2022-02-17
Il green pass spacca il M5s. Tensione tra Conte e la fronda che vuole abolirlo
L’ex premier resta incollato a Pd e Leu e blocca l’odg di deputati e senatori contro il certificato: «Non è la nostra linea». Critiche dai grillini a Pierpaolo Sileri per l’attacco ai no vax.Nel M5s avanza il fronte anti-green pass, ma Giuseppe Conte cerca (con estrema difficoltà) di tenere a bada i parlamentari pur di non rischiare di rompere l’asse con Pd e Leu. Un atteggiamento oltranzista, quello di Giuseppi, che rischia seriamente di acuire l’insofferenza di deputati e senatori grillini, che messi alle strette potrebbero, al primo voto segreto, ribellarsi alla «disciplina di partito», tanto più che ormai anche lo stato di emergenza, che scade il 31 marzo, sembra avere i giorni contati: «Non credo verrà prorogato lo stato di emergenza», dice l’immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico Sergio Abrignani a Rai Radio 1, «e, quindi, si scioglierà anche il Cts. Non credo che dovremmo più vivere la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato, almeno se rimane la variante Omicron. E non penso che possa arrivare a breve una variante più diffusiva di Omicron». La giornata di ieri fa registrare un’assemblea dei parlamentari del M5s, da remoto, alla quale partecipa anche Conte. Sono numerosissimi gli interventi contrari al green pass. Deputati e senatori fanno notare a Conte che la linea del governo sulla lotta alla pandemia va assolutamente corretta, ribadiscono che strumenti come il green pass e il super green pass, in un momento in cui la fase più dura della pandemia è ormai alle spalle, andrebbero immediatamente archiviati. Mauro Coltorti, Federica Dieni, Gabriele Lorenzoni, Antonella Papiro, Davide Zanichelli, Marco Bella, Alberto Zolezzi sono solo alcuni del parlamentari che chiedono di allentare le restrizioni al più presto, per consentire all’economia di ripartire e al settore turistico di non buttare a mare, è il caso di dirlo, un’altra stagione. Anche l’obbligo vaccinale per gli over 50 è considerato insostenibile. «Siamo in uno stato di diritto», afferma la Dieni, come riferisce l’Adnkronos, riferendosi all’obbligo del super green pass sui luoghi di lavoro, «non è possibile discriminare i cittadini, abbiamo creato una tensione sociale infinita. Questa non è una battaglia che si può lasciare alla Lega». «Non posso accettare che la linea del M5s la decida il governo», incalza la deputata Patrizia Terzoni, «dobbiamo iniziare ad avere una linea politica chiara. Fuori dal palazzo dicono che siamo diventati gli zerbini del Pd e di Speranza. Perché Sileri va in tv a difendere la linea di Speranza? Ci vada Speranza a difenderla». Il viceministro alla Salute Sileri viene criticato anche dal senatore Pietro Lorefice: «Il 25 gennaio», dice Lorefice, «Sileri ha fatto una affermazione terribile: “per tutelare gli italiani renderemo ai non vaccinati la vita difficile”. Non mi riconosco in queste affermazioni». «La linea non è quella di Speranza», ribatte Sileri, «ma quella del governo. Prima di parlare e di giocare sui numeri, attenzione. Perché ci sono persone titolate a farlo, alle quali noi ci rivolgiamo. Non credo che siamo migliori dell’Oms. Nel momento in cui pensiamo di essere migliori degli altri, facciamo una c…». Gli interventi critici sulle misure del governo non si contano. Alcuni deputati propongono un ordine del giorno, primo firmatario Davide Serritella, con il quale si chiede al governo di abolire il green pass al primo provvedimento utile. Conte blocca tutti: parla di «fuga in avanti», definisce l’ordine del giorno «troppo radicale. Chi lo firma», avverte Giuseppi, «si assume una grande responsabilità davanti al paese. Ci siamo assunti una responsabilità durante la pandemia e continuiamo ad averla, però possiamo legittimamente rivendicare con il governo stesso un dialogo per lavorare insieme a una prospettiva di allentamento delle misure. In prospettiva valuteremo quando si può tornare al green pass base. Una valutazione va fatta, anche relativamente al turismo. Se in Europa il segno è diverso, rischiamo di penalizzare le nostre attività turistiche. Dire che siamo fuori dalla pandemia non è corretto», sottolinea Conte, «dobbiamo essere d’accordo che non possiamo smantellare le misure di precauzione fin qui adottate». Serritella accetta di ritirare l’ordine del giorno, anche su suggerimento del capogruppo alla Camera, Davide Crippa, uomo vicinissimo al ministro degli esteri, Luigi Di Maio, ieri sera a Mosca. Sparge sale sulle ferite il deputato di Alternativa, ex M5s, Raphael Raduzzi: «Che il green pass non serva a nulla», dice Raduzzi, «lo ha ormai capito anche la maggioranza dei parlamentari pentastellati, auspichiamo quindi che prendano le distanze dai diktat di un leader bocciato anche nei tribunali e che su un tema che incide sulla vita di milioni di cittadini votino secondo coscienza». Conte, pur di restare incollato a Letta e Speranza, rischia di far esplodere definitivamente il M5s. L’arma per mettere a tacere il dissenso interno ed evitare incidenti parlamentari è sempre la stessa: il rischio che possa cadere il governo e si vada alle elezioni anticipate. Il solito ricatto politico per tenere a bada i parlamentari pentastellati.
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