2025-09-17
In patria provano a metterli al bando. E i capi di Afd volano alla Casa Bianca
I Maga sfidano le censure del Vecchio continente: la vice di Alice Weidel e un militante escluso dalle elezioni per sospetti sulla sua «lealtà alla Costituzione» vanno a Washington dai funzionari di Marco Rubio e di Jd Vance.In principio furono Elon Musk e JD Vance. Lo scorso febbraio, a ridosso delle elezioni tedesche, sia il magnate - che era ancora in ottimi rapporti con Donald Trump - sia il vicepresidente americano sostennero apertamente Alternative für Deutschland. A Monaco, dove tenne un memorabile discorso nel quale bacchettava il debole dell’Unione europea per la censura, il numero due dell’amministrazione incontrò anche la leader del partito, Alice Weidel. Ora, rivela Politico, Afd ha ricambiato la visita: nei giorni scorsi, due esponenti di spicco della formazione politica hanno visto alla Casa Bianca alcuni funzionari del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense, del Dipartimento di Stato (di cui è segretario Marco Rubio) e dell’ufficio di Vance, anche se non Vance stesso. La delegazione era composta dalla vice della Weidel, Beatrix von Storch, e da Joachim Paul, che aveva provato a candidarsi alle comunali di Ludwigshafen, nella Renania-Palatinato, ma poi, a inizio agosto, era stato escluso dal locale comitato elettorale, che dubitava della sua «lealtà alla Costituzione della Germania». A nulla era valso il ricorso in tribunale: il giudice aveva confermato il provvedimento, emesso da un organismo nel quale sedevano solo rappresentanti degli altri partiti.La scelta di coinvolgere Paul nella missione Oltreoceano, ovviamente, non è stata casuale: secondo Politico, il vertice con gli uomini dell’amministrazione Trump si è concentrato proprio sulla questione della partecipazione alla vita democratica tedesca e delle procedure burocratiche tramite cui vengono liquidati i candidati sgraditi. Nella Renania-Palatinato, peraltro, il governo ha deciso di proibire alla pubblica amministrazione di assumere chiunque possieda la tessera di Afd, sempre con il pretesto del «pericolo per la democrazia» che rappresenterebbe la compagine di destra. Limitare la democrazia per proteggere la democrazia: è un paradosso popperiano - non si possono tollerare gli intolleranti, sosteneva il filosofo austriaco - che lascia i vertici della Casa Bianca perplessi. E che era stato al centro della ramanzina di Vance agli alleati europei di sette mesi fa, quando il delfino di Trump contestò il cordone sanitario ai danni di Afd: «È il partito più popolare in Germania e di gran lunga il più rappresentativo della Germania dell’Est», aveva scritto su X. «Ora i burocrati cercano di distruggerlo. L’Occidente» , continuava il post, «ha abbattuto il muro di Berlino insieme. Ed è stato ricostruito, non dai sovietici o dai russi, bensì dall’establishment tedesco». Anche sui presunti legami della destra con Mosca, Vance aveva le idee chiare: se l’Europa crede che basti «qualche centinaio di migliaia di dollari di pubblicità digitale» per distruggere la sua democrazia, aveva chiosato, allora quella democrazia non è «molto solida». Guarda caso, il bersaglio delle forze di sistema, in Germania, si è spostato dai collegamenti con il Cremlino a quelli con Pechino, avversario strategico dell’America: il Bundestag ha appena revocato l’immunità al deputato di Afd, Maximilian Krah, accusato di aver ricevuto soldi dalla Cina quando aveva il seggio all’Eurocamera. Il parlamento tedesco, invece, non se l’è sentita di spingersi oltre, dichiarando fuori legge il partito della Weidel e di Tino Chrupalla. Così, dove Berlino si ferma, cominciano a muoversi i Länder.Democrazia, censura. Certo. Ma il ponte che gli esponenti di Afd hanno gettato con il milieu trumpiano si regge pure su altri pilastri. Quando Musk aveva ospitato Weidel in un livestream, dicendo che solo il suo schieramento poteva «salvare» il Paese, era parso chiaro il tentativo Maga di rosicchiare consensi al centrodestra, in vista della serrata trattativa sui dazi, della quale la Germania era il principale obiettivo. Dopo l’accordo con Ursula von der Leyen, peraltro, proseguono i negoziati bilaterali per eventuali aggiustamenti ed esenzioni. I produttori tedeschi seguono la partita con apprensione.La barriera politica innalzata dall’ennesima grande coalizione, per adesso, può tenere. Ma mentre Afd continua a raccogliere consensi (alle famigerate amministrative in Renania, alla fine, li ha triplicati), Friedrich Merz li perde: in base all’ultimo sondaggio Forsa, il 68% dei cittadini è insoddisfatto del cancelliere. Destra e cristiano-democratici risultano a pari merito: 25% a testa. A nessuno, in Germania, sarà sfuggito che, con quei numeri, si potrebbe persino governare insieme.