2023-08-22
«Il militare teme la fine dell’Europa»
Edward Luttwak: «Denuncia una cultura che può portare il continente a estinguersi. Il codice italiano permette agli ufficiali di esprimersi senza permessi preventivi».Nel pieno della bufera mediatica scatenatasi dopo la pubblicazione su Amazon del libro del generale Roberto Vannacci, il politologo naturalizzato dagli Usa, Edward Luttwak, irrompe nei social con un tweet. «L’affare Vannacci insegna che la cultura arcaica dell’Europa che produceva guerre e bambini persiste, ma in silenzio perché la cultura assolutamente dominante è pacifista e sostiene ogni forma di espressione sessuale che non fa bambini. Il risultato è prevedibile». Un cinguettio è criptico per definizione. Ma ci chiediamo subito che cosa sia prevedibile. Un cambio di passo? Una bomba mediatica e politica? Un nuovo partito all’orizzonte. Così otteniamo un confronto telefonico. E arrivano le spiegazioni. «Il generale Vannacci», spiega Luttwak, «evoca l’Europa arcaica la quale faceva guerre e bambini e il dinamismo dei conflitti fra questi staterelli europei è stato così grande che, a sua volta, ha generato un’esplosione di creatività artistica, scientifica e vaste ed elevate energie per conquistare il resto del mondo». E fin qui siamo al ripasso di storia. «Quando io sono nato la mappa europea e del globo era dipinta di rosso per l’impero britannico, c’erano i colori per l’impero francese e quello portoghese in Africa, e persino gli spagnoli avevano colonie. Tutti i popoli europei avevano queste colonie che erano un’espressione dell’energia europea esplosiva che trascendeva l’Europa. Gli europei facevano molte guerre e per colpa delle guerre molti morivano, e così dopo la guerra le donne che amavano i guerrieri facevano bambini. Gli uomini amavano la guerra, le donne amavano i guerrieri e così l’Europa ha scalato le posizioni del globo. Fino a diventare il principale palyer». È innegabile che il dinamismo distruttivo bellico ha però anche trascinato con sé un incredibile sviluppo tecnologico. Le due cose sono sempre andate di pari passo e il parallelismo prosegue anche oggi. Almeno nei continenti dove tale dinamismo prosegue. «Adesso tutta questa postura è finita e oggi leggo nella stampa italiana che anche il ministro Giorgetti spiega che con questa natalità nessun sistema di pensioni può reggere, e questa è aritmetica, se non si fanno bambini nessuno può mantenere i vecchi», aggiunge Luttwak spiegando: «La gente che ha condannato Vannacci deve spiegare come intenda procedere per garantire la sopravvivenza delle nazioni senza fare bambini, dal momento che la cultura dominante oggi appoggia ogni forma di sessualità e la promuove con entusiasmo, tranne quella sessualità che produce bambini. Queste sono le semplici realtà che ha detto il generale Vannacci. Ora anche se verrà condannato al rogo e bruciato pubblicamente a Roma, e magari sarà una grande attrazione turistica a novembre quando c’è poco turismo, la realtà che lui ha evidenziato non si può cancellare». Insomma, Luttwak entra nel merito di una posizione storica e giustamente tralascia qualunque discussione sull’opportunità che un generale in servizio possa o voglia pubblicare un libro che sta diventando una sorta di manifesto politico. Il politologo Usa però tiene a precisare un ultimo concetto che riguarda la legalità sottostante alla scelta di pubblicare il libro e di esprimere opinioni personali non afferenti alle attività di servizio e quindi militari. «Sono molto sorpreso dell’azione intrapresa contro di lui», conclude Luttwak in riferimento alla rimozione dal comando e l’annuncio di una azione disciplinare, «perché ho scoperto che il codice militare italiano è differente dagli altri codici e specificamente permette agli ufficiali di esprimersi senza l’obbligo di chiedere autorizzazioni. Ne segue che almeno per questo non potrà essere punito». Lo Stato maggiore ritiene invece che avendo citato episodi della carriera e semplicemente qualificandosi da generale abbia violato il primi articoli dell’ordinamento.