2024-11-03
Gli incarichi opachi assegnati da Gravina al manager vicino al sindacato di Landini
Il Piano industriale 2023 della Figc fu affidato a Gianni Prandi, legato alla Cgil. Consulenza di cui non si trovano tracce ufficiali.C’è un possibile punto di contatto tra l’inchiesta per autoriciclaggio della Procura di Roma a carico di Gabriele Gravina e gli attuali accordi di consulenza firmati dal presidente della Figc. Il collegamento, da verificare, ha un nome e cognome. È Gianni Prandi, emiliano di San Polo D’Enza, ormai da trent’anni nel settore marketing e comunicazione, in rampa di lancio da circa 6 anni, grazie a contatti importanti, con Gravina ma anche con la Cgil di Maurizio Landini. La sua Assist group, infatti, (insieme alle sue varie diramazioni societarie) si è occupata nel 2023 di realizzare il piano industriale della Federcalcio, progetto per attuare una ristrutturazione interna e per migliorare la reputazione della Figc agli occhi dell’opinione pubblica. Il Piano industriale, dal titolo «Il momento di cambiare» è pubblicato a luglio 2024 sul sito figc.it, nascosto in fondo a tanti documenti nell’area trasparenza.Ma non è stato mai presentato, neanche con una notizia sul sito, nonostante sia stato citato in pompa magna nel budget 2023 e 2024 e nel bilancio 2022. Non è dato sapere il costo di questo lavoro di due anni, nei bilanci online non c’è traccia, voci di corridoio parlano di una forchetta tra gli 800.000 e il milione di euro, non male per un file Powerpoint nascosto nei meandri di un sito. Eppure, quando il piano diventò ufficiale e, fu trasmesso a Uefa per avere i finanziamenti del programma Hattrick, è sparito dai radar della comunicazione. Per quale motivo? Forse perché nel frattempo il ruolo di Prandi e della Ginko nell’inchiesta sui libri antichi è diventato pubblico e per Gravina non sarebbe stato utile mostrare la continuità di questo rapporto, mai interrotto. Di Prandi, non indagato, si parla appunto anche nelle carte dell’inchiesta della procura di Roma. Anche perché i famosi 180.000 euro all’anno, che ruotano intorno ai diritti televisivi per la Lega Pro del 2018, sono stati fatturati alla Ginko legata alla Assist Group di Prandi. Proprio su questo i pm romani chiedono il sequestro di 140.000 euro, perché dietro l’affare ci sarebbe un presunto accordo illecito collegato a un contratto di consulenza firmato da Gravina con la Isg il giorno prima di dimettersi dalla guida della vecchia serie C. La richiesta di sequestro da parte degli inquirenti, negata dal gip, ora finirà di fronte al tribunale del Riesame.Prandi, che era legato anche al defunto Mario Bogarelli di Infront, nonostante un’inchiesta in corso che vede alcune società a lui riconducibili al centro delle indagini della procura, continua a lavorare con Gravina. Prandi è anche molto amico di Maurizio Landini. Caso vuole che Assist group abbia realizzato per la Cgil una piattaforma per la comunicazione (Futura lab) per circa 1 milione di euro l'anno che scatena numerose polemiche. E caso vuole ancora che nel 2021 una consociata di Assist group, la Tie (True italian experience) di Maurizio Rota, abbia lavorato a un’altra piattaforma, questa volta per la promozione dell'immagine del turismo italiano nel mondo e della vendita dei voli sulla neonata compagnia aerea Ita Airways al costo di 15 milioni di euro in 4 anni. A inizio 2023, Ita, dopo aver corrisposto oltre 4 milioni di euro a Tie in un anno senza aver ottenuto alcun ricavo, ha però deciso di interrompere i rapporti e avviare un audit interno. Le casualità non finiscono qui. Perché Antonio Rota, fratello di Maurizio, è a capo invece della Vidierre che è un’azienda di monitoraggio che è proprio al fianco di Prandi nel rapporto con Figc. II il 28 marzo 2024 è stato proprio Gravina a sottoporre all'approvazione del Comitato di Presidenza la spesa di 1.000.000 circa per un nuovo ecosistema di comunicazione digitale come da capitolato redatto per Figc dal «consulente» Antonio Rota di Vidierre. Il contratto è annuale e non risultano ad oggi coperture per l’anno successivo. Ma non è neppure chiara la differenza tra il sito web attuale e quello che viene presentato come ecosistema di comunicazione digitale e quali servizi possano eventualmente giustificare l'aumento dei costi del 530%. Probabilmente il milione e 200.000 euro di aumento è dovuto dal fatto che accanto al nuovo sito, sempre da un’idea di Rota, nascerà sostenabilia.it, un sito dedicato alla sostenibilità nella Figc, che punta su clip video e trasmissioni live sul tema, tanto che tra le aziende invitate a realizzare l’ecosistema ci sono 4 aziende che fanno produzioni Tv, come Aurora Tv che vince il bando, e non siti web. Ma soprattutto non sono chiari i motivi che hanno spinto la Figc a nominare proprio Rota nella commissione che assegna il servizio ad Aurora TV. Tra l'altro, nelIo stesso giorno, il comitato di presidenza ha assegnato sempre a Vidierre di Antonio Rota una fornitura di 200.000 euro per il monitoraggio media. Nel frattempo, si infiammano gli animi in vista dell’assemblea di domani. Nei giorni scorsi Gravina ha depositato la proposta di riforma dello statuto federale, in base, a quanto sostenuto dal presidente della Fgc, alle indicazioni dell’emendamento di Giorgio Mulè rientrato nel Decreto Sport. Secondo il progetto di Gravina la Serie A dovrebbe avere solo un consigliere in più (ora sono 3), con un peso specifico che passa dal 12 al 18%. Davvero troppo poco per i sostenitori della riforma, che minacciano di denunciare la Figc per mancata applicazione della legge.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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