2022-01-23
Garavaglia: «Il green pass ha la data di scadenza. Ora si deve tornare alla normalità»
Massimo Garavaglia (Ansa)
Il ministro leghista del Turismo sferza il governo: «Le restrizioni non fermano Omicron. Il certificato genera paradossi ma se ne intravede la fine. I dati ci confortano: evitiamo le ideologie e decidiamo di conseguenza».Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, è in viaggio per l’inaugurazione della funivia che collegherà Pinzolo a Madonna di Campiglio. E trova tempo, modo e voglia di collegarsi con noi della Verità.Turismo e commercio sono settori correlati. Nel loro insieme fanno buona parte del terziario. Dopo quasi 24 mesi di Covid che bilancio facciamo?«La variante Omicron ha complicato le cose. La stagione invernale stava andando abbastanza bene. Cosa non scontata. Ma sentendo anche i miei colleghi stranieri ormai il peggio è alle spalle e finalmente si riparte».Facciamo il punto sui ristori. Nessuno scostamento di bilancio. «Ieri abbiamo deliberato 413 milioni. Risorse che avevamo già a bilancio. Alla fine, riusciremo a fare interventi nell’ordine di 700 milioni». Ciò che preoccupa di più però è il caro energia.«Questo è fuori dal conto. Gli sconti bolletta, di questo si parla, riguarderanno ovviamente anche il turismo. Il caro energia è strutturale. Il decreto di ieri è solo una misura tampone. La prossima settimana la politica avrà altro di cui parlare ma subito dopo dovremo occuparcene. La Cina ha un suo programma di decarbonizzazione. E acquista sempre più gas e il prezzo sale. Gli stoccaggi del passato non sono sufficienti. E lì andranno presi provvedimenti seri. Non si svuota l’oceano col cucchiaino».L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che siano eliminati o allentati i divieti di circolazione internazionale. Non forniscono alcun valore aggiunto nel combattere la diffusione della Omicron, ma contribuiscono allo stress economico. La vaccinazione contro il Covid non dovrebbe essere l’unico percorso o condizione che consente i viaggi internazionali. La sua posizione qual è?«Questo documento è fondamentale. Ci fa capire cosa succederà. Tutti i Paesi del mondo fanno parte dell’Oms. Se tutti vanno in questa direzione bisogna iniziare a programmare le decisioni senza farsi trovare in ritardo».Immagina una sorta di road map verso il ritorno alla normalità?«Assolutamente sì».Penso che l’avrà molto dura dentro questo governo.«Ho capito. Ma io mi avvalgo della facoltà di sentire gli esperti. E più dell’Oms chi dobbiamo sentire? Peraltro, le due considerazioni che fa sono assolutamente logiche. La prima è che le restrizioni non hanno sortito l’effetto di bloccare Omicron. Fa più danno che guadagno. La seconda altrettanto importante è di riconoscere tutti i vaccini compresi nella lista di emergenza. Anche questo è logico. Tre quarti della popolazione mondiale non è vaccinata con Pfizer e Moderna. E che facciamo? Li lasciamo fuori dalla circolazione? Il messaggio è che bisogna andare verso la normalità».In finale il risultato è questo. Senza super green pass (vaccino o guarigione) non puoi bere il caffè al banco del bar ma puoi volare a Barcellona ma non da Roma a Cagliari. Non lo trova assurdo?«Ci sono dei paradossi ma io vedo la fine di questo percorso».Se le chiedo se il green pass è giusto o sbagliato?«Ne vedo la fine».Auspicio o previsione?«È una previsione. Le valutazioni di esperti come Bassetti e Crisanti di fatto vanno in questa direzione. Le Regioni vanno in questa direzione. Se guardiamo i dati con serenità si vede che il picco è raggiunto e d’ora in poi si scende. Capisco la preoccupazione di fondo. Un grosso numero di contagi poteva sortire effetti molto pericolosi. Ma vediamo ogni giorno che passa che così non è. Si va verso una normalizzazione e bisogna essere veloci nel prendere le decisioni conseguenti».Magari Draghi sarebbe anche favorevole. Dovrebbe firmare da prossimo presidente della Repubblica questi provvedimenti da scrivere in Gazzetta. Sarà più difficile convincere il prossimo eventuale presidente del Consiglio.«Non commento la partita del Quirinale. Prendiamo le decisioni sulla base dei dati. E i dati dicono che stiamo andando verso la normalità e ci dovremo comportare di conseguenza».La Lega fa pace al suo interno? La corrente aperturista e quella chiusurista si tendono la mano?«Nessuna contrapposizione ideologica. Ragioniamo solo sulla base dei dati».Altro momento di serena autocritica. Eravamo partiti coi dpcm di Conte. Attività chiuse o aperte in base ai codici Ateco. Ed ora siamo al dpcm di Draghi che stabilisce dov’è che si può entrare con o senza green pass. Ma servono le Faq sul sito per interpretarlo diversamente da come sembra. Un meme dei social diventa realtà. Draghi è come Conte, solo più brutto.«Le perplessità ci sono sempre soprattutto perché quando si prendono decisioni importanti e in poco tempo si fa fatica a valutare tutti gli effetti. Faccio un esempio, l’accorciamento della durata del green pass a sei mesi rischia di avere una conseguenza molto pesante sulla stagione invernale. I polacchi non possono per legge fare la terza vaccinazione e quindi aggiornare il proprio green pass. Questa cosa da sola ci fa perdere 100.000-120.000 clienti soltanto in Trentino. Non è mai facile prendere così tante decisioni in poco tempo, però poi bisogna avere la flessibilità di aggiustarle. Sulla base dei dati».Altro momento di serena autocritica. Amnesty international Italia ha espresso una posizione molto critica su green pass e obblighi vaccinali. Farsi tirare le orecchie da Amnesty è più da Paese del terzo mondo che da G7. Non trova?«A Natale con quei numeri non era facile avere un quadro definitivo. Il rischio era molto elevato. Ma fortunatamente le cose stanno andando nella direzione giusta. Grande contagiosità ma non grandi conseguenze sulle terapie intensive».Facciamo come il Regno Unito allora? Un graduale ritorno alla normalità. «Per ovvi motivi di lavoro sto girando il mondo. Non è solo l’esempio del Regno Unito. È così a Dubai. È così a Londra. È così a Parigi. È così a Madrid. La direzione generale è questa. Bisogna prendere atto e adeguarsi nei tempi giusti, lasciando perdere le ideologie».Dica la verità si è pentito di essere entrato nel governo?«Faccio sempre quello che devo fare».Le è stato chiesto di farlo e lo ha fatto?«Sì. Come quando mi è stato chiesto di dimettermi da senatore per fare l’assessore in Lombardia. Io sono al servizio».Non le chiedo come va a finire la partita del Quirinale. Anzi si glielo chiedo. Come va a finire la partita del Quirinale?«Glielo dico giovedì prossimo».Cioè giovedì prossimo commentiamo l’avvenuta elezione del nuovo presidente?«Esatto».Ultima domanda. Alcuni suoi follower sui social hanno aspramente polemizzato con lei. Soprattutto nei giorni dell’introduzione del green pass. E lei ha reagito da par suo. Vuol dire loro qualcosa?«Faccio autocritica, mi scuso e tendo la mano in segno di pace».