2023-01-17
«Il sì alla vendita di farina di grilli è un’arma di distrazione di massa»
Nel riquadro, Luca Baravalle
L’imprenditore Luca Baravalle stronca le politiche Ue su ecologia e cibo: «Attacco alla nostra cultura».L’inizio del 2023 non è stato rassicurante. Gli aumenti del carburante hanno fatto capire che la crisi non è finita. E anche l’agroalimentare è nel mirino: via libera alla farina di grilli. Ne parliamo con Luca Baravalle, ad dell’azienda dolciaria Dario’s.Cosa pensa del nuovo balzo dei carburanti?«Me lo aspettavo. Ho l’impressione che ci troviamo di nuovo davanti a una grande speculazione. A fine anno, sia per la benzina sia per il diesel la riduzione era stata complessivamente di 30,5 centesimi. Ma le quotazioni dei prodotti petroliferi hanno fatto segnare un significativo aumento nei giorni scorsi. Il prezzo della benzina è aumentato a livello internazionale di pari passo all’aumento del petrolio. A incidere in Italia sono soprattutto le accise e l’Iva. E questo sta diventando insostenibile. Si rischia di aggravare ulteriormente la situazione delle piccole e medie aziende».Gli esperti spiegano che il motivo degli aumenti va ricercato nella guerra in Ucraina. «Ormai mi sembra chiaro che la guerra sia il capro espiatorio di qualunque problema. L’Italia non dipende esclusivamente dalla Russia per i carburanti, ma solo in minima percentuale».Entro un decennio diremo davvero addio alle auto a combustione?«La decisione di Bruxelles mi pare un atto a dir poco suicida, soprattutto per il nostro Paese. Questa transizione all’elettrico non ha nulla di ecologico, tra l’altro. Mi chiedo, ad esempio, come intendano smaltire le batterie di queste auto e in che modo. Rifletterei anche sulle materie prime: la crescente domanda di batterie potrebbe infatti mettere in crisi la catena di approvvigionamento in Europa. Ho amici che lavorano da tempo nei mercati asiatici e stanno già abbandonando l’elettrico a favore dell’idrogeno. Che senso può avere partire con un progetto che sembra già superato?».Si punta molto sulle energie rinnovabili. È la soluzione?«Il problema è che le energie rinnovabili non sono a zero emissioni. Stiamo assistendo a una vera e propria distruzione dei nostri paesaggi con la trasformazione dei campi agricoli in campi fotovoltaici e con pale eoliche a dir poco mostruose. Al di là dell’impatto visivo, non mi sembra nemmeno possano contribuire in qualche modo a risolvere la crisi climatica ed energetica in corso, l’unica certezza è che provocano colate di tonnellate di cemento. Perché non cominciamo a produrre energia con soluzioni meno impattanti come i salti d’acqua, numerosissimi su tutto il nostro territorio, che porterebbero alla produzione di energia pulita quasi tutti i giorni dell’anno senza deturpare il territorio?».L’Ue ha autorizzato l’immissione sul mercato dell’acheta domesticus, il grillo domestico, in polvere parzialmente sgrassata come nuovo alimento.«Mi sembra l’ennesima arma di distrazione di massa. Stiamo assistendo a un vero e proprio attacco alla nostra cultura enogastronomica. Vogliamo davvero dire addio alle colture storiche e alle tradizioni agroalimentari del nostro Paese in nome di questa assurda rivoluzione green, che di verde non ha proprio nulla, se non il colore del dollaro? Per non parlare poi della nuova moda del cibo sintetico, su cui ho molti dubbi, sia sul fronte della salute sia della sicurezza, senza peraltro risolvere i problemi ambientali, poiché la tecnologia è relativamente nuova e non sappiamo davvero quale sarà l’impatto ambientale quando tali tecnologie saranno prodotte su vasta scala. Mi sembra evidente che ci sia una precisa strategia di marketing da parte di grandi multinazionali che puntano a modificare i nostri stili alimentari consolidati, fondati sulla qualità e la tradizione, valori importanti del nostro Paese, che dobbiamo difendere con tutte le forze. Per ridurre l’impatto sull’ambiente delle produzioni agricole alimentari credo sia necessario puntare sulla ricerca e sullo sviluppo nell’innovazione dei modelli di produzione tradizionale, che garantiscano il mantenimento del cuore economico dell’agricoltura, che è anche il cuore dell’ambiente e della nostra salute».