
L'ex stratega di Donald Trump: «È stato sconfitto il progetto d'integrazione europea di Macron. Ora è la volta della Brexit senza accordo e di Farage premier inglese. Il Papa a furia di criticare i sovranisti li ha aiutati. La mia scuola politica di Trisulti? È in regola».Nella sua prima ampia intervista dopo le elezioni europee, Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump e ideologo del movimento populista, appena rientrato negli Usa da Londra fa il punto della situazione sull'Europa, l'Italia,il futuro dei movimenti populisti, gli Stati Uniti e risponde alle questioni più scottanti che lo vedono ancora una volta al centro dell'attenzione internazionale. Lei è appena tornato dall'Europa dove ha trascorso tanto tempo negli ultimi mesi, la sorprende il risultato di queste elezioni?«Il risultato di queste ultime elezioni europee è stato straordinario, perché ora in Europa sono cambiate le regole d'ingaggio e si è verificato quello che nella marina americana si chiama “controllo per negazione" a favore dei sovranisti. Quando cioè si possono effettuare delle decisioni senza l'autorizzazione dei superiori. Le elezioni europee hanno dimostrato per prima cosa che il progetto di maggiore integrazione europea voluto da Emmanuel Macron è sostanzialmente defunto. Secondo, che la sua proposta di “rinascimento" è stata ignorata completamene dagli altri leader europei, disprezzata da Angela Merkel e bocciata dagli elettori francesi. C'è anche un'altra questione: quella che in Europa ora avete la possibilità di mettere insieme un supergruppo che sarebbe il secondo per grandezza dentro il Parlamento europeo. Infine queste elezioni hanno portato al cambiamento di ogni dinamica politica, sia nel Regno Unito, sia in Italia, sia in Francia.Che effetto avranno queste elezioni sul futuro dell'Europa?«Queste elezioni avranno un effetto gigantesco sull'Europa. Il progetto globalista degli Stati Uniti d'Europa è stato bloccato. In queste ultime elezioni i partiti populisti hanno mostrato potere di organizzazione, capacità di trasmettere il loro messaggio e la disciplina sufficiente per vincere a livello europeo e questo è un risultato enorme». Pensa che i partiti populisti europei si riuniranno sotto un'unica bandiera?«Non credo che vedrete i partiti populisti unirsi sotto un'unica bandiera soprattutto per una questione relativa alla politica interna nel Regno Unito. Credo che i partiti voteranno allo stesso modo sugli argomenti chiave, ma non credo che formeranno un partito unico».Cosa succederà con la Brexit?«L'unica Brexit che vedo possibile avverrà senza alcun accordo con l'Europa. Penso che si verificherà uno strappo netto e credo che questo succederà solo quando Nigel Farage diventerà il primo ministro inglese. Non credo che la Brexit possa avvenire neanche sotto la leadership dei conservatori, troppo asserviti ai dipendenti pubblici».Lei ha detto che l'esperimento politico italiano avrebbe cambiato la politica globale. È ancora d'accordo?«L'esperimento italiano è la dimostrazione più lampante dell'evoluzione della politica mondiale e rimane un esempio al quale il mondo continua a guardare. Non ho mai pensato né ho mai detto che sarebbe stato facile governare con una coalizione di populisti e sovranisti ma è passato quasi un anno e mezzo dal voto e il governo gialloblù continua a governare». Crede che presto vedremo una coalizione di centrodestra guidata da Matteo Salvini?«Credo che Salvini si sia affacciato al palcoscenico della politica mondiale, cosa farà nel contesto della politica italiana è da vedere. Ha appena confermato che manterrà il patto di governo». Anche Fratelli d'Italia ha avuto un ottimo risultato elettorale. «Avevo previsto l'ascesa di Giorgia Meloni già dall'anno scorso, quando l'ho conosciuta. È una dei leader più intelligenti e dinamici del mondo. Credo che abbia davanti a sé un grande futuro».L'economia italiana è ferma, l'Ue chiede austerità e il governo italiano concede il reddito di cittadinanza... Qual è la sua ricetta per il rilancio dell'economia italiana?«L'Italia non arriverà mai alla prosperità attraverso una politica di tagli. Il rilancio economico, la prosperità, si ottiene solo con gli investimenti, la riforma delle tasse, la riforma dei regolamenti - tutte misure che possono innescare il grande spirito imprenditoriale degli italiani. Questo è quello di cui l'Italia ha bisogno. Ma penso anche a un programma di investimenti digitali massiccio e un piano per le infrastrutture tradizionali per ricostruire la nazione e soprattutto creare lavoro». Papa Francesco è stato un fattore importante in queste elezioni?«Papa Francesco è stato un fattore di grande rilievo per mandare la gente a votare per i populisti! Il suo sdegno costante per i sovranisti credo abbia motivato i populisti ad andare a votare». I media americani stanno riportando che siete stati sfrattati dalla Certosa di Trisulti. Qual è la situazione?«Noi non siamo stati affatto stati cacciati via da Trisulti . Le procedure di revoca sono state avviate da un ministro della Cultura di sinistra. Ma tutte le nostre carte sono in regola. Noi combatteremo duramente e fino in fondo contro queste accuse infondate. L'accademia per lo studio dei valori occidentali giudeocristiani è una realtà che la sinistra, sostenuta da George Soros, dovrà accettare».Come cambierà il rapporto fra Italia e Stati Uniti con la vittoria di Salvini?«L'Italia e gli Stati Uniti hanno già da anni un rapporto molto stretto che con l'ascesa di Salvini può solo migliorare. Gli americani hanno un'ottima opinione di Salvini che è considerato un leder energico e carismatico. Quando verrà negli Stati Uniti sarà benvenuto».L'Italia ha aderito alla Via della deta e gli Stati Uniti non sono affatto contenti. Quali possono essere le conseguenze per i rapporti con gli Stati Uniti?«Ero in Italia durante la visita del presidente cinese e anche in quell'occasione ho parlato di quelle che sono le vere intenzioni della Cina. I leader del Partito comunista cinese sono dei gangster, non hanno nessuna intenzione di fare favori all'Italia con i loro investimenti nel vostro Paese. Chi pensa il contrario si illude e si sbaglia. Quello che invece i cinesi stanno cercando di ottenere è il controllo. Il resto del mondo lo ha capito e sta rifiutando il loro modello di capitalismo predatorio, io raccomando all'Italia di fare lo stesso». Chi vincerà la guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti?«Quella con la Cina non è una guerra economica, non è una guerra dei dazi ma è molto di più. Si tratta di una guerra che la Cina combatte contro l'Occidente, Italia compresa. Gli italiani sanno meglio di chiunque altro come i cinesi abbiano contribuito allo smantellamento, anzi alla distruzione delle grandi industrie. L'America con i dazi sta puntando una pistola alla testa della Cina. Sono convinto che l'America e l'Italia prevarranno». Il presidente americano subirà l'impeachement?«Il presidente Donald Trump è assillato dal Congresso democratico. Trump non merita l'impeachment ma i democratici sono concentrati nel distruggerlo».Chi ci sarà nel ticket democratico delle prossime elezioni?«Credo che Joe Biden farà parte del ticket democratico ma ciò che mi sorprende è che la sinistra progressista gli stia dando un lasciapassare».Chi dovrebbe temere Donald Trump nel 2020?«Trump può sconfiggere qualsiasi democratico se continua a concentrarsi sugli argomenti chiave per gli americani, gli stessi che lo hanno portato a vincere le scorse elezioni».Pensa che Trump verrà rieletto?«Trump verrà rieletto se continuerà a concentrarsi sulla costruzione del muro con il Messico, a riportare il lavoro dalla Cina qui negli Stati Uniti e se punterà sulla politica dell'America first».
(Ansa)
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(IStock)
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Antonio Tajani (Ansa)
Alla Triennale di Milano, Azione Contro la Fame ha presentato la Mappa delle emergenze alimentari del mondo, un report che fotografa le crisi più gravi del pianeta. Il ministro Tajani: «Italia in prima linea per garantire il diritto al cibo».
Durante le Giornate Contro la Fame, promosse da Azione Contro la Fame e inaugurate questa mattina alla Triennale di Milano, è stato presentato il report Mappa delle 10 (+3) principali emergenze alimentari globali, un documento che fotografa la drammatica realtà di milioni di persone colpite da fame e malnutrizione in tutto il mondo.
All’evento è intervenuto, con un messaggio, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha espresso «gratitudine per il lavoro prezioso svolto da Azione Contro la Fame nelle aree più colpite dalle emergenze alimentari». Il ministro ha ricordato come l’Italia sia «in prima linea nell’assistenza umanitaria», citando gli interventi a Gaza, dove dall’inizio del conflitto sono state inviate 2400 tonnellate di aiuti e trasferiti in Italia duecento bambini per ricevere cure mediche.
Tajani ha definito il messaggio «Fermare la fame è possibile» un obiettivo cruciale, sottolineando che l’insicurezza alimentare «ha raggiunto livelli senza precedenti a causa delle guerre, degli eventi meteorologici estremi, della desertificazione e dell’erosione del suolo». Ha inoltre ricordato che l’Italia è il primo Paese europeo ad aver avviato ricerche per creare piante più resistenti alla siccità e a sostenere progetti di rigenerazione agricola nei Paesi desertici. «Nessuna esitazione nello sforzo per costruire un futuro in cui il diritto al cibo sia garantito a tutti», ha concluso.
Il report elaborato da Azione Contro la Fame, che integra i dati dei rapporti SOFI 2025 e GRFC 2025, individua i dieci Paesi con il maggior numero di persone in condizione di insicurezza alimentare acuta: Nigeria, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Bangladesh, Etiopia, Yemen, Afghanistan, Pakistan, Myanmar e Siria. In questi Paesi si concentra oltre il 65% della fame acuta globale, pari a 196 milioni di persone. A questi si aggiungono tre contesti considerati a rischio carestia – Gaza, Sud Sudan e Haiti – dove la situazione raggiunge i livelli massimi di gravità.
Dal documento emergono alcuni elementi comuni: la fame si concentra in un numero limitato di Paesi ma cresce in intensità; le cause principali restano i conflitti armati, le crisi climatiche, gli shock economici e la fragilità istituzionale. A complicare il quadro contribuiscono le difficoltà di accesso umanitario e gli attacchi agli operatori, che ostacolano la distribuzione di aiuti salvavita. Nei tredici contesti analizzati, quasi 30 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta, di cui 8,5 milioni in forma grave.
«Non è il momento di tagliare i finanziamenti: servono risorse e accesso umanitario per non interrompere gli interventi salvavita», ha dichiarato Simone Garroni, direttore di Azione Contro la Fame Italia.
Il report raccoglie anche storie dal campo, come quella di Zuwaira Shehu, madre nigeriana che ha perso cinque figli per mancanza di cibo e cure, o la testimonianza di un residente sfollato nel nord di Gaza, che racconta la perdita della propria casa e dei propri cari.
Nel mese di novembre 2025, alla Camera dei Deputati, sarà presentato l’Atlante della Fame in Italia, realizzato con Percorsi di Secondo Welfare e Istat, che analizzerà l’insicurezza alimentare nel nostro Paese: oltre 1,5 milioni di persone hanno vissuto momenti di scarsità di risorse e quasi 5 milioni non hanno accesso a un’alimentazione adeguata.
Dal 16 ottobre al 31 dicembre partirà infine una campagna nazionale con testimonial come Miriam Candurro, Germano Lanzoni e Giorgio Pasotti, diffusa sui principali media, per sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere la mobilitazione di aziende, fondazioni e cittadini contro la fame nel mondo.
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