2020-05-28
Il Senato strizza l’occhio all’islam radicale
Giuseppe Conte e Tamim bin Hamad Al Thani (Ansa)
Ieri è stato ratificato l'accordo di cooperazione con il Qatar che permetterà al ricchissimo emirato integralista di finanziare scuole coraniche e corsi di arabo in Italia. Levata di scudi da Fdi: «Così il proselitismo a favore degli estremisti sarà legale».Abbiamo spalancato le porte alla propaganda islamica. Il Senato ieri ha ratificato un trattato bilaterale con il Qatar, che permette all'emirato di sostenere università e finanziare borse di studio in Italia, di favorire l'insegnamento della lingua araba nelle scuole, oltre a prevedere interscambi culturali e studenteschi tra i due Paesi. «Una grande presa in giro, l'Italia non spenderà un euro per promuovere l'italiano o rendere meno integralisti gli atenei qatarioti», commenta sdegnato il senatore di FdI, Giovanbattista Fazzolari. «Non abbiamo la vocazione politica né l'interesse, nemmeno i soldi per farlo. Il piccolo e ricchissimo Qatar invece sì, rivendica orgogliosamente la sua attività di islamizzazione in Europa sostenendo moschee, centri islamici, ospedali e università. Uno Stato salafita, da anni tra i principali finanziatori del movimento dei Fratelli Musulmani, che riesce mettere in campo risorse ingenti soprattutto nel campo dell'istruzione, può solo preoccuparci enormemente. Invece il Parlamento ha detto sì». L'accordo con il Qatar venne firmato a Roma il 16 aprile 2012 e, come molti trattati internazionali, ha impiegato otto anni ad arrivare in Parlamento dove però è stato ratificato. Approvato dalla Camera lo scorso settembre, «votammo contro solo noi di Fratelli d'Italia», ricorda Fazzolari, ieri è passato anche al Senato sempre con il voto contrario di FdI e, questa volta, con l'astensione di Lega e Forza Italia. «Abbiamo provato a spiegare che non pretendiamo di fare accordi internazionali solo con Paesi con i quali condividiamo valori e principi, non abbiamo problemi per accordi commerciali con il Qatar o di lotta al terrorismo, ma qui si tratta di consentire di fare in Italia, in modo legale, proselitismo a favore dell'islam integrale», dichiara Fazzolari. Qatar Papers, il libro scritto dai giornalisti francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot, svelò i finanziamenti nel 2014 di Doha a moschee e centri islamici in Europa, ben 72 milioni di euro di cui 22 soltanto in Italia tramite la Qatar charity. Nel 2017, il progetto per la costruzione di una delle più grandi moschee in Italia fu bloccato dall'allora neo eletto sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, quando chiese le copie dei bilanci per stabilire la tracciabilità dei finanziamenti della Charity. «Come si fa a dire che dobbiamo favorire l'islam moderato, che è importante sapere da dove arrivano i soldi che finanziano le comunità islamiche e poi stringere accordi con Qatar e Arabia Saudita, che è proprio quello che l'islam moderato ci chiede espressamente di non fare?», si indigna Fazzolari. La radicalizzazione è un percorso graduale che attraversa varie fasi. Nel 2007, lo sceicco qatariota Youssef al-Qaradawi affermava: «La conquista di Roma, la conquista dell'Italia e dell'Europa. Questo significa che l'Islam tornerà in Europa ancora una volta. Si può dire che questa conquista si farà attraverso una guerra? No, non è necessario. Esiste la conquista pacifica, uno dei principi di questa religione. Prevedo che l'Islam tornerà in Europa senza ricorrere alla spada, bensì attraverso la predicazione e le idee». Fazzolari, responsabile nazionale del programma di FdI, ricorda che «abbiamo ben presente l'attività svolta da questi Paesi integralisti, pensiamo a come l'Arabia Saudita è riuscita a radicalizzare tutti i Balcani e oggi ci ritroviamo kosovari e bosniaci, un tempo islamici moderati, a combattere con l'Isis in Siria». Durante la discussione in Aula, nel suo intervento la senatrice Isabella Rauti, vicepresidente vicario di FdI, ha cercato inutilmente di fare ragionare i colleghi degli altri partiti: «Al di là di alcuni illeciti accordi di carattere energetico e militare, non dovete chiudere gli occhi, non dobbiamo, non possiamo chiudere gli occhi dietro agli interessi del petrodollaro che serve per islamizzare il nostro Paese». La senatrice chiedeva come si possa «accettare un accordo con un Paese che viola sistematicamente i diritti umani», ricordando che «è inutile impegnarsi in casa propria nella difesa dei diritti delle donne e poi accettare di fare accordi con uno Stato come il Qatar che non consente loro di partecipare a nessun evento sociale, che le tiene segregate, divise nelle scuole e separate dagli uomini. Un Paese in cui le turiste stuprate che denunciano le violenze subite vengono arrestate e le lavoratrici domestiche straniere sono sfruttate senza poter rivendicare alcun diritto. A cosa serve tutto l'impegno profuso nei numerosi organismi di parità a livello istituzionale, regionale e nazionale se poi, con simili accordi di Cooperazione, si invitano le nostre figlie ad andare a studiare in un Paese in cui per l'adulterio è prevista la pena di 100 frustate e nel quale le donne sono velate e nascoste al mondo». Le nostre studentesse non andranno a seguire corsi in Qatar, ma sicuramente arriveranno molti finanziamenti per promuovere corsi di arabo, magari a partire dalla scuola primaria.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco