2018-07-27
Il ministro dice no all’utero in affitto
Sterzata di Lorenzo Fontana che detta la linea sul diritto di famiglia: «La maternità surrogata è illegale e tale deve rimanere, stop ai riconoscimenti di bimbi concepiti all'estero».È un uomo di parola. Il giorno stesso dell'insediamento il ministro per la Famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana, aveva detto: «Secondo me le famiglie arcobaleno non esistono», suscitando non pochi pruriti a sinistra. Il primo effetto è arrivato ed è lo stop al riconoscimento dei figli di coppie gay nati all'estero con pratiche vietate in Italia come la maternità surrogata. Il titolare di uno dei dicasteri più delicati (dal punto di vista sociale) del governo 5 stelle-Lega ha inteso così fermare iniziative surrettizie e poco trasparenti che facendo lo slalom fra i paletti della legge consentono a genitori omosessuali di comprare figli all'estero con la pratica dell'utero in affitto e farli riconoscere da giudici che interpretano in modo estensivo il dettato del legislatore. Nonostante la legge che porta il nome di Monica Cirinnà, la maternità surrogata in Italia è ancora illegale e il ministro ha tutte le intenzioni di non lasciare aperta quella porta, anzi di chiuderla. Lo ha spiegato in Commissione affari sociali della Camera, dove ha tracciato un quadro degli interventi in programma nel suo mandato e ha sottolineato alcune priorità. Questa innanzitutto, aggiungendo che «sarà mia premura contrastare in tutti i contesti possibili la pratica dell'utero in affitto, vietata dal nostro ordinamento, anche penalmente». Di fatto è un enorme no ai viaggi dove la stepchild adoption per coppie omosessuali è legale, giro largo per eludere la legge poiché l'ordinamento italiano non può perseguire reati commessi all'estero (dove non lo sono).Parlando del diritto di famiglia, il ministro Fontana ha voluto toccare il tasto più delicato. «Rilevo, ancorché non siano questioni di mia strettissima competenza, come l'attuale assetto del diritto di famiglia non possa non tenere in debito conto che cosa sta accadendo, proprio in questi ultimi mesi, nella materia del riconoscimento della genitorialità, ai fini dell'iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all'estero da parte di coppie dello stesso sesso, facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento, anche penalmente, e che tali dovrebbero rimanere, quali in primis la gestazione per altri (maternità surrogata) e a tecniche, parimenti non consentite in base alla legislazione nazionale a coppie dello stesso sesso, quali la procreazione medicalmente assistita eterologa».Gli altri temi che costituiranno i punti chiave del lavoro del dicastero della Famiglia e delle disabilità sono i contratti prematrimoniali per evitare scorticamenti giudiziari in caso di divorzio; una riforma del fisco a favore della famiglia, definita «cardine in trincea del nostro welfare»; l'incremento del fondo per le non autosufficienze; la lotta ai falsi invalidi con azioni mirate; l'introduzione dello studente caregiver al quale riconoscere crediti formativi in cambio di assistenza famigliare.L'iniziativa contro l'utero in affitto è la più forte, la più politica. È un'inversione di tendenza significativa che sottintende la volontà di mettere al centro delle politiche sociali la famiglia tradizionale, negli ultimi anni archiviata dai governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni come un istituto-soprammobile, un elemento di modernariato senza appeal se non un male necessario. Il leghista Fontana ha idee opposte e per applicarle si appella alla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo e a quello che viene definito il «superiore interesse del bambino». La sterzata è forte perché è cambiata la filosofia di base: al centro della famiglia non ci sono più le istanze degli adulti, ma «i concreti bisogni dei minori interessati». Non più una genitorialità che strizza l'occhio alle minoranze di moda, ma che cresce nel rispetto del diritto naturale. La presa di posizione è condivisa in pieno dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha trovato il modo di occuparsi anche di questo: «Fino a quando io sarò ministro, gameti in vendita e utero in affitto non esisteranno come pratica, sono reati. Difenderemo in ogni sede immaginabile il diritto del bambino di avere una mamma e un papà».
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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