2023-05-06
In viale Mazzini è già soccorso rosso. I sindacati pronti a difendere il feudo
Forse lunedì prossimo ci sarà un altro cdm per scegliere il nuovo comandante della Finanza e scongiurare così la «vacatio».L’approdo di Carlo Fuortes a Napoli, dove sostituirà l’attuale sovrintendente del San Carlo, Stephane Lissner, liberando così la poltrona di amministratore delegato della Rai, è praticamente cosa fatta, e se qualcuno pensava che il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, avrebbe messo i bastoni tra le ruote del governo, si sbagliava. Tra De Luca e Lissner i rapporti sono da tempo gelidi, per non dire burrascosi, e ieri il governatore ha pubblicamente espresso la sua soddisfazione per l’imminente addio del sovrintendente francese: «Ho visto», ha detto De Luca nella consueta diretta Facebook del venerdì, «che si sta determinando una discussione sul San Carlo a proposito dell’attuale sovrintendente. Vedrete che, fra qualche settimana, diranno che anche in quel caso ha avuto pienamente ragione la Regione Campania. Se no, non si capisce perché stanno facendo tutti questi movimenti per sostituire il sovrintendente. La verità è amica del tempo, come dicevano gli antichi latini». Via libera anche dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ieri ha commentato la nuova norma varata dal governo che prevede il pensionamento dei dirigenti apicali delle fondazioni lirico-sinfoniche superati i 70 anni (che Lissner ha compiuto a gennaio): «Di questo provvedimento si parlava da mesi», ha detto Manfredi, «valuteremo la nuova norma e ci muoveremo di conseguenza». «Il sindaco», dicono alla Verità fonti del Comune di Napoli, «ha difeso sempre Lissner. Con Fuortes ha ottimi rapporti e lo reputa un grande professionista, ma non vuole essere pressato da parti opposte strumentalmente».Si fanno sentire i sindacati dei giornalisti, come sempre appiattiti sulla politica politicante targata Pd: «Un decreto legge per occupare la Rai è un atto di protervia istituzionale senza precedenti», attaccano Fnsi e Usigrai, «il governo non si accontenta della pessima legge sulla governance, voluta da Renzi, e va oltre: con un decreto fa cartastraccia di ripetute sentenze della Corte costituzionale. È solo l’inizio di una totale occupazione della Rai Servizio Pubblico che ha come obiettivo quello di cambiare la narrazione del paese, come ampiamente dimostrato dalle dichiarazioni di esponenti delle istituzioni e del governo. Il 9 maggio», annunciano Usigrai e Fnsi, «l’assemblea dei Cdr della Rai deciderà le forme di mobilitazione contro questo scempio istituzionale».Fa chiarezza Luciano Schifone, consigliere del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: «Con il Decreto legge Enti Pubblici il Governo è intervenuto per mettere ordine nella governance degli enti pubblici a cominciare da quelli previdenziali, a quelli quotati ed infine ai teatri ed enti lirici sinfonici. In particolare per questi ultimi il limite è stato equiparato al massimo consentito in Italia ovvero a quello previsto per magistrati e accademici, ovvero 70 anni. Il sovrintendente, tra l’atro», aggiunge Schifone, «non lo nomina il ministro Sangiuliano, ma viene proposto dal Consiglio di indirizzo dell’Ente. Le chiavi sono nelle mani di De Luca e Manfredi». Detto ciò, non appena sarà sbrigata la pratica Fuortes, la carica di ad della Rai dovrebbe essere assegnata al manager interno Roberto Sergio, mentre l’esperto in materia televisiva di Fdi, Giampaolo Rossi, è in pole position come prossimo direttore generale. Passiamo alla nomina del nuovo comandante della Guardia di finanza, sulla quale la maggioranza non ha raggiunto ancora l’intesa. Il 9 maggio, il comandante uscente, Giuseppe Zafarana, lascerà il suo posto per assumere l’incarico di presidente dell’Eni. Se in questi pochi giorni non ci sarà una decisione del governo, il capo delle Fiamme gialle diventerà, ad interim, Andrea De Gennaro, attuale vicecomandante e fratello di Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia e dei servizi segreti. Non il massimo, dal punto di vista procedurale, se consideriamo che l’unico precedente di un interim in questo ruolo risale al giugno 2007, quando Cosimo D’Arrigo sostituì il generale Roberto Speciale che era stato destituito dall’incarico. Speciale fu reintegrato dal Tar del Lazio il 15 dicembre dello stesso anno, e dopo due giorni si dimise. D’Arrigo fu quindi confermato alla guida della Gdf. Oltre a De Gennaro, in corsa per il comando della Guardia di Finanza ci sono anche Umberto Sirico, capo dei reparti speciali delle Fiamme gialle, Michele Carbone, Bruno Buratti e Francesco Greco. Tuttavia, lunedì 8 maggio, potrebbe essere convocato un cdm per nominare i nuovi vertici di gdf e polizia evitando, così, l’anomalia dell’interim.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Ansa)
Vincenzo Spadafora ed Ernesto Maria Ruffini (Imagoeconomica)
Roberta Pinotti, ministro della Difesa durante il governo Renzi (Ansa)