2021-07-28
In ospedale rappresaglie su chi non si è vaccinato
Medici e infermieri sul Web minacciano di seviziare i malati di Covid che non si siano iniettati almeno una dose. Asl toscana costretta a intervenire per sconfessare due dipendenti. Ma tira un'aria pessima.I sorci di Roberto Burioni hanno fatto scuola. Le provocazioni di carta vetrata del virologo cotonato hanno liberato i peggiori istinti lessicali del Web (ci voleva poco) e trasformato la polemica tra fanatici del green pass e scettici del vaccino in una guerra di religione. I cecchini sparano dalle trincee e chi racconta solo le minacce No vax nei confronti degli eroici camici bianchi è in malafede perché vede ciò che gli fa comodo. Un po' come a Gaza, un po' come per gli inginocchiati a comando. Per andare oltre i due pesi e le due misure (un classico dei media mainstream), ecco la dimostrazione che i buoni hanno i canini affilati e li mostrano con argomentazioni da brivido.Basta fare una passeggiata sui social per incontrare i gradassi della tortura e rimanere pietrificati dalla loro arroganza. Il primo è un infermiere che sente il bisogno di minacciare eventuali malati in autunno. «Lei non si preoccupi che quando apriremo di nuovo la terapia intensiva Covid con tutti i disagiati No vax io sarò lì a mettervi le sonde necessarie alla vostra sopravvivenza negli appositi posti» (segue faccina idiota per specificare che non sono le orecchie). E aggiunge: «Lo farò in modo professionale come sempre ma forse con un pizzico di sottile piacere in più». Il secondo è solo meno prolisso e più violento del primo: «Se tu hai bisogno di terapia intensiva o monoclonali dopo aver rifiutato il vaccino, è giusto lasciarti morire per strada». Squallide uscite che hanno un solo effetto: allontanare ancora di più gli incerti, convincerli che la dittatura sanitaria ha arruolato i pasdaran. Il terzo esempio è il più illuminante, riguarda una conversazione tossica su Facebook da parte di due infermiere della Asl Toscana Nord Ovest che lavorano in Versilia. Nello scambio di opinioni pervaso da una professionalità stile Dachau, si legge: «Tra poco ce li troveremo in reparto e qualche sassolino dalla scarpa me lo voglio togliere. Sai, bucare una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla? Ecco, e poi mi verrà in mente altro, vedrai che le corse per montare i macchinari la sottoscritta non le farà più. Con calma, mooooolta calma». Siamo alla promessa di sevizie. La collega risponde confermando la strategia: «Io non faccio le corse per nessuno. Si arrangiassero, mi sono rotta le palle e tanto».L'infermiera che promette torture in corsia non ha finito il suo tutorial orale. E a chi le muove obiezioni deontologiche risponde così: «La prossima ondata per l'80% sarà costituita da persone No vax. Io per i No vax non mi ammazzerò né piangerò. Se lei vuole essere assistita da persone come me basta che non sia una No vax. Ogni scelta impone una conseguenza». È una minaccia precisa, una ribellione di pancia scatenata dall'irresponsabilità di chi - nel mondo della sanità, in quello della politica e nelle redazioni - ha abbandonato la filosofia del «consenso informato» per terrorizzare quegli italiani che non possono vaccinarsi (esistono anche le controindicazioni da patologia) o non si sentono pronti nell'immediato per farlo.Dopo l'allegro scambio di vedute delle due infermiere è stata costretta a intervenire la Asl Toscana. «La direzione aziendale e quella dell'ospedale Versilia si dissociano da queste affermazioni» si legge in un comunicato «e ribadiscono che il proprio personale presta cura e assistenza a tutti i cittadini con professionalità e impegno senza alcun tipo di distinzione, secondo i principi di universalità, eguaglianza ed equità. La Asl sta effettuando le valutazioni del caso per gli eventuali provvedimenti da assumere nei confronti delle due dipendenti». Al centro della rissa non c'è più neppure il green pass ma un invisibile pass ideologico evocato con uno scivolone imperdonabile anche dal premier Mario Draghi quando ha detto: «Non ti vaccini? Fai morire». Difficile tornare indietro, ancora di più fermare il fanatismo di chi ritiene di muoversi secondo la nota regola delle Br: colpirne uno per educarne cento. Oggi le parole pesano quintali. Sembra averlo compreso anche Burioni che, travolto dalle critiche - lui sì che ha visto i sorci verdi - ha accennato a una frenata: «Il mio tweet era ironico ma non lo riscriverei». Si percepiva Woody Allen e noi non lo abbiamo capito. Nessuno lo ha capito; men che meno chi, per dargli man forte, ora rischia la radiazione.Se tolleranza zero dev'essere, che lo sia per tutti. Ciascuno di noi è responsabile di ciò che scrive. E dopo una pandemia così devastante, ogni eccesso coincide con un allarme sociale. Medici e infermieri hanno un ruolo primario, con responsabilità professionali altissime che si accompagnano ai riconoscimenti pubblici per l'abnegazione che in questi 15 mesi si è (talvolta) trasformata in eroismo. Ad Alessandria, l'infettivologo più noto della città, Pietro Luigi Garavelli, è sottoposto a indagine disciplinare dell'Ordine perché sorpreso in piazza alla manifestazione contro il green pass. «Non ero lì per protestare, ma per informare come ho sempre fatto nella mia carriera». Eppure oggi rischia un procedimento che potrebbe arrivare alla radiazione. Se va a casa lui devono andarci anche i buoni per decreto, quelli che in Versilia minacciano di giocare con le siringhe come fossero freccette.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)