2025-06-06
La voce delle imprese. Focus su cibo, energia e Piano Mattei
Da sinistra: Federico Vecchioni, Roberto Alesse e Stefano Antonio Donnarumma (Cristian Castelnuovo)
Tra gli ospiti de Il Giorno de La Verità, fra gli altri, i manager di Eni, Enel, Acea, Fs, A2A. Vecchioni (Bf): «L’Africa ha un valore strategico per l’Italia».La sfida dell’autosufficienza energetica, le fonti alternative tra opportunità e limiti, le frontiere delle nuove tecnologie dal digitale all’Ia, il ruolo dell’Europa e dell’Italia sullo scacchiere della geopolitica, compressa tra le due potenze Stati Uniti e Cina e infine, ma non ultima, la proiezione verso l’Africa. Il Giorno de la Verità ha riunito in una serie di panel, i più autorevoli esponenti dell’industria italiana e ne è venuto fuori un laboratorio di idee e sollecitazioni sui temi più sensibili per l’economia. Centrale il problema energetico. Il presidente di A2A, Roberto Tasca, ha sottolineato che la domanda di energia in crescita esponenziale e l’obiettivo del Green deal di rinuncia ai combustibili fossili, incluso il gas, impongono la sostituzione con fonti alternative come l’idroelettrico, l’eolico, il sole, il biogas. «Ed è quello che stiamo facendo. Di qui al 2030 è previsto il raddoppio della produzione fotovoltaica, dell’energia da eolico». Quanto al nucleare, «la prospettiva nel medio termine ci deve essere, ma non si può pensare che sia fattibile entro il 2030». Nicolò Mardegan, heads of external relations di Enel, ha posto come priorità la definizione di un piano energetico. Il manager ha ribadito che servono un «mix energetico» e misure per rendere accettabili le fonti alternative. «La pala eolica non piace, ma se dove viene installata l’energia si paga meno, allora diventa possibile». Mardegan ha sottolineato il ruolo dell’idroelettrico «che è il nostro oro blu ma necessita di un ammodernamento». Anche per Annalisa Muccioli, responsabile R&D & facilities technical authority di Eni, «non c’è un’unica soluzione che risponda a tutte le esigenze. Il nostro impegno è sull’efficientamento della produzione di energia e su nuovi fronti». Un esempio? «Noi stiamo lavorando su pannelli solari realizzati con materiali che potrebbero limitare la dipendenza da alcune materie prime cinesi». Poi ci sono i biocarburanti «dove siamo molto attivi». La transizione richiede competenze: «Abbiamo più di mille persone che lavorano in ricerca e sviluppo». Quando si parla di transizione eco spesso ci si dimentica che riguarda anche l’acqua. «Solo che all’acqua non ci sono alternative» ha detto Enrico Resmini, chief non regulated business officer di Acea. Una delle soluzioni allo stress idrico è il «riuso ma oggi meno del 5% delle risorse idriche è riutilizzata». Resmini ha ricordato il problema dell’ammodernamento della rete. «Il 30% ha più di 60 anni». Quando si parla di infrastrutture non si può non palare dei treni. L’ad e dg del gruppo Fs, Stefano Antonio Donnarumma, ha spiegato che «l’estate scorsa è stata particolarmente critica. Il 74% dell’Alta velocità è arrivata all’interno dei 10 minuti dell’orario previsto». Fs è ente attuatore del Pnrr. «Ci sono 1.200 cantieri aperti al giorno. Il traffico regionale ha una puntualità del 90% ma è un campionato diverso». «Quando finiranno i cantieri?», lo incalza il direttore Maurizio Belpietro. «Il Pnrr si completerà al 2026 ma alcune opere scavalcheranno il 2027, il termine ultimo è il 2028». Lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale avrà un impatto anche sull’attività svolta dalle dogane. Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ha sottolineato che l’Ia «aiuterà ad aumentare i controlli». Le dogane risentono anche degli equilibri geopolitici. «Stiamo andando verso un’unica autorità doganale europea e un’unica centrale dei rischi».Pasquale Frega, presidente e ad di Philip Morris Italia, ha sottolineato i limiti di un’Europa che «svolge un ruolo contrario alle motivazioni per cui è nata, cioè creare mercato unico, con regole comuni per favorire la competitività. Oggi assistiamo a interventi normativi che non aiutano». Molto critico anche Giuliano Noci, prorettore del Politecnico Milano. «L’Europa essendo in mezzo a Cina e Usa avrebbe la grande opportunità di diventare attrattiva per gli investitori internazionali. Ma non siamo credibili se ci muoviamo come Stati singoli». Intervento anche del professore dell’Università di Pisa Pierluigi Consorti e del Giornalista Gianluigi Nuzzi nel panel «Tasse e trasparenza».Nello scenario geopolitico, l’Africa ha assunto un ruolo nevralgico. «È un continente che può dare risposte significative all’Italia che con il Piano Mattei ha compreso questa importanza», ha affermato il ceo di Bf spa, Federico Vecchioni. «Non era scontato che una realtà italiana come la nostra fosse pronta alla fine del 2023 a misurarsi nel Mediterraneo, replicando quello che abbiamo realizzato in Italia con un’infrastruttura che rappresenta una straordinaria opportunità». Un esempio pratico? «La realizzazione di una model farm, dove produciamo per i Paesi e per i mercati locali, non c’è trading. Trasferiamo know how in modo vincente con gli attori locali sempre presenti».In tema di infrastrutture c’è l’esperienza di Mundys, che tramite la controllata Adr gestisce l’Aeroporto di Fiumicino e Ciampino. Elisabetta De Bernardi, chief asset management Officer Mundys, ha messo l’accento sulla qualità dell’hub della Capitale, «entrato nella top ten internazionale» e diventato «un modello da esportare» anche dal punto di vista della sostenibilità. «Abbiamo anticipato al 2030 il net zero ottimizzando tutti i processi». Benedetto Levi, ad di Iliad, ha messo in evidenza il ruolo sensibile delle infrastrutture delle Tlc nella sicurezza del Paese poiché sono «la spina dorsale per numerosi settori». Andrea Stanzi, senior advisor strategy and external affairs Multiversity, ha sottolineato invece l’importanza delle competenze. «Solo il 46% degli italiani ha competenze digitali di base. C’è anche diffidenza verso l’intelligenza artificiale. Il 17% non vorrebbe che fosse introdotta nel proprio posto di lavoro».
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)