2024-07-10
Il Ppe lancia il «cordone sanitario»: zero poltrone al gruppo dei Patrioti
Manfred Weber: «Vanno esclusi da tutte le cariche». E la Germania manovra pure per togliere a Victor Orbán la presidenza di turno dell’Unione. I socialisti: «Niente assegni in bianco a Ursula, deve prima confermare il Green deal».Man mano che ci si avvicina all’apertura ufficiale della nuova legislatura europea, si moltiplicano le trattative per completare l’organigramma delle istituzioni Ue. A partire, ovviamente dal padre di tutti i negoziati: quello per permettere a Ursula von der Leyen di affrontare il voto di fiducia di Strasburgo senza sorprese. Ma come accade in ogni assemblea elettiva, sul tavolo non ci sono solo i ruoli più prestigiosi o quelli più in vista, ma anche quelli magari con meno riflettori puntati egualmente ambiti dai gruppi, come ad esempio le presidenze delle commissioni parlamentari. Le trattative per questi ultimi, di riflesso, appaiono meno segrete, mentre quelle per commissari e presidenti restano ancora sotto il pelo dell’acqua, ma da ciò che sta succedendo per le cariche parlamentari minori giungono indicazioni importanti per quello che accadrà ai massimi livelli.Detto questo, la giornata di ieri è stata segnata dal rinnovo, da parte di una maggioranza forse ringalluzzita dall’esito del secondo turno delle legislative francesi, della conventio ad excludendum nei confronti dei partiti di destra. O almeno quelli appartenenti al gruppo dei Patrioti per l’Europa, appena costituitosi per impulso del leader ungherese Viktor Orbán e già terzo per importanza, grazie all’adesione - tra gli altri - del Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella (eletto presidente), di Vox di Santiago Abascal (che ha consentito di fatto il sorpasso sui Conservatori) e dei portoghesi di Chega, oltre naturalmente alla Lega di Matteo Salvini e a Fidesz. Il più intransigente, su questo punto, è stato di nuovo il leader del Ppe Manfred Weber, che ha parlato di «cordone sanitario» per i Patrioti, sulla falsariga di quanto fatto nella scorsa legislatura per Id. Con questa espressione Weber intende il veto per il gruppo dei sovranisti anche per le cariche istituzionali nel Parlamento, come ad esempio vicepresidenti dell’assemblea, questori, presidenti e vicepresidenti delle commissioni parlamentari. In precedenza si era parlato di due commissioni per i Patrioti, ma poi Weber ha chiarito che «tutti coloro che sono eletti dai cittadini europei devono avere l'opportunità di lavorare qui, nel Parlamento europeo, e dobbiamo quindi garantirgli queste condizioni di lavoro». «Un’altra questione», ha proseguito, «è quella di chi rappresenta le istituzioni. Coloro che vanno chiaramente contro il progetto europeo e le istituzioni europee, come Viktor Orbán che ha detto pubblicamente che vuole smantellare questo Parlamento, queste persone penso che non possano rappresentare il Parlamento europeo come istituzione». «Rispettiamo gli individui, ma quando si tratta di ottenere una carica», ha concluso Weber, «devi anche rispettare le istituzioni, essere a favore delle istituzioni». Il gruppo dei Conservatori di Ecr invece dovrebbe ottenere le presidenze delle commissioni Bilanci e Libertà civili e giustizia (Libe). A fare incetta di presidenze sarebbe ovviamente il Ppe. Ma a proposito di Orbán, i vertici Ue si stanno «concentrando» anche sul suo ruolo di presidente per un semestre del Consiglio europeo, e sulle iniziative diplomatiche da lui assunte, che lo hanno portato in Russia e in Cina. Aquanto filtra da fonti diplomatiche a Bruxelles, un gruppo di Paesi membri, fra cui la Germania e le Repubbliche baltiche, potrebbe chiedere di togliere la presidenza di turno dell’Ue all’Ungheria, se Orbán assumesse altre iniziative di questo genere. La questione sarà affrontata nel corso della riunione di oggi del Coreper, l’organismo che coordina gli ambasciatori dei 27 presso l’Ue. Verosimilmente, dal tavolo dei diplomatici europei verrà lanciato un «avvertimento», anche perché la procedura per contestare una presidenza di turno prevede una maggioranza qualificata e rafforzata di quattro quinti: 20 Paesi che insieme rappresentino almeno il 65% della popolazione dei 27. A quel punto la presidenza passerebbe al turno successivo, che nella fattispecie è la Polonia. A Weber e al suo «cordone sanitario» hanno replicato a stretto giro gli esponenti di Patrioti per l’Europa, tra cui lo stesso Salvini, indirettamente, e il capodelegazione del Carroccio a Strasburgo Paolo Borchia: «Noi», ha detto Salvini, «non voteremo mai Ursula von der Leyen, non voteremo mai un inciucio con socialisti, comunisti, ecofanatici, quelli che vogliono gli sbarchi, le Ong, i trafficanti di esseri umani e guerre a oltranza». «Nessuna lezione di democrazia da Weber e compagni», ha affermato Borchia, «da chi da tempo in Ue è al guinzaglio delle sinistre estremiste e ideologiche, da chi da cinque anni porta avanti l’esatto opposto dei principi democratici, negando rappresentanza a milioni di elettori europei». Intanto, da sinistra, il capogruppo dei socialisti Iratxe García Pérez precisa che da parte loro non ci sarà «un assegno in bianco» per la Von der Leyen indicando tra le «priorità» la conferma del Green deal.