2020-02-26
Il salvataggio di Astaldi va avanti e lascia sul terreno 5.000 sbancati
Metà degli obbligazionisti boccia i rimborsi. Proposto il 20% contro il 38 previsto dal piano originario. In ballo quasi un miliardo. Intanto Salini festeggia l'ok dell'altra metà: consente di procedere con il Progetto Italia.Salini Impregilo accelera sul piano industriale e sul Progetto Italia che prevede la creazione di un grande polo delle infrastrutture italiano - WeBuild -, realizzato con il supporto di Cassa depositi e prestiti e di una pattuglia di banche creditrici (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bpm). L'operazione prevede l'ingresso nel capitale di Astaldi che Salini vorrebbe concretizzare entro settembre.Chi rischia di rimanere col cerino in mano sono i piccoli risparmiatori che hanno sottoscritto i bond della società di costruzioni romana che oltre alle perdite - pesanti per tutti - si sentono discriminati nei confronti degli altri creditori (in particolare le banche). A ottobre Astaldi ha commissionato alla società specializzata Morrow Sodali sul censimento dei detentori del bond 2020 e del convertibile 2024. Da rumors interni all'azienda, ben l'80% del totale emissioni obbligazionarie sarebbe presente nei depositi titoli di normali investitori. Ovvero sarebbe stato trasferito al retail dagli istituzionali, inizialmente sottoscrittori. Circa 5.000 comuni risparmiatori rischierebbero di vedere quasi azzerato il loro investimento.Manca esattamente un mese al prossimo step che dovrebbe completare l'operazione Astaldi e per Progetto Italia, con l'adunanza di tutti i creditori per l'approvazione della proposta concordataria, in programma il 26 marzo. Ma ieri a Roma ci sono stati due appuntamenti importanti. E un via libera al concordato a metà. L'assemblea dei bondholders del prestito Uk da 140 milioni (al 4,875% con scadenza 2024) ha infatti approvato con il voto favorevole dell'80,05% dei presenti la proposta di concordato preventivo in continuità aziendale diretta di Astaldi nell'ambito della procedura concordataria. Ben diverso l'esito dell'altra assemblea del prestito obbligazionario Usa da 750 milioni (scadenza 2020) che non si è costituita perché non è stato raggiunto il quorum costitutivo. Si riunirà pertanto nuovamente in seconda convocazione, il 10 marzo alle 12 e, occorrendo, in terza convocazione, il 24 marzo alle 12. A dare l'annuncio è stato Ernesto Monti, vice presidente Astaldi, che ha presieduto la riunione. Nell'hotel romano dove era prevista l'assemblea era presente ieri mattina anche il presidente della società, Paolo Astaldi.Difficoltà a votare vengono lamentate dal Comitato bondholder Astaldi, che rappresenta oltre 350 obbligazionisti per 80 milioni di euro e che comunque ritiene illegittime le assemblee (in quanto non competenti a decidere, a maggioranza, quale voto il loro rappresentante dovrà esprimere nell'adunanza dei creditori). Da una parte vengono citate le restrizioni dovute all'allarme coronavirus in alcune regioni, che hanno creato problemi anche nei trasporti ferroviari, dall'altra anche «le procedure così complesse da essere adatte a investitori istituzionali, ma non al retail». Per l'assemblea del prestito da 750 milioni, «alla seconda convocazione il quorum ci sarà, perché l'hanno abbassato a un terzo. Stavolta il quorum, viene riferito, era poco sopra il 41%, intorno ai 315 milioni e il 10 marzo basteranno 158 milioni per il quorum. Il Comitato resta inoltre in attesa della risposta della Consob alla lettera inviata dai propri legali a metà febbraio per richiedere di valutare urgentemente se la procedura seguita da Astaldi nel concordato garantisca o meno il rispetto della disciplina che regola le operazioni di appello al pubblico risparmio, il rispetto della disciplina che regola l'attività di intermediazione finanziaria e il rispetto della disciplina che regola lo svolgimento delle assemblee degli obbligazionisti. Il comitato degli obbligazionisti aveva già bocciato in una lettera inviata ad azienda, Commissari e al Tribunale fallimentare di Roma la proposta concordataria. Nel mirino resta il valore di recupero dell'investimento. L'ultima stima degli obbligazionisti è che la soddisfazione dei creditori chirografari «possa attestarsi a valori decisamente inferiori» pari a 620 milioni che corrisponde «ad una percentuale di soddisfacimento di appena il 18%», contro il 38% indicato nel piano. Salini Impregilo, dal canto suo, apprende «con soddisfazione il risultato della votazione» degli obbligazionisti del prestito Uk definendolo «un altro passo avanti verso la completa esecuzione di Progetto Italia». Il piano dovrebbe essere presentato al cda e poi al mercato intorno a metà marzo mentre l'ingresso nel capitale di Astaldi dovrebbe avvenire entro il 30 settembre. Ma solo dopo l'approvazione della proposta concordataria da parte dei creditori nell'adunanza del 26 marzo alla quale dovrebbe seguire, entro fine estate, l'omologa della proposta da parte del Tribunale di Roma.
Elbano De Nuccio, presidente dei commercialisti (Imagoeconomica)
Pier Silvio Berlusconi (Ansa)
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