2019-03-27
Il nuovo mercato nero è quello dei permessi
In tutta Italia sono decine ormai le inchieste che svelano il nuovo business della criminalità. Fornire ai clandestini, dietro lauto pagamento, le pezze d'appoggio per poter restare. Il mezzo principale è il finto contratto di lavoro. Con tutti i benefici connessi.Un traffico che movimentava un giro di milioni e soprattutto che trasformava centinaia di extracomunitari in italiani regolari con un presunto lavoro e una ancor più presunta residenza. Le due storie scoperte dalla magistratura e di cui riferiamo in queste pagine sono però la punta di un iceberg, perché come racconta Rossitto nell'inchiesta condotta per Panorama, nelle Procure di mezza Italia sono state avviate indagini per portare alla luce un mondo sommerso che ha regalato il permesso di soggiorno a un esercito di extracomunitari. Dagli atti della magistratura emergono spacciatori senza fissa dimora che risultavano regolarmente assunti e integrati, ma anche escort che pur non essendo in regola con i documenti riuscivano a ottenere il permesso di soggiorno e dunque a esercitare il loro lavoro in tutta tranquillità. Dalle carte spuntano storie di clandestini che riuscivano addirittura a incassare l'assegno di disoccupazione truffando l'Inps, mentre altri, pur non sapendo una parola di italiano, superavano con agilità gli esami che dovevano accertare la loro decennale presenza in Italia. Insomma, la truffa venuta alla luce è ramificata, tanto da far pensare a un'organizzazione che dopo aver fatto giungere gli immigrati in Italia si occupa di farceli restare, trovando il modo di legalizzare migliaia di clandestini falsificando i documenti necessari per vivere nel nostro Paese. Da quando è iniziata l'immigrazione di massa, certo ci siamo abituati a molte truffe. A cominciare da quelle scoperte a Roma con Mafia capitale, quando gli inquirenti misero agli atti che per le organizzazioni criminali gli immigrati rendevano più della droga, perché consentivano a cooperative senza scrupoli e a politici collusi di speculare sui fondi dell'accoglienza. Quella che però si sta delineando ora, con le inchieste sui falsi permessi, è però un altro capitolo del business che ruota intorno all'immigrazione. Se da un lato c'era chi guadagnava affittando sedi per ospitare gli extracomunitari, qui siamo di fronte a un'industria che punta a legalizzare i clandestini, facendosi pagare dagli immigrati proprio come gli immigrati pagano per attraversare il Mediterraneo e arrivare sulle nostre coste. L'operazione richiede imprenditori che si prestino a dichiarare il falso, cioè un contratto di lavoro. Così, tra le pieghe delle inchieste, si trovano pluripregiudicati che si sono messi in affari per creare società che facciano assunzioni di comodo. Imprese che non svolgono praticamente alcuna attività, se non fare le «cartiere» di falsi contratti di lavoro. Assunzioni a tempo indeterminato in cambio del pagamento di 600 euro a pratica, cui poi seguiranno altri 200 euro per l'emissione di ogni busta paga. Già, perché il posto di lavoro, pur essendo finto, richiede il rispetto di alcune regole formali, tipo appunto l'inquadramento, come se il clandestino svolgesse davvero un'attività, ricevesse una retribuzione e avesse una residenza. In realtà, tutto quello che viene prodotto è finto. Ma serve ad avere il permesso di soggiorno. E magari addirittura l'indennità di disoccupazione. Già perché, se si vuole, ci si fa licenziare con tutti i crismi e poi si fa domanda all'Inps per ottenere il sussidio. Fosse stato già in vigore, probabilmente, i truffatori avrebbero fatto richiesta pure del reddito di cittadinanza, sostenendo di averne diritto in quanto rimasti senza lavoro.La truffa, secondo gli accertamenti fatti, tra gli altri, dai pm di Padova, ha avuto come complici anche dei funzionari pubblici, che in cambio di tangenti avrebbero chiuso un occhio e forse tutti e due. Il risultato è un imbroglio colossale, che non soltanto ha consentito la permanenza in Italia di migliaia di persone che non ne avevano titolo, ma ha anche danneggiato le casse dello Stato. Il problema è che gli immigrati che comprano il permesso di soggiorno, e dunque il diritto a restare in Italia, non rischiano nulla. Un po' perché, dopo aver ottenuto l'assunzione fraudolenta, se ne vanno senza lasciar traccia. E un po' perché la pena è irrisoria. Risultato: siamo invasi da clandestini che si spacciano per regolari. Un affare, ma solo per la criminalità.
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)
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