2025-03-06
Il Papa è stabile e telefona a Gaza
Ieri Francesco ha ricevuto le Ceneri e l’Eucarestia, alternando il riposo al lavoro e alla fisioterapia. La notte prima c’era stato bisogno della ventilazione meccanica.Normalmente una polmonite può durare fino a due o tre settimane e papa Francesco ormai ha attraversato tutto questo tempo, ricoverato com’è al Policlinico Gemelli dal 14 febbraio, ma il quadro resta «stazionario» e la «prognosi rimane riservata». La domanda che si fa più pressante è quella se la terapia stia effettivamente debellando i diversi microbi intervenuti nella «polmonite bilaterale» che lo affligge, oppure no. Ma su questo i bollettini medici non danno sufficienti chiarimenti, tuttavia quello di ieri sera ha rilevato che non vi sono stati «episodi di insufficienza respiratoria» e «come programmato, durante il giorno, il Santo Padre ha effettuato l’ossigenoterapia ad alti flussi», ma questa notte è stata però ripresa «la ventilazione meccanica non invasiva». Ieri, prosegue il bollettino, «il Santo Padre ha incrementato la fisioterapia respiratoria e quella motoria attiva. Ha trascorso la giornata in poltrona». Piccoli segni di ripresa quindi, a cui si aggiunge che «il Santo Padre ha partecipato al rito della benedizione delle Sacre Ceneri che gli sono state imposte dal celebrante, quindi ha ricevuto l’Eucarestia». Infine, dopo che da qualche giorno non se ne parlava più, ieri si è sottolineato che si è «dedicato ad alcune attività lavorative» e «nel corso della mattina ha chiamato P. Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza». Nel pomeriggio «ha alternato il riposo al lavoro».Nell’omelia preparata per la celebrazione di ieri, mercoledì delle ceneri, e letta dal cardinale Angelo De Donatis, papa Francesco ha sottolineato che la morte è «una realtà con la quale dobbiamo fare i conti» e che «le sacre ceneri ci ricordano che siamo polvere, ma ci incamminano verso la speranza a cui siamo chiamati». Nella giornata che ha aperto il periodo penitenziale di Quaresima, quello che conduce i fedeli fino alla Pasqua, il Papa ha sottolineato che «fatti di cenere e di terra tocchiamo con mano la fragilità nell’esperienza della malattia, nella povertà, nella sofferenza che a volte piomba improvvisa su di noi e sulle nostre famiglie». Nella tradizionale forma delle «stazione romane» il rito delle ceneri è stato presieduto dal Penitenziere maggiore cardinale De Donatis delegato dal Papa. L’inizio della liturgia stazionale è avvenuto nella chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino poi seguita dalla processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina. Il cardinale, prima di leggere l’omelia del Papa gli ha rivolto un pensiero: «Ci sentiamo profondamente uniti a Lui in questo momento e lo ringraziamo per l’offerta della sua preghiera e delle sue sofferenze per il bene della Chiesa intera e di tutto il mondo».Nell’omelia il Papa ha messo in guardia anche dalle «polveri sottili» che inquinano il mondo: «La contrapposizione ideologica, la logica della prevaricazione, il ritorno di vecchie ideologie identitarie che teorizzano l’esclusione degli altri, lo sfruttamento delle risorse della terra, la violenza in tutte le sue forme e la guerra tra i popoli». Ma la Quaresima, ha sottolineato Francesco, è anche un invito alla speranza. «Se riceviamo le ceneri col capo chino per ritornare alla memoria di ciò che siamo, il tempo quaresimale non vuole lasciarci a testa bassa ma, anzi, ci esorta a sollevare il capo verso Colui che dagli abissi della morte risorge, trascinando anche noi dalla cenere del peccato e della morte alla gloria della vita eterna».Intanto prosegue la preghiera del rosario per il Santo Padre in San Pietro, ieri sera alle 21 i cardinali residenti a Roma, con tutti i collaboratori della Curia Romana e la Diocesi di Roma, si sono ritrovati a pregare guidati dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero delle Cause dei santi.
Jose Mourinho (Getty Images)