2019-05-22
Il M5s non molla il finto miliardo. E tratta Tria come un ignorante
Le coperture del Dl Famiglia non ci sono. I grillini: «È falso, glielo spieghiamo».Sbagliare è umano, perseverare è grillino. Ha cominciato, il 13 maggio scorso, il neopresidente dell'Inps Pasquale Tridico, il primo a veicolare in un'intervista a La Stampa una tesi abbastanza scombiccherata. Riassunto: essendosi registrate molte richieste in meno del previsto per il reddito di cittadinanza (circa 1 milione invece che 1,8), per Tridico «potrebbe esserci una minor spesa per il reddito pari a circa un miliardo». Fin qui, tutto giusto, anzi ineccepibile. I guai iniziano quando il successore di Tito Boeri pensa di poter trattare questa minore spesa come una sorta di tesoretto, come se fosse una posta di bilancio spostabile altrove e utilizzabile altrimenti. Rileggiamo Tridico, nella stessa intervista: «Il ministro del Lavoro ha già annunciato che eventuali risparmi saranno destinati alle famiglie, al sostegno delle iscrizioni dei bambini agli asili nido e dell'occupazione femminile. Sono d'accordo con lui». Tipica conclusione, quest'ultima, del suggeritore che fa finta di schermirsi, che applaude un'idea presentandola come di altri, quando invece potrebbe essere stato proprio lui a sussurrarla al leader come «jolly» per chiudere la campagna elettorale. Secondo fonti convergenti, infatti, lo spin per Luigi Di Maio sarebbe arrivato proprio dal vertice Inps: c'è un tesoretto, utilizziamolo come contraltare al Decreto Sicurezza bis agitato da Matteo Salvini. Ahilui, Di Maio c'ha creduto. Avrebbe forse fatto meglio a credere all'analisi di Claudio Antonelli, pubblicata su questo giornale il 14 maggio, all'indomani dell'intervista di Tridico. La Verità spiegava a chiare lettere che l'operazione non poteva funzionare: quando si verifica una minore spesa, non vuol dire necessariamente che il governo abbia un assegno circolare in tasca da spendere in altro modo. «È un miliardo che non esiste da nessuna parte», scriveva La Verità. «Nella stesura della manovra di bilancio 2019, i fondi destinati alla copertura dei costi del reddito sono indicati fino a una cifra massima di 9,1 miliardi. L'intera cifra è a deficit e al momento dell'approvazione del bilancio, per volontà del ministro Giovanni Tria, è stata inserita una clausola di salvaguardia. In caso di minore spesa, la percentuale di deficit si sarebbe ridotta di pari passo». Morale: non c'è nessun tesoretto, ma solo un buco meno profondo. Altro che quattrini da sventolare per l'ultimo sprint della campagna elettorale europea. Così, è stato inevitabile per il vicepremier grillino - come una prevedibilissima nemesi - ritrovarsi davanti al naso la paletta di Giovanni Tria, nella veste di vigile urbano chiamato a fermare Di Maio in divieto di transito. Lo stop è avvenuto dagli schermi di Agorà, su Rai3, dove il titolare del Mef ha ribadito quanto spiegato in Cdm l'altro ieri sera: «Le coperture per il decreto famiglia non sono state individuate al momento e il provvedimento è stato rinviato». Poi, la spiegazione, quasi da professore costretto a rispiegare la lezione a degli studenti non sveglissimi: «Sapremo a fine anno e non adesso se si spenderà meno di quanto preventivato per il reddito di cittadinanza, ed è chiaro come queste spese non si possano portare all'anno seguente».Stizzita e inconcludente la replica - anonima - di fonti pentastellate: «È curioso che il ministro Tria parli di assenza di coperture per il decreto Famiglia, quando il miliardo è stato certificato anche dal presidente Inps. Tra l'altro è lui il ministro dell'Economia, il miliardo per le famiglie lo abbiamo trovato noi e se non ha capito gli possiamo spiegare come». Il che testimonia almeno due cose: che M5s fa finta di non capire, e che i grillini considerano Tridico più o meno come un Mosè disceso dal Sinai con le Tavole della Legge, nella celebre interpretazione cinematografica di Charlton Heston. Lo stesso Di Maio ha tenuto il punto più tardi nel corso di un Forum Ansa: «Il decreto Famiglia è una priorità politica, i soldi ci sono, l'Inps ci dice che un miliardo quest'anno lo riusciamo a recuperare. Per me quando si decide dove destinare i soldi, è la politica che lo decide, non i tecnici, fermo restando che ho sempre apprezzato il ruolo da cane da guardia dei conti di Tria».Tornando a Tria, il ministro ha anche stroncato gli 80 euro renziani: «Tecnicamente sono stati una decisione sbagliata, un provvedimento fatto male: risultano come spesa. Con una riforma fiscale verranno riassorbiti». Inevitabile il grido di dolore del Pd, a cui ha fatto seguito una nota del Mef che - in realtà - conferma e non smentisce la posizione di Tria: «Il ministro dell'Economia non ha mai parlato di taglio degli 80 euro ma piuttosto di un possibile loro riassorbimento nell'ambito di una futura revisione del prelievo fiscale». Se non è zuppa, è pan bagnato.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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