2018-07-26
Il Rottamatore di mutui: Renzi accende il quarto e si trasferisce nel villone da 1,3 milioni di euro
L'ex premier, che a gennaio dichiarava 15.000 euro in banca, completa l'acquisto della villa nella zona più bella di Firenze. Per la quale, come svelato dalla «Verità», aveva dato una caparra di 400.000 euro.La magione apparteneva alla famiglia dell'attrice Vittoria Puccini. È in una via privata vicino a piazzale Michelangelo, punto panoramico della città: 11,5 vani e 1.580 metri quadrati di terreno.Lo speciale contiene due articoliMatteo Renzi potrebbe riciclarsi come consulente immobiliare per insegnare agli italiani come accendere più mutui a tassi favorevoli. L'ultimo colpo è recentissimo. Nel preliminare di vendita di giugno della sua nuova villa fiorentina da 1,3 milioni di euro il notaio Michele Santoro aveva precisato che all'appello mancavano 900.000 euro e che Renzi aveva «già richiesto a un istituto bancario un finanziamento necessario per il pagamento di gran parte del prezzo convenuto e la pratica relativa» era «in corso di istruttoria». All'epoca l'ex capo del governo aveva pagato una caparra di 400.000 euro spalmata su quattro assegni circolari emessi dal Banco di Napoli. Una scelta che aveva scatenato diverse polemiche, visto che appena cinque mesi prima lo stesso ex premier aveva dichiarato di avere solo 15.000 euro sul conto corrente.Ebbene tutti questi problemi sono stati superati brillantemente grazie al Banco di Napoli che ha concesso più della somma mancante e cioè ha erogato 1.000.000 di euro da restituire in 30 anni con un tasso fisso dell'1,9%. I 100.000 euro in più serviranno probabilmente per tasse, spese notarili e parte della ristrutturazione.Nel rogito del 23 luglio il notaio Santoro ha annunciato che «in data 16 luglio 2018 la Banco di Napoli Spa ha deliberato definitivamente la concessione di mutuo fondiario alla parte acquirente».Il tasso di interesse, pari all' 1,90% risulta inferiore - seppur non di molto - al tasso nominale applicato dalla stessa banca a finanziamenti dello stesso importo e tipologia (2,05%, cui vanno aggiunte le spese per la determinazione del tasso finale); a Renzi non sono stati addebitati alcuni costi accessori ovvero «spese di istruttoria» e «spese per perizia», entrambe pari a zero (rispetto ai costi di 900 e 850 euro, applicati alla clientela ordinaria). Risultano, poi, particolarmente favorevoli le condizioni applicate per la polizza assicurativa, pari a 3.450 euro.L'ufficio stampa di Renzi a giugno aveva riferito che «nessun mediatore immobiliare (men che mai internazionale)» aveva ricevuto «un incarico dalla famiglia». Forse il riferimento, un po' generico, era alla vendita della dimora di Pontassieve, perché, per quanto riguarda l'ultimo acquisto, nel rogito viene specificato che la parte acquirente ha usufruito della mediazione dell'agenzia «Immobiliare architetto Daniela Ciulli». I Renzi hanno pagato la consulenza 31.720 euro, ordinando il 29 giugno 2018 un bonifico di pari importo «presso il Banco di Napoli Spa, agenzia Roma 1», cioè quella del Parlamento, dove evidentemente l'ex premier ha aperto il suo conto da senatore. La direttrice della medesima filiale, Rosalba D'Alesio, è intervenuta all'atto del rogito e ha consegnato ai venditori quattro assegni circolari, due da 250.000 euro e altrettanti da 200.000. Le parti hanno anche puntualizzato che la villa, nell'esclusiva via Tacca, ai piedi di San Miniato e Piazzale Michelangelo, «non è un bene di lusso secondo le nuove normative oggi vigenti in materia di agevolazioni prima casa». Non basta. Matteo Renzi si è impegnato a trasferire la residenza in via Tacca entro 18 mesi per usufruire delle agevolazioni previste per la prima casa. E qui arriva la notizia: infatti nell'atto è riportato che la famiglia Renzi «si impegna ad alienare entro un anno da oggi (il 23 luglio, ndr)» la villa di Pontassieve. Deve farlo entro 12 mesi per non pagare le imposte previste per le seconde case. Dunque l'ex premier «venderà» la vecchia casa e non l'«ha già venduta», come hanno provato a farci credere nelle ultime settimane i vari comunicati stampa e le veline passate ai giornali. Ieri per esempio il Corriere della Sera aveva scritto che la nuova dimora è stata «pagata con i soldi della casa venduta a Pontassieve (circa 800 milioni, sic)». In più il giornalista ha specificato che Renzi «ha aggiunto un paio di mutui (in realtà, come abbiamo visto, uno solo, ndr) e i soldi incassati dalle conferenze all'estero e dal programma tv su Mediaset». Ma gli assegni circolari da 400.000 euro sono datati 13 giugno e quindi c'è da immaginare che l'agente dei vip (e di Renzi) Lucio Presta, che ha scommesso sulle quattro puntate su Firenze con il fu Rottamatore neo Divulgatore, abbia pagato sontuosamente e con largo anticipo il nuovo Alberto Angela per una trasmissione che 40 giorni fa era ancora senza acquirenti e per cui non erano ancora iniziate le riprese. L'ufficio stampa dell'ex premier dopo lo scoop della Verità sulla villa aveva promesso che, a proposito delle operazioni immobiliari del capo, «tutte le informazioni saranno rese pubbliche, come peraltro prevede la normativa per la trasparenza dei parlamentari» e che «in caso di acquisto di una casa e di vendita dell'altra saranno come già fatto in passato resi pubblici anche i mutui, passati, presenti e futuri». Proviamo ad anticipare queste rivelazioni facendo qualche calcolo abbastanza semplice. Con il Banco di Napoli, Matteo Renzi si è impegnato a pagare in 360 rate per i prossimi 30 anni 3.646,39 euro al mese (di media). Ma l'ex segretario Pd ha anche altri conti aperti. Nel 2004 la famiglia ha acceso con la Cassa di risparmio di Firenze un mutuo ventennale da 300.000 euro a un tasso di 2,9%, che comporta una rata di circa 1.600 euro. Cinque anni dopo ha ottenuto dalla stessa banca un altro finanziamento da 160.000 euro per 25 anni al 3% per un esborso mensile di 800 euro. Nel 2012 Matteo e i suoi tre fratelli hanno acquistato dai genitori la casa avita, ottenendo un mutuo da 1.300.000 euro con un tasso del 4,462% per 25 anni. Per questo finanziamento il senatore piddino deve pagare circa 1.850 euro ogni trenta giorni. Con l'ultimo debito milionario il monte rate mensile schizzerà a circa 7.900 euro e potrebbe restare tale per i prossimi sei anni. Infatti a Renzi restano da pagare circa 115.000 euro del primo mutuo (scadenza 2024), più di 150.000 del secondo (2034) e oltre 420.000 del terzo (2037), per un totale che si avvicina ai 690.000 euro. A questi soldi bisogna aggiungere l'ultimo affidamento che, con gli interessi, vale 1.312.700 euro (con termine nel 2048, quando Renzi avrà 73 anni). Un salasso da 2.000.000 difficilmente sopportabile anche per un senatore, un mestiere per sua natura a tempo determinato. Ma forse con la vendita della magione di Pontassieve l'ex premier estinguerà qualcuno di questi mutui e potrà respirare. Giacomo Amadori<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-rottamatore-di-mutui-renzi-accende-il-quarto-e-si-trasferisce-nel-villone-da-1-3-milioni-di-euro-2589889129.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="un-gioiello-da-285-metri-con-parco-sul-belvedere-piu-nobile-di-firenze" data-post-id="2589889129" data-published-at="1757807374" data-use-pagination="False"> Un gioiello da 285 metri con parco sul belvedere più nobile di Firenze Lunedì su un Fiat Doblò sono state caricate in fretta e portate via le ultime masserizie, perché presto partiranno i lavori di ristrutturazione, soprattutto negli interni, che al momento non sembrano particolarmente lussuosi. Le linee della villetta, con ampie finestre che rendono gli ambienti luminosi, guardano con rispetto al passato. Il colore esterno è un giallo paglierino molto delicato, tipico delle case di campagna fiorentine. In Toscana abitazioni di questo tipo le chiamano «terratetto»: edifici unifamiliari a più piani. La nuova casa di Matteo Renzi, già dei Puccini, avi dell'attrice Vittoria, è una terratetto di lusso in un quartiere raffinato. Via Pietro Tacca a Firenze è un'esclusiva strada privata immersa nel verde: non c'è traffico ed è ben servita. Ingresso, disimpegno, tre vani compresa la cucina open space, bagno, due locali accessori. Nel rogito il salone viene definito come «ampio». E questo è solo il piano nobile. All'esterno ci sono una loggia e un bel giardino con spazi verdi che una volta passati sotto i rastrelli di un giardiniere saranno di prima categoria. I precedenti proprietari non abitavano qui da un po' e il parco probabilmente è stato trascurato. Al piano di mezzo, tra il piano terra e l'ultimo, c'è un piccolo pianerottolo al quale si accede attraverso delle scale. Da lì si arriva anche sulla terrazza che quasi circonda l'abitazione e crea una bella ombra sui locali sottostanti. All'Agenzia delle entrate la casa risulta di categoria A/7 (quella dei villini esenti da Imu e Tasi), classe 3, per 11,5 vani catastali. La superficie totale è di 285 metri quadri. Sull'atto è indicato anche il prezzo d'acquisto: 1.230.000 euro. E tra i vicini di casa c'è chi giura che lo stabile valga la somma sino all'ultimo centesimo. Anche perché l'abitazione è piena di servizi: al piano ammezzato, ad esempio, c'è il locale lavanderia. Al primo piano ci sono due bagni e un palco morto al quale si accede da una porta. È un sottotetto abbastanza ampio, ma non tanto da poterlo definire una soffitta. Nel seminterrato c'è una cantina, raggiungibile con una scala che parte dal giardino. Tutto intorno c'è un vasto terreno agricolo di forma quadrangolare, limitrofo al giardino di pertinenza. Superficie catastale certificata: 1.580 metri quadri. Valore d'acquisto: 70.000 euro. E c'è già chi scherza sulla scoperta di una nuova passione per l'orto dell'ex premier. Una casa così Renzi la desiderava già prima del referendum del 2016, ma ha aspettato di lasciare la segreteria del Pd e il governo per realizzare il suo sogno. E così, come anticipato dalla Verità nonostante i tentativi di smentita, il 13 giugno scorso Matteo e sua moglie Agnese Landini firmarono, nello studio fiorentino del notaio Michele Santoro, il preliminare d'acquisto. Per assicurarsi la magione - ormai un mese fa - l'ex premier ha versato una caparra da 400.000 euro, spalmati su quattro assegni circolari da 100.000 euro ciascuno, emessi il 12 giugno dal Banco di Napoli, l'istituto di credito a cui si affidano i parlamentari. I venditori, come aveva appurato La Verità, sono la signora Natalia Gajo, classe 1928, e i suoi due figli. Il primogenito è il professore Giusto Puccini, 68 anni, docente di Istituzioni di diritto pubblico e presidente della scuola di Scienze politiche di Firenze, uno dei giuristi che nel 2016 si batterono per il Sì al referendum renziano: partecipò a numerosi dibattiti organizzati dal Pd. La sorella Oretta, 61 anni, è responsabile dei Servizi alle imprese e alle persone dell'ex Provincia, dove fu assunta nel 1987 e dove, probabilmente, ha potuto vedere all'opera e apprezzare lo stesso Renzi, presidente dell'ente dal 2004 al 2009. Per la vendita i Puccini si sono affidati all'agenzia immobiliare One step closer, che sui siti web aveva fissato il prezzo a 1.500.000 euro e che ha pattuito una provvigione di 15.860 euro, mentre Matteo, che ha ottenuto uno sconto di 200.000 euro, si è avvalso della mediazione dell'architetto Daniela Ciulli, la quale, invece, incasserà 31.720 euro. Sui siti di annunci immobiliari si può trovare ancora la descrizione dell'immobile: «In strada prestigiosa, alle pendici di piazzale Michelangelo (il punto di osservazione del panorama cittadino più conosciuto, ndr), villa indipendente con splendido giardino privato e passo carrabile (la strada è considerata come «privata» ed è stata dotata, dopo una battaglia burocratica che andava avanti dal 2014, di una sbarra, ndr)». E un ultimo punto di forza nella compravendita (non presente nella descrizione dell'immobile finita sul web, ma ben annotato nel preliminare firmato dal notaio): il 4 aprile 2018 Regione Toscana ha fornito all'abitazione il necessario attestato di prestazione energetica, classe «G». Un dettaglio che da un lato mette la casa in regola con la burocrazia, ma dall'altro farà storcere il naso agli ambientalisti. Si tratta dell'ultimo gradino nella classifica dell'indice di prestazione energetica - a meno di ristrutturazioni successive, che migliorino il livello - e viene affibbiato a quegli edifici che non rispondono in nessun modo ai criteri di efficienza richiesti dalle normative italiane ed europee. Fabio Amendolara