2019-01-27
Il vero volto dei sedicenti buoni della sinistra
A sinistra sono così umani che vogliono Matteo Salvini morto. Sì, i compagni che rivendicano con appelli e hashtag di non essere animali, e dunque di essere pronti ad accogliere tutti gli immigrati, al capo leghista augurano i funerali. Anzi, se potessero darebbero volentieri una mano per dare seguito al più presto alla sepoltura. Qualche auspicio in tal senso è comparso sui muri di varie località e di minacce ne sono piovute un certo numero, prova ne sia che al Viminale ormai hanno un dossier. (...) (...) Ma adesso anche sui social il dibattito è aperto e partecipano perfino esponenti della Cgil, ossia di quell'organizzazione sindacale che, piuttosto che preoccuparsi degli italiani, ha deciso di virare sugli extracomunitari. Eh sì, la Confederazione che ha appena cambiato segretario e ha messo tra i punti principali della sua piattaforma i fascisti e gli immigrati, annovera tra le sue file anche funzionari che desiderano la prematura scomparsa del vicepremier. Tra questi, la fondatrice del sindacato traduttori editoriali (Strade), cioè, si presume, una che ha studiato e che traduce libri. Ieri, via Twitter, Isabella Zani - questo il nome della sindacalista - ha cinguettato il suo commento dopo che per il ministro dell'Interno è stata richiesta l'autorizzazione a procedere. «Non voglio che si dimetta. Non voglio che perda l'incarico. Non voglio che finisca in galera. IO LO VOGLIO MORTO». Le maiuscole, ovviamente, sono della signora. Alla quale non bastava augurarsi il decesso di Salvini, ma a quanto pare lo voleva urlare e dunque ha scelto di scriverlo tutto in maiuscolo. La fondatrice del sindacato traduttori editoriali apparterrà certamente a quella classe colta, piena di buoni sentimenti, che giornalmente sui social fa sentire la propria voce a favore degli immigrati. Si tratta di quelle personcine per bene che ogni giorno invitano gli altri, ossia la maggioranza degli italiani che si dice preoccupata per gli sbarchi e la sicurezza, a «restare umani». Dire che non possiamo accogliere tutti, che l'invasione va fermata, che i porti devono rimanere chiusi, proprio come dice il ministro dell'Interno, per questi compagni significa essere disumani. Così come bestiale è sostenere lo smantellamento dei vari centri di accoglienza dei richiedenti asilo. Il Cara di Castelnuovo di Porto era considerato dagli stessi immigrati una schifezza e infatti qualche tempo fa, quando la gestione era stata affidata alla cooperativa che ancora lo gestisce, fra i profughi era scoppiata una rivolta. Per sedare la protesta era dovuta intervenire la polizia e gli agenti avevano anche dovuto arrestare i più scalmanati. Tuttavia, quando il ministro dell'Interno ha mandato le forze dell'ordine a sgomberare il centro, trasportando gli immigrati in altre strutture e con comodi autobus, la sinistra ha denunciato la deportazione. Dopo aver predicato per anni l'accoglienza diffusa, ossia la frottola dei tre migranti ogni 1.000 abitanti (che in un paese di 60 milioni di abitanti significano 180.000 persone, cioè l'equivalente di quelli giunti in un solo anno quando al governo c'era il Pd), trasferire gli immigrati in luoghi in cui non siano ammassati fa venire in mente i lager nazisti e la deportazione. Vedendo gli autobus partire qualcuno si è perfino lamentato, sostenendo che i profughi non sono carne da macello.I buoni, quelli che difendono i migranti e che sono pronti a versare le lacrime per ogni barcone respinto, sono poi gli stessi che essendo molto umani si augurano la morte di Salvini. Il quale ha un solo torto: quello di aver disturbato gli affari delle varie cooperative e delle associazioni che, pur professando di essere senza fini di lucro, incassano milioni. Prendete per esempio Auxilium, l'organizzazione che si occupava del Cara di Castelnuovo di Porto. Per l'affitto della sola struttura il Viminale spendeva 1 milione e poi altri milioni si aggiungevano per la gestione. Il paese, secondo il sindaco, voleva che i migranti restassero, perché il centro a pochi chilometri di Roma aveva incluso i profughi. Ovvio che fosse così. Per la zona quella era una delle principali fonti di reddito. Non a caso vi lavoravano in 107: un dipendente ogni cinque migranti. E ora che il Cara chiude e l'afflusso di altri extracomunitari non è garantito da nuovi sbarchi, la catena di montaggio della solidarietà rischia di incepparsi e gli affari pure.Risultato, il sindacato è sul piede di guerra. Landini canta Bella ciao e invoca la nuova resistenza. E la capa del sindacato traduttori della Cgil spera che Salvini trapassi. Del resto, queste sono le brave persone, quelle di buon cuore e ottimi sentimenti. Per loro solidarizzare è tutto. Ma anche criminalizzare chi si permette di non pensarla come loro. Per loro un profugo salvato vale un Salvini ammazzato.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.