mostrando timore e preoccupazione per documenti che avrebbe dovuto nascondere». Ma i telefoni di Ferrero sono intercettati e quella chiamata, fatta proprio durante la perquisizione, non passa inosservata. La Cantamessa viene sentita a lungo dagli inquirenti, gli scorsi 15 e 16 febbraio. E durante gli interrogatori «ha dato una spiegazione di tali telefonate». Ma, scrivono i pm del decreto di sequestro di giovedì scorso che ricostruisce l’episodio, «appare necessario verificare […] se vi siano state ulteriori chat, sms, email relative ai fatti d’indagine e all’eventuale occultamento di documenti riservati».Proprio nello studio di Ferrero, quello stesso giorno, viene acquisita dagli inquirenti la parte più cospicua dei documenti sequestrati. Cospicua e importante, tale da cambiare radicalmente lo scenario rispetto ai reati fiscali inizialmente contestati. In particolare, gli atti relativi alla Dicembre, definita nel decreto «cassaforte della famiglia Agnelli», che a cascata controlla la holding Exor e la quota in Stellantis, Ferrari, Juventus e le altre partecipazioni della famiglia. Secondo il decreto, «le cessioni di quote avvenute tra Marella Caracciolo e i nipoti odierni indagati (John, Lapo e Ginevra Elkann, ndr) paiono rivestire il carattere di atti simulati». Nei documenti inoltre «appaiono anche profili di apocrifia delle firme». E, infine, viene messo in discussione anche il titolo di possesso: nuda proprietà, come dichiarato da Marella all’Agenzia delle entrate in un accertamento del 2010. Oppure usufrutto, come invece dichiarano successivamente Ferrero e lo stesso Elkann. Questione non puramente tecnica, annotano i pm, ma dalla quale deriva «un diverso obbligo dichiarativo ai fini delle imposte».Documenti che fanno il paio con quelli sequestrati il 20 febbraio nel «caveau» della residenza di John Elkann. Lettere manoscritte, come una lettera di Margherita Agnelli alla madre Marella del 20 marzo 2003, due mesi dopo la scomparsa del padre. E ancora gli atti di una causa legale in Svizzera, dove compare la mitica Fondazione Alkione - dove sarebbe custodito il patrimonio offshore dell’Avvocato - «e ulteriori società offshore verosimilmente appartenute all’avvocato Gianni Agnelli e di cui è necessario verificare il passaggio a Marella Caracciolo e, da ultimo, ai fratelli Elkann». Tutti documenti che riguardano «l’origine della decisione presa dalla famiglia Agnelli di far transitare l’eredità di Giovanni Agnelli direttamente in capo a John Elkann, escludendo la figlia Margherita». Un disegno che si poggia anche sulla residenza svizzera di Marella, per via delle diverse regole sulla successione rispetto all’ordinamento italiano. Nell’ufficio di Ferrero, in un locale adibito a deposito, viene trovato un documento senza firma con le istruzioni dettagliate per far sì che la residenza in Svizzera non possa essere contestata o messa in discussione. Solo sempre tra i documenti sequestrati è saltato fuori, nell’ufficio della segretaria personale della segretaria personale di Marella, una nota di quattro pagine fronte-retro che riepilogano i giorni di permanenza di Marella in Italia rispetto a quelli trascorsi all’estero. Questo giornale ne ha accennato ieri, va dal 2005 al 2019 (anno della scomparsa di Marella) ed è riprodotto in queste pagine. Questa nota dimostrerebbe secondo gli inquirenti che «quantomeno dal 2014 (Marella) ha dimorato in Italia per la maggior parte dei giorni, mentre in Svizzera ha trascorso meno di due mesi all’anno».E poi c’è la questione del patrimonio all’estero. In particolare, un conto della Morgan Stanley, ufficio di Zurigo, intestato alla Bundeena consulting con sede nel paradiso fiscale delle Isole vergini britanniche, «la cui beneficiaria risultava essere proprio Marella Caracciolo». Tra le informazioni del cliente, a Marella veniva attribuito un patrimonio di 900 milioni di dollari Usa, che le garantivano un reddito annuo di 30 milioni di dollari, derivante dall’eredità del marito Gianni Agnelli. Il conto viene chiuso nel 2009, ma i soldi che custodiva non si sa che fine facciano. Secondo gli inquirenti, sono gli stessi soldi che riappaiono nella disponiblità di John, Lapo e Ginevra. Sono i 734 milioni di patrimonio che fanno scattare l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato per il mancato versamento della tassa di successione per circa 44 milioni di euro. Una posizione sanata nel 2023 dopo la verifica antiriclaggio alla P Fiduciaria. Ma i pm sottolineano la «sovrapponibilità dell’importo indicato dagli eredi con quello oggetto del fotogramma del documento del 2009 riferito a Bundeena e prodotto da Margherita Agnelli, con conseguente pervenimento ai nipoti dei beni originariamente rientranti nell’eredità di Giovanni Agnelli e, dal 2003 al 2019, nella disponibilità di Marella».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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