2021-09-12
Il Viminale bracca i no vax ma grazia i sì rave
Il ministero e il Dipartimento di pubblica sicurezza non trattano allo stesso modo tutte le emergenze di (dis)ordine pubblico Il party di Viterbo, a base di stupefacenti e violenze, è stato tollerato. Le proteste degli anti vaccinisti invece vengono stroncateIl ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sta facendo la faccia feroce di fronte a uno sparuto gruppo di no vax esaltati, di cui fanno parte la temibilissima cameriera ultracinquantenne di Mestrino e il quarantaseienne portiere di condominio di Milano, tutti senza legami con gruppi estremisti di destra o di sinistra. Contro queste figure folcloristiche e probabilmente esagitate (magari anche frustrate) lo Stato ha mostrato il suo lato inflessibile, quello che non perdona le cazzate scritte in chat da questi leoni da tastiera. Ma quello stesso Stato ha calato le brache di fronte a 10.000 punkabbestia che hanno organizzato un gigantesco rave in provincia di Viterbo con questo distensivo slogan di presentazione della fiera: «La Taz (zona temporaneamente autonoma) è un’insurrezione contro lo Stato, un’operazione di guerriglia che libera una zona di terra, di tempo, di immaginazione per poi dissolversi prima che lo Stato la schiacci, per poi rinascere altrove, nello spazio e nel tempo». Un serpentone che ha attraversato l’Italia abbastanza indisturbato, trovando solo qualche locale e lodevole sbarramento, come è successo nella provincia di Alessandria, con prefetto e forze dell’ordine piuttosto in palla. Alla fine, però, lo Stato centrale, rappresentato dal Viminale e dal Dipartimento di pubblica sicurezza, non ha trovato la forza di fermare questi signori per evitare di trasformare la kermesse senza regole in un campo di battaglia, dove, era il timore, migliaia di esagitati avrebbero cercato lo scontro con chi avesse tentato di sgomberare l’area. Una zona franca in cui sono stati commessi illeciti veri e non virtuali, che vanno dall’invasione di proprietà privata allo spaccio di droga, dalla violazione delle norme anti Covid alla violenza carnale. E c’è pure scappato il morto. Sulla fine del venticinquenne annegato nel lago di Mezzano la Procura di Viterbo sta ancora attendendo le analisi tossicologiche. A margine degli abusi più gravi, sono stati compiuti pure reati ambientali e fiscali, visto che questo grande carrozzone si porta dietro bancarelle che vendono cibi, bevande e merci di ogni tipo (oltre alle droghe), il tutto, ovviamente senza emettere neppure uno scontrino. Eppure, per motivi di ordine pubblico, non si è voluto riportare nell’alveo della legalità questa «zona temporaneamente autonoma». Anzi si è permesso ai ragazzi di sballarsi fuori da ogni controllo. Solo perché non si sono dichiarati no vax militanti. Sebbene nei lunghi video girati nell’accampamento che abbiamo visionato con attenzione non abbiamo notato neppure un partecipante dotato di mascherina e gli assembramenti non sono certo mancati in un’estate in cui le discoteche con le licenze in regola erano costrette a rimanere chiuse. Ma le incredibili contraddizioni contenute nella gestione del fenomeno dei rave se confrontate con la faccia ringhiante mostrata ai no vax non stanno passando inosservate anche tra gli uomini delle forze dell’ordine. Noi in queste ore abbiamo parlato con poliziotti e carabinieri, alcuni con posizioni di alto rango, e da queste chiacchierate stanno emergendo i buchi nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica emersi nella vicenda della sei giorni di sesso, droga e musica techno che ha avuto luogo in provincia di Viterbo. «Aspettate di ascoltare cosa dirà il ministro quando riferirà in aula…» ci dice sibillino il dirigente di un ufficio investigativo abituato a gestire situazioni d’emergenza e ad avere a che fare con soggetti come quelli che popolano i rave. «Alcune volte bisogna prendere delle decisioni in tempi molto rapidi. E per questo bisogna avere le palle. In questa storia sono stati commessi diversi errori». Chiediamo allo specialista quali sarebbero stati. E lui risponde senza giri di parole: «Non aver chiuso dentro quell’area chi era già sul posto». Per il funzionario andavano mandati rinforzi immediati e chiamati i reparti mobili; bloccate le vie d’accesso a quella piana e gestiti coloro che erano rimasti al loro interno. Il tempo per farlo ci sarebbe anche stato, ma il nostro interlocutore ci spiega perché a suo giudizio nessuno lo ha fatto: «Perché in quel momento gli uomini più importanti che devono decidere non c’erano». Il riferimento, ovviamente, è ai questori di Grosseto e Viterbo, in quel momento fuori sede. «Sapete che cosa significa decidere? Assumersi responsabilità e conseguenze. Ad esempio, il sottoscritto – aggiunge il funzionario – è stato più volte denunciato da questi signori per abuso di potere e via dicendo. Se il tentativo di sgombero dell’area finiva in guerriglia il conto lo presentavano a chi, come me, sta in trincea, mica a quell’enorme esercito di anarchici che si muovono l’Europa. Se avessero rinchiuso quei 3/400 scalmanati già arrivati sul posto e impedito a tutti gli altri di entrare la festa sarebbe durata pochissimo perché loro guadagnano dalla vendita di droghe, magliette, dischi e dalla ristorazione abusiva. Quello dei rave è un business milionario, altro che chiacchiere». Affari che grazie a Lamorgese & C., sotto Ferragosto, sono andati a gonfie vele nella piccola repubblica (temporaneamente) indipendente dei fattoni.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco
Ecco #DimmiLaVerità del 18 settembre 2025. Il nostro Carlo Cambi ci rivela tutti i dettagli delle imminenti Regionali nelle Marche.