2024-09-25
In chiesa si prega contro i lavoratori autonomi
Nelle chiese del Leccese gli autonomi vengono esplicitamente accusati di essere degli evasori che devono chiedere perdono.Quando pensi di avere raggiunto il fondo te ne manca sempre un tratto. In alcune chiese di Lecce - non saprei dire quante e quali - nel foglietto che si distribuisce alla Messa, alla preghiera dei fedeli, dopo la quale di solito si risponde «ascoltaci o Signore», si è pregato perché i lavoratori autonomi paghino le tasse... se no poi non ci sono i soldi da dare ai più poveri. Riporto testualmente quanto scritto: «I lavoratori autonomi dichiarino con onestà e precisione il loro reddito perché non abbia a mancare il necessario alle categorie povere e in difficoltà. Preghiamo». Siccome non vorrei che i lettori mi prendano per matto, qui accanto è pubblicato il testo dal quale si evince che è tratto dai foglietti distribuiti in chiesa. Ma abbiamo anche recuperato qualche informazione in più. Il testo risale al 2014 e fu curato dalle oblate del Monastero benedettino di San Giovanni Evangelista di Lecce, nonché approvato dalla Diocesi. Queste oblate dell’Agenzia delle Entrate (fa anche rima) hanno scritto cose talmente irragionevoli, sbagliate e ingiuste che non si sa chi le abbia messe loro in testa, parola grossa, e che comunque più che oblate ci sembrano stonate. Ora ci occuperemo di vedere quello che hanno scritto. Ma prima ancora ci preoccupa il fatto che durante la Celebrazione eucaristica, fonte e culmine della vita cristiana, come ci insegna la teologia liturgica, si facciano pregare i fedeli su cose non vere, cioè si chieda a Dio di intervenire esprimendo giudizi su determinate situazioni (in questo caso i lavoratori autonomi) che non solo sono discutibili ma che, in larga parte, sono anche false. Giungano i nostri complimenti vivissimi non tanto a chi ha scritto il testo - magari anche in buona fede ispirato da gente in mala fede -, ma soprattutto a coloro che dalla Diocesi lo hanno autorizzato. E i casi sono due: o lo hanno fatto «d’ufficio» senza leggere quello che c’era scritto, e questo sarebbe già grave, oppure hanno ritenuto di autorizzarne la pubblicazione avendolo letto, e questo sarebbe gravissimo. Con la crisi che sta attraversando la Chiesa, dove il numero dei credenti sta diminuendo, per non parlare dei praticanti, e dove soprattutto i seminari si stanno svuotando con situazioni nelle quali un sacerdote deve seguire dieci o venti Parrocchie poi non ci si chieda il perché la gente non va più in Chiesa. Con preghiere di questo tipo si allontanerebbe anche il più pio e devoto dei credenti. E avrebbe pure ragione. Ma torniamo a questo incredibile e inverosimile testo per una preghiera dei fedeli. Prima di tutto si da per scontato che, in Italia, i lavoratori autonomi sono una massa di gente disonesta che dichiara il proprio reddito in modo impreciso e sono dunque, in massa, degli evasori fiscali che commettono un reato e, secondo le oblate economiste, anche un peccato. E già qui siamo nel falso, semplicemente perché non è vero che tutti i lavoratori autonomi evadono il fisco e che anzi, informo le sorelle, per pagare il fisco si trovano con le pezze al sedere (utilizzo questo termine per una forma di pudicizia nei confronti delle dette sorelle). Chi glielo ha detto a queste sorelle che gli autonomi sono gente non dabbene che commette questi reati? Chi è il fratello che ha detto alle sorelle questa falsità? L’hanno letto su qualche giornale o su internet se è concesso loro di utilizzarlo? Si informino meglio perché la situazione non è questa e perché i lavoratori autonomi italiani vanno rispettati per il contributo che danno all’economia italiana dal quale contributo, anche fiscale, viene mantenuta anche la Chiesa attraverso l’otto per mille. Lo sanno? Ma soprattutto lo sa la Diocesi di Lecce? Credo di sì. E questo, del contributo degli autonomi al Pil italiano (non si tratta di un farmaco ma del Prodotto interno lordo; lo spiego perché mi pare che abbiano le idee piuttosto confuse), è cosa fuori discussione. Come è fuori discussione che ci siano degli autonomi che evadono, così come in tutte le altre categorie produttive di questo Paese. Ma allora perché non formulare una preghiera perché coloro che fanno i soldi in Italia e poi li mettono all’estero per pagare meno tasse, e quindi guadagnano qui senza pagare qui le tasse stesse? Perché non formulare una preghiera contro i paradisi fiscali, presupponendo che il termine paradiso richiami in loro qualcosa di noto ma qui usato in senso negativo? Perché buttare tutti gli autonomi all’inferno e non occuparsi dei paradisi fiscali? Almeno metteteli in purgatorio. Sempre le medesime oblate dell’Agenzia delle Entrate sostengono che, a causa dell’evasione fiscale degli autonomi, manchi il necessario alle categorie povere e in difficoltà. Altra balla spaziale. È vero che ci sono categorie povere e in difficoltà cui manca l’essenziale, ma certamente la colpa non è degli autonomi che anzi creano occupazione e strappano le persone proprio da quelle categorie povere in difficoltà. Prima di scrivere qualcosa bisognerebbe sapere ciò di cui si scrive, conoscerlo, averlo studiato, averci riflettuto sopra. Soprattutto nel caso in cui si inducano i fedeli della Chiesa cattolica a pregare per una questione che, evidentemente, non si conosce e con arroganza intellettuale e grande ignoranza si propone come un dato certo. Mah, non osiamo immaginare, avendo letto questa preghiera ed essendone rimasti sbalorditi, che tipo di preghiere possano essere formulate in altri contesti. Un’ultima notazione: perché - come affermato da molti teologi medioevali e dai teologi della Scuola di Salamanca (se la vadano a studiare) - non fanno una preghiera perché lo Stato applichi delle tasse giuste e non delle tasse inique ed ingiuste che mettono in crisi famiglie e imprese? Teologi e filosofi cattolici hanno molto scritto sull’argomento del «salario giusto» e anche della «tassazione giusta». Se ci danno una occhiata avranno materia per scrivere delle preghiere che abbiano un senso ma, sommessamente, consigliamo di occuparsi maggiormente di questioni di fede e lasciare le questioni economiche a chi qualcosa ci capisce. Se proprio non vogliono andare a studiare questi teologi si leggano le pagine dedicate alle tasse presenti nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa e troveranno ciò che, evidentemente, non conoscono.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.