
Zoran Zaev è coinvolto in un scandalo di tangenti scoperchiato dalla Verità. Il Paese tornerà al voto ad aprile.Le rivelazioni sul sistema di corruzione dilagante in Macedonia, pubblicate in estate dalla Verità, hanno sortito ieri l'ultima e la più rilevante delle conseguenze. Il premier socialista Zoran Zaev si è ufficialmente dimesso. Le dimissioni sono arrivate in prima mattinata al Parlamento di Skopje, che ha provveduto ad accettarle. Si è così aperta la strada, come da accordi istituzionali, per la formazione di un governo tecnico, eletto ieri dal Parlamento con 101 voti su 120 e incaricato di preparare le elezioni anticipate, previste per il 12 aprile. Da ieri, affinché l'attuale maggioranza parlamentare non si avvantaggi nel periodo pre elettorale con la compera o la manipolazione dei voti, l'opposizione controlla il ministero delle Politiche sociali e quello dell'Interno.Il nuovo governo macedone sarà guidato dal socialista Oliver Spasovski, ex ministro dell'Interno, che a sua volta lascia la poltrona a Nake Culev, dal 2013 al 2017 capo dell'agenzia d'intelligence macedone, direttamente dipendente, all'epoca, dal presidente della Repubblica, Gjorge Ivanov. Culev è stato proposto come nome di garanzia da parte del partito d'opposizione Vmro Dpmne e dovrà ora assicurare, oltre che il corretto svolgimento delle future consultazioni politiche, anche la creazione di un ambiente istituzionale capace di portare a termine prima delle elezioni il processo all'ex procuratrice speciale, voluta dall'Unione europea, Katica Janeva e Boki 13, personaggio tv coinvolto nell'inchiesta sulla corruzione nel Paese.Se l'incarcerazione della Janeva ha rappresentato il primo grave colpo al sistema di corruzione da noi denunciato, la caduta di Zaev, oramai abbandonato da tutte le capitali estere, simboleggia il crollo del secondo, fondamentale, pilastro dell'intero sistema politico mafioso che ha gestito il Paese balcanico negli ultimi anni. Zaev intende rimanere nei prossimi mesi a capo del partito socialista, ma nonostante Alexander Soros, il figlio di George Soros, gli abbia fatto visita nelle scorse settimane e gli abbia promesso tutto il sostegno necessario, egli pare verosimilmente condannato a perdere le prossime elezioni. Entro aprile la geografia politica dei Balcani verrà cambiata dal susseguirsi di numerosi appuntamenti elettorali.In Kosovo si è da pochi giorni formato il nuovo Parlamento, che dovrebbe eleggere questo mese, come nuovo premier, il leader del movimento Autodeterminazione, Albin Kurti. Ad aprile andranno a elezioni generali sia i macedoni sia i serbi, mentre questo fine settimana i croati, il cui governo ricopre dal primo gennaio la presidenza semestrale dell'Unione europea, sono chiamati a scegliere il presidente della Repubblica.
Zohran Mamdani (Ansa)
Dalle politiche sociali ai limiti dell’esproprio alla città come «santuario» per i gay Mamdani rappresenta la radicalizzazione dei dem. Ma anche una bella grana
Da più parti, la vittoria di Zohran Mamdani alle elezioni municipali di New York City è stata descritta (se non addirittura salutata) come uno «schiaffo» a Donald Trump. Ora, a prima vista, le cose sembrerebbero stare effettivamente così: il prossimo primo cittadino della Grande Mela, che entrerà in carica a gennaio, sembra quanto di più lontano possa esserci dal presidente americano. Tanto che, alla vigilia del voto, lo stesso Trump aveva dato il proprio endorsement al suo principale sfidante: il candidato indipendente, nonché ex governatore dem dello Stato di New York, Andrew Cuomo.
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.






