2021-07-04
A Letta & C. Popolo
e valori fanno paura
I 16 leader conservatori non chiedono altro che il rispetto delle istituzioni nazionali, che, tuttavia, passano dalle urne. Ecco perché sinistra ed euroburocrati vanno in tiltScrivere una Carta dei valori in cui possano identificarsi tutti i Paesi europei, equivale a una sfida all'Europa. Anzi, di più: a un tentativo di disgregare l'Europa stessa. L'originale tesi, che fa il paio con quella di chi sostiene che per dare prova di essere antifascista bisogna «menare» i presunti fascisti, è stata espressa ieri da Repubblica. L'intesa sottoscritta da partiti e movimenti del Vecchio Continente, tra i quali la Lega e Fratelli d'Italia, ha allarmato a tal punto il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, da indurre la redazione a fare della questione il titolo più importante della prima pagina del giornale ieri in edicola: «Sfida sovranista all'Europa». Occhiello: «Il patto anti Bruxelles».In realtà, nella capitale belga si sono ritrovati 16 leader di partiti e movimenti europei per sottoscrivere una Carta dei valori comune da sottoporre all'Unione e nelle tre paginette e mezzo dell'intesa non vi è alcun accenno a ciò che preoccupa i cronisti della testata di casa Agnelli. Anzi, nel testo si ribadisce la necessità di mantenere un processo di integrazione fra gli Stati che ha garantito oltre 75 anni di pace e si riconferma la scelta atlantista. Dunque, che cosa ha impaurito i giornalisti e i commentatori di Repubblica? Tutto sta in alcune frasi in cui si sostiene la necessità che i Paesi europei possano esercitare i «loro legittimi poteri sovrani» nelle materie che non siano state conferite alla Ue. Un'osservazione che da parte nostra ci pare scontata, in quanto se gli Stati non potessero continuare a essere tali, ci sarebbe da interrogarsi sulla ragione di continuare a mantenere dei Parlamenti nazionali e di conseguenza pure delle istituzionali statali, tra le quali un governo e vari organi di garanzia. Ma ciò che a noi pare ovvio, evidentemente per il quotidiano caro alla sinistra, tanto normale non è. Infatti, è bastato un accenno alla necessità di proteggere l'Europa e il suo patrimonio da forze radicali che vorrebbero imporre dall'alto una trasformazione culturale e religiosa, per scatenare reazioni impaurite.Ma che cosa chiedono in fondo i 16 leader che hanno sottoscritto il patto di Bruxelles? In pratica, denunciano un pericoloso e invasivo iperattivismo moralista, che vorrebbe imporre, tramite un super Stato europeo, un monopolio ideologico. Insomma, i 16 invitano al rispetto della cultura e della storia degli Stati europei, nel solco della tradizione giudaico-cristiana, senza reinterpretazione dei trattati. Non c'è perciò alcuna sfida all'Europa, nessun piano anti Bruxelles, né alcuna deriva sovranista o, peggio ancora, una manovra dell'estrema destra. C'è solo un richiamo al buon senso e al ruolo dei singoli Stati. Del resto, l'Europa non ha una Costituzione comune perché, quando nacque, la maggioranza che la guidava non riuscì a trovare una sintesi che soddisfacesse tutti i membri. E dunque, si proseguì nel progetto dell'Unione partendo dalla moneta invece che dai principi, confidando poi che questi sarebbero arrivati o, per lo meno, sarebbero stati condivisi. In realtà, niente di tutto ciò è accaduto, con il risultato che a definire una sorta di Costituzione non scritta stanno provvedendo le direttive europee, senza che nessuno lo abbia deciso. Il patto di Bruxelles dunque, chiede che siano i singoli Stati a esprimersi sugli argomenti di loro competenza e non degli oscuri burocrati, aggiungendo che se si devono scrivere norme comuni, forse è necessario coinvolgere le Corti costituzionali, evitando di trasformare le istituzioni europee in organismi che prevalgono sulle istituzioni nazionali. Vi state chiedendo perché delle osservazioni assolutamente normali suscitino un tale allarme da generare titoloni in prima pagina? Beh, lo spieghiamo subito. Ogni volta che si richiama il consenso, ovvero il diritto dei cittadini a scegliere la forma di governo e di conseguenza le leggi che ispirano una democrazia, le élite si preoccupano, perché vorrebbero decidere al posto degli elettori. Perciò, dire che non ci può essere un'istituzione non eletta dal popolo che decide per il popolo, è un'affermazione che fa tremare i polsi. E così Repubblica, sintesi perfetta di ciò che rimane dei poteri forti, insorge. Il problema è che insorge anche la Sottiletta che funge da segretario del Pd, ossia il rappresentante di quell'Europa da salotto che, come Maria Antonietta, al popolo rimasto senza pane vorrebbe dare brioches. Solo che la brioche di questo espatriato parigino si chiama ius soli. Ed è con lo ius soli e altre meraviglie del genere che i compagni alla Letta sperano di continuare a governare l'Europa.