2021-04-22
Il M5s ha troppi grilli per la testa. Ciro-gate e Casaleggio gelano Conte
Le donne del Movimento (dalla Raggi alla Dadone) in silenzio sul video del comico sul presunto stupro. Scaduto l'ultimatum per i rimborsi dei deputati alla piattaforma Rousseau. Giuseppi teme l'Opa del PdL'allarme del presidente del Palazzo di giustizia di Tempio Pausania alla «Verità»: siamo sotto organico, l'inchiesta per la notte brava in Costa Smeralda ne risentiràLo speciale contiene due articoli Ci sono sprazzi di pura acrobazia circense, anche in quella che sembra essere l'ora più buia del Movimento. E donne che parlano d'altro, per non dover tirare le orecchie a Beppone e commentare il folle video di sul Ciro-gate. Una sortita così strampalata da far rischiare ( al rampollo l'ergastolo per il presunto stupro di gruppo. Virginia Raggi celebra il Natale di Roma e presenta gli Europei di calcio di Roma 2020. Un ritardo che simboleggia bene questa fase caotica di quello che fu un movimento antisistema e che oggi sembra, tra scissioni e governismi, scandali e liti per i soldi, pare un movimento di sistemati. Poi c'è Carla Ruocco, avvocato, presidente della commissione d'inchiesta sulle banche, persona per bene che non le manda a dire. Sul Ciro-gate si limita a poche parole: «Da genitore, sono vicina a Beppe Grillo». Che gelo. Chi, da genitore, non è vicino a Grillo? Nessuno può prevedere i reati dei figli maggiorenni, ma tra i grillini della prima ora ci si chiede anche come il Fondatore facesse a non sapere che il figlio appena maggiorenne andava al Billionaire con un bel po' di soldini in tasca, quando il papà predica da anni, nelle piazze, sobrietà e decrescita felice. Poi, ieri pomeriggio, ancora la Ruocco su Facebook si dedicava al calo dell'occupazione femminile causa Covid, con un titolo furbetto: «Essere donna, madre e non avere scelta… a proposito di donne».Già, ma a proposito di donne, mentre andiamo in stampa tutti sperano, nel Movimento, che Fabiana Dadone, ministro delle Politiche giovanili che l'8 marzo si è fatta fotografare con i tacchi rossi sulla scrivania ministeriale, trovi modo di dire due parole anche su quella povera ragazza che sarebbe stata stuprata dal branco in gita. Si grida alla speculazione politica, in casa grillina, perché quando c'era il Rubygate non è che ci fosse la caccia alla donna forzista per un commento sulle Olgettine. Ma il problema che resta come un macigno è che Grillo ci ha messo del suo con lo sciagurato video e quindi, nel Movimento, in molti ora si chiedono se sia lucido e in grado di guidare le armate.«Essere stati ostinatamente al governo dal 2018 comincia ad avere un prezzo», ammette un deputato molto vicino a Grillo, «però è chiaro che siamo distratti da questioni delle quali, ai nostri elettori, importa poco». Nell'ordine, a parte l'emergenza educativa a casa Grillo, ci sono i soldi da dare o non dare alla Casaleggio. C'è quel Giuseppe Conte, il papa straniero che Grillo ha calato dall'alto, che è più cauto di un Andreotti e rinvia tutto come un'eterna Ilva di Taranto. E poi c'è Grillo stesso, da risorsa a problema in pochi giorni.L'ex comico genovese, quando è caduto il secondo governo Conte, era uscito dall'autoesilio e aveva guidato il popolo come fosse Mosè. Prima ha dato il semaforo rosso al «governo dei banchieri». Poi, nel giro di 24 ore, un voltafaccia assai elevato ed ecco M5s al governo con Draghi e Matteo Salvini. Scissione, liti, ma poi alla fine sembra che comandi lui. Luigi Di Maio fa il ministro degli Esteri e cammina rasente muro. Conte viene ripescato come capo del partito in un quadro che prevede l'abbraccio con il Pd, quelli che una volta erano «al soldo di Buzzi e di Mafia capitale». Già, ma il Pd, a Roma, non vuole la Raggi, che è la prova vivente che anche in Campidoglio si può continuare a non fare un tubo, ma almeno astenendosi dai reati. A Grillo invece piace la Raggi e quindi ciao a tutti, con il terrore che faccia un promo anche per lei. E quando Conte era quasi pronto per entrare in campo, Grillo Beppe s'improvvisa avvocato di Grillo Ciro e combina un guaio epocale. Ognuno ha le sue Bibbiano, ma bisogna saperle gestire. E così, il M5s riesce ad andare sotto il Pd perfino sulla «questione giustizia», o morale che dir si voglia. E nel Movimento, circola una sola domanda: la prossima autorete di Beppe su cosa sarà? Eppure, un attimo dopo, tutti a dire che senza di lui toccherebbe andare al Nazareno a chiedere un seggio. Perché l'Opa residuale del Pd sul Movimento è vicina. Ancora una mattana del Fondatore e Conte non troverà più nulla.Mette grande amarezza anche la lite furibonda sul denaro. M5s fa da sempre una cosa assai nobile: le restituzioni. Soldi che i deputati danno ogni mese al Movimento, sulla base del fatto che molti, oggettivamente, hanno davvero vinto la lotteria di Natale. Adesso in cassa ci sono ancora 7 milioni da restituire. Ma ora che Movimento e Davide Casaleggio stanno divorziando, il bene diventa male. La buona azione si volge da utile propaganda a pubblicità negativa. E proprio ieri, scadeva l'ultimatum di Davide Casaleggio ai deputati morosi, che devono per statuto 300 euro al mese per l'utilizzo della piattaforma Rousseau. Ma il nuovo corso di Grillo, Di Maio e Conte (quando arriva) prevede una piattaforma autonoma del partito. Casaleggio, però, alla vigilia di probabili cause civili, si diverte a fare i conti in tasca agli ex compagni e avverte: «Sostituire la piattaforma e creare una struttura ex novo, richiederebbe un contributo da parlamentari tre volte superiore ossia mille euro mensili a fronte degli attuali 300 euro». Partiti per cambiare e moralizzare l'Italia, i 5 stelle rischiano di finire a farsi la guerra dei prezzi come due catene di discount, mentre il Fondatore chiede impunità per il figlio Ciro come giusto in Corea del Nord. Alla fine, comunque, pare che arrivi Conte. Se non si sbriga, rischia di trovare solo macerie.