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In viaggio con Resto al Sud: storie di giovani che investono nel Mezzogiorno

La prima storia raccontata da «In viaggio con Resto al Sud», il progetto voluto da Invitalia a favore di chi torna nei paesi d'origine per fare impresa, arriva a Trebisacce, in provincia di Cosenza.

Anna e Luca hanno avuto esperienze nel settore della ristorazione sempre però lontano da casa, arrivando anche a lavorare all'estero. Ma da sempre il loro desiderio era di tornare nella loro terra.Il progetto, all'inizio, ha incontrato grosse difficoltà, soprattutto per ottenere i finanziamenti necessari, circa 100mila euro, difficili da erogare per una coppia di giovani imprenditori.

Invitalia ha fornito per questo un contributo fondamentale, contribuendo allo sblocco dei fondi necessari per aprire l'attività.Un ristorante bastano sulle ricchezze del mare, il pescato del giorno, i profumi dell'orto, semplicità unita allo stile di Luca, lo chef.L'avventura di Amo è solo all'inizio ma il progetto è quello di diventare punto di riferimento allargando anche la brigata in cucina e creando quindi lavoro in un territorio difficile anche da quel punto di vista.

Il Mercosur finisce su un binario morto
Agricoltore francese protesta contro il Mercosur (Ansa)
Emmanuel Macron ha ripetuto il no all’accordo commerciale con il Sud America, imitato da Irlanda, Austria e Romania. Ungheria e Polonia pronte al veto. La baronessa cede e annuncia: «Firma posticipata a gennaio». Giorgia Meloni: «Ok italiano solo con le garanzie richieste».

Il Mercosur, così com’è, non s’ha da firmare, né domani né mai. Ursula von der Leyen viene messa all’angolo e sabato non potrà volare come sperava e come ha promesso agli industriali tedeschi, desiderosi di vendere le auto che lei ha bloccato in Europa con lo sciagurato green deal ad argentini, brasiliani, paraguaiani e uruguagi (ammesso che questi ultimi abbiano i soldi), a Foz do Iguaçu, in Brasile, dove l’attende uno smanioso Lula da Silva. Emmanuel Macron - in patria ha una situazione disastrosa: gli agricoltori gli bloccano il Paese per il Mercosur ma anche per l’epidemia di dermatite nodulare che minaccia le mandrie e Sébastien Lecornu, il primo ministro, non riesce a far passare la legge di bilancio - non può permettersi un passo indietro e ripete: il conto non torna, l’accordo non si può firmare.

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Nord Stream sabotato da un soldato ucraino in servizio
La falla nel gasdotto Nord Stream (Ansa)
«Der Spiegel»: Serhij Kuznietzov, arrestato a Rimini per la distruzione del gasdotto, stava eseguendo ordini. Attaccando un membro Nato...

I gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, infrastrutture strategiche per l’approvvigionamento energetico europeo, corrono in parallelo sul fondo del Mar Baltico collegando direttamente la Russia alla Germania. Il primo è entrato in funzione nel 2011, diventando per oltre un decennio uno dei principali canali di fornitura di gas russo verso l’Europa. Nord Stream 2, completato nel 2021, non è invece mai entrato in esercizio a causa dello scoppio della guerra in Ucraina e del conseguente blocco politico e regolatorio imposto dai Paesi occidentali. Nella notte del 26 settembre 2022, una serie di potenti esplosioni sottomarine ha gravemente danneggiato entrambe le condotte in acque internazionali, al largo delle coste danesi e svedesi.

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Il Papa randella l’Europa in trincea: «Usa la paura in nome del riarmo»
Reprimenda di Leone XIV: «Siamo oltre la legittima difesa: è destabilizzazione planetaria. Provano persino a rieducare al conflitto tramite media e corsi scolastici. E considerano una colpa non prepararsi alla guerra».

Nel giorno in cui il Consiglio Ue dava il via libera al ReArm, il Papa ha voluto tirare le orecchie degli eurocrati, nascoste sotto gli elmetti. Lo ha fatto con un messaggio datato 8 dicembre, ma dedicato alla Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2026. Un testo nel quale Leone XIV non ha nemmeno avuto bisogno di fare nomi. Si capisce benissimo a chi possano essere rivolte parole del genere: «Nel rapporto fra cittadini e governanti si arriva a considerare una colpa il fatto che non ci si prepari abbastanza alla guerra, a reagire agli attacchi, a rispondere alle violenze». Una coincidenza ha voluto che, proprio ieri, contestualmente al discorso di Robert Francis Prevost, uscisse il dissennato ultimatum del premier polacco, Donald Tusk, sulla confisca degli asset russi: «O soldi oggi o sangue domani».

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Edicola Verità | la rassegna stampa del 19 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 19 dicembre con Flaminia Camilletti

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