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2018-09-21
Il ministro Trenta cambia i gradi dei militari di Napolitano
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Ansa
Il governo gialloblu di Giuseppe Conte mette alla porta i vecchi generali dell'epoca dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiudendo così un parte del regno di Re Giorgio. Non si può che leggere in questo modo la nomina dell'ex capo di Stato maggiore dell'aereonautica Enzo Vecciarelli a capo di Stato maggiore della Difesa al posto di Claudio Graziano. La notizia è passata sottotraccia, ma è di notevole importanza. Perché a Vecciarelli, già sottocapo di Stato maggiore, ora toccherà coordinare tutte le spese di gestione dell'attività militare della Repubblica, a stretto contatto con il presidente Sergio Mattarella. La nomina non è stata semplice, anche perché Graziano, che da novembre sarà il nuovo presidente del Comitato militare dell'Unione Europea, avrebbe voluto come suo successore Roberto Nordio, generale di squadra aerea in questi anni sempre al fianco del generale di Torino soprattutto nelle missioni estere. Tra le forze armate si parla di una vittoria da parte del ministro della Difesa pentastellata Elisabetta Trenta, capace, dicono in ben informati, di scardinare il sistema che sin dal governo di Mario Monti ha governato i nostri militari. Per di più Graziano è sempre stato uno dei generali più fidati proprio di Napolitano.
Dalla nomina di Vecciarelli, infatti, esce di sicura sconfitta la vecchia linea dell'ex ministro Roberta Pinotti, perché, c'è chi sostiene che del conflitto tra Vecciarelli e Graziano avrebbe voluto approfittare il Capo di stato maggiore della marina, l'ammiraglio Valter Girardelli, già capo di gabinetto della parlamentare del Partito Democratico. Ora al posto di Vecciarelli all'aeronautica militare andrà molto probabilmente il capo di gabinetto Alberto Rosso. Carlo Magrassi, invece, che aspirava anche lui alla nomina suprema, ma che era stato bersaglio di critiche negli ultimi mesi, diventerà consigliere per la politica industriale proprio del ministro Trenta. Al suo posto come segretario generale della Difesa, andrà Niccolò Falsasperna. Dal momento che si occuperanno entrambi di investimenti economici in ambito militare c'è chi sostiene che la coabitazione non sarà facile. Alla base della nomina del nuovo capo di Stato maggiore della Difesa c'è di sicuro un fatto, l'impegno che l'ex numero uno dell'aeronautica militare ha dato sul programma P.1HH di Piaggio Aerospace, il drone costruito a Villanova d'Albenga dall'azienda controllata al 100% dal fondo Mubadala degli Emirati Arabi Uniti.
Non a caso proprio due giorni fa il ministro Trenta, rispondendo a un'interrogazione parlamentare, ha confermato che Il programma per l'acquisto di 20 droni militari P.2HH realizzati da Piaggio Aerospace e da Leonardo ha "la piena approvazione" del ministero della Difesa. Per il P.2HH, evoluzione del P.1HH, lo schema di decreto ministeriale vale 766 milioni di euro e prevede l'acquisizione di dieci sistemi (ciascuno costituito da due velivoli, una stazione di comando e controllo e il relativo supporto logistico integrato) fino al 2032. Di mezzo c'è anche la sopravvivenza stessa dell'azienda ligure, da tempo in difficoltà economiche e con 31 lavoratori in cassa integrazione. Si tratta di aeromobili a pilotaggio remoto della categoria Male (Medium altitude long endurance), destinati a potenziare le capacità di intelligence, sorveglianza e riconoscimento delle Forze armate italiane. «La potenzialità di questo mezzo aereo – aveva spiega a maggio proprio in commissione Vecciarelli – sta nella lunga permanenza in volo, e nella possibilità di osservare da quote elevate quello che succede sul terreno». E' probabile che la nomina di Vecciarelli a capo di Stato Maggiore della Difesa possa avere ripercussioni anche sui rinnovi delle cariche nel nostro comparto sulla sicurezza. Ballano ancora i sostituti del direttore del Dis Alessandro Pansa e di quello dell'Aise Alberto Manenti.
A quanto pare Graziano avrebbe gradito alla direzione della nostra intelligence esterna Carmine Masiello, vicedirettore del Dis, già consigliere militare del governo di Matteo Renzi. Il ministro Trenta invece preferirebbe Giovanni Caravelli, attuale numero due di Manenti, a cui sono state affidate le operazioni in Libia. Ma il gioco a incastri è complesso. Perché Pansa potrebbe prendere invece le deleghe del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sui servizi e al suo posto potrebbe invece andare Franco Gabrielli, numero uno della Polizia di Stato, dove il numero uno del Viminale Matteo Salvini vedrebbe bene il suo attuale capo di Gabinetto Matteo Piatendosi. Di sicuro la nuova lady di ferro della Difesa si farà sentire.
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La lady di ferro della Difesa nomina Enzo Vecciarelli come Capo di stato maggiore della Difesa. Perde la linea di Claudio Graziano, da sempre vicinissimo a Re Giorgio. Il governo gialloblu di Giuseppe Conte mette alla porta i vecchi generali dell'epoca dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiudendo così un parte del regno di Re Giorgio. Non si può che leggere in questo modo la nomina dell'ex capo di Stato maggiore dell'aereonautica Enzo Vecciarelli a capo di Stato maggiore della Difesa al posto di Claudio Graziano. La notizia è passata sottotraccia, ma è di notevole importanza. Perché a Vecciarelli, già sottocapo di Stato maggiore, ora toccherà coordinare tutte le spese di gestione dell'attività militare della Repubblica, a stretto contatto con il presidente Sergio Mattarella. La nomina non è stata semplice, anche perché Graziano, che da novembre sarà il nuovo presidente del Comitato militare dell'Unione Europea, avrebbe voluto come suo successore Roberto Nordio, generale di squadra aerea in questi anni sempre al fianco del generale di Torino soprattutto nelle missioni estere. Tra le forze armate si parla di una vittoria da parte del ministro della Difesa pentastellata Elisabetta Trenta, capace, dicono in ben informati, di scardinare il sistema che sin dal governo di Mario Monti ha governato i nostri militari. Per di più Graziano è sempre stato uno dei generali più fidati proprio di Napolitano. Dalla nomina di Vecciarelli, infatti, esce di sicura sconfitta la vecchia linea dell'ex ministro Roberta Pinotti, perché, c'è chi sostiene che del conflitto tra Vecciarelli e Graziano avrebbe voluto approfittare il Capo di stato maggiore della marina, l'ammiraglio Valter Girardelli, già capo di gabinetto della parlamentare del Partito Democratico. Ora al posto di Vecciarelli all'aeronautica militare andrà molto probabilmente il capo di gabinetto Alberto Rosso. Carlo Magrassi, invece, che aspirava anche lui alla nomina suprema, ma che era stato bersaglio di critiche negli ultimi mesi, diventerà consigliere per la politica industriale proprio del ministro Trenta. Al suo posto come segretario generale della Difesa, andrà Niccolò Falsasperna. Dal momento che si occuperanno entrambi di investimenti economici in ambito militare c'è chi sostiene che la coabitazione non sarà facile. Alla base della nomina del nuovo capo di Stato maggiore della Difesa c'è di sicuro un fatto, l'impegno che l'ex numero uno dell'aeronautica militare ha dato sul programma P.1HH di Piaggio Aerospace, il drone costruito a Villanova d'Albenga dall'azienda controllata al 100% dal fondo Mubadala degli Emirati Arabi Uniti. Non a caso proprio due giorni fa il ministro Trenta, rispondendo a un'interrogazione parlamentare, ha confermato che Il programma per l'acquisto di 20 droni militari P.2HH realizzati da Piaggio Aerospace e da Leonardo ha "la piena approvazione" del ministero della Difesa. Per il P.2HH, evoluzione del P.1HH, lo schema di decreto ministeriale vale 766 milioni di euro e prevede l'acquisizione di dieci sistemi (ciascuno costituito da due velivoli, una stazione di comando e controllo e il relativo supporto logistico integrato) fino al 2032. Di mezzo c'è anche la sopravvivenza stessa dell'azienda ligure, da tempo in difficoltà economiche e con 31 lavoratori in cassa integrazione. Si tratta di aeromobili a pilotaggio remoto della categoria Male (Medium altitude long endurance), destinati a potenziare le capacità di intelligence, sorveglianza e riconoscimento delle Forze armate italiane. «La potenzialità di questo mezzo aereo – aveva spiega a maggio proprio in commissione Vecciarelli – sta nella lunga permanenza in volo, e nella possibilità di osservare da quote elevate quello che succede sul terreno». E' probabile che la nomina di Vecciarelli a capo di Stato Maggiore della Difesa possa avere ripercussioni anche sui rinnovi delle cariche nel nostro comparto sulla sicurezza. Ballano ancora i sostituti del direttore del Dis Alessandro Pansa e di quello dell'Aise Alberto Manenti. A quanto pare Graziano avrebbe gradito alla direzione della nostra intelligence esterna Carmine Masiello, vicedirettore del Dis, già consigliere militare del governo di Matteo Renzi. Il ministro Trenta invece preferirebbe Giovanni Caravelli, attuale numero due di Manenti, a cui sono state affidate le operazioni in Libia. Ma il gioco a incastri è complesso. Perché Pansa potrebbe prendere invece le deleghe del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sui servizi e al suo posto potrebbe invece andare Franco Gabrielli, numero uno della Polizia di Stato, dove il numero uno del Viminale Matteo Salvini vedrebbe bene il suo attuale capo di Gabinetto Matteo Piatendosi. Di sicuro la nuova lady di ferro della Difesa si farà sentire.
(Totaleu)
Lo ha detto il Ministro per gli Affari europei in un’intervista margine degli Ecr Study Days a Roma.
Getty Images
Ed è quel che ha pensato il gran capo della Fifa, l’imbarazzante Infantino, dopo aver intestato a Trump un neonato riconoscimento Fifa. Solo che stavolta lo show diventa un caso diplomatico e rischia di diventare imbarazzante e difficile da gestire perché, come dicevamo, la partita celebrativa dell’orgoglio Lgbtq+ sarà Egitto contro Iran, due Paesi dove gay, lesbiche e trans finiscono in carcere o addirittura condannate a morte.
Ora, delle due l’una: o censuri chi non si adegua a certe regole oppure imporre le proprie regole diventa ingerenza negli affari altrui. E non si può. Com’è noto il match del 26 giugno a Seattle, una delle città in cui la cultura Lgbtq+ è più radicata, era stata scelto da tempo come pride match, visto che si giocherà di venerdì, alle porte del nel weekend dell’orgoglio gay. Diciamo che la sorte ha deciso di farsi beffa di Infantino e del politically correct. Infatti le due nazioni hanno immediatamente protestato: che c’entriamo noi con queste convenzioni occidentali? Del resto la protesta ha un senso: se nessuno boicotta gli Stati dove l’omosessualità è reato, perché poi dovrebbero partecipare ad un rito occidentale? Per loro la scelta è «inappropriata e politicamente connotata». Così Iran ed Egitto hanno presentato un’obiezione formale, tant’è che Mehdi Taj, presidente della Federcalcio iraniana, ha spiegato la posizione del governo iraniano e della sua federazione: «Sia noi che l’Egitto abbiamo protestato. È stata una decisione irragionevole che sembrava favorire un gruppo particolare. Affronteremo sicuramente la questione». Se le Federcalcio di Iran ed Egitto non hanno intenzione di cedere a una pressione internazionale che ingerisce negli affari interni, nemmeno la Fifa ha intenzione di fare marcia indietro. Secondo Eric Wahl, membro del Pride match advisory committee, «La partita Egitto-Iran a Seattle in giugno capita proprio come pride match, e credo che sia un bene, in realtà. Persone Lgbtq+ esistono ovunque. Qui a Seattle tutti sono liberi di essere se stessi». Certo, lì a Seattle sarà così ma il rischio che la Fifa non considera è quello di esporre gli atleti egiziani e soprattutto iraniani a ritorsioni interne. Andremo al Var? Meglio di no, perché altrimenti dovremmo rivedere certi errori macroscopici su altri diritti dei quali nessun pride si era occupato organizzando partite ad hoc. Per esempio sui diritti dei lavoratori; eppure non pochi operai nei cantieri degli stadi ci hanno lasciato le penne. Ma evidentemente la fretta di rispettare i tempi di consegna fa chiudere entrambi gli occhi. Oppure degli operai non importa nulla. E qui tutto il mondo è Paese.
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