2024-06-21
Il Cts: «Il vaccino non ferma i contagi». Ma due giorni dopo diventa obbligatorio
Il 29 marzo 2021 il Comitato rilevava l’inefficacia del siero. Eppure da aprile è imposto ai sanitari. Contiamoci: «Risarcite i sospesi».È il 29 marzo del 2021. Alla riunione del Comitato tecnico scientifico, l’onnipotente Cts, ci sono tutti quelli che contano. Franco Locatelli, Silvio Brusaferro, Sergio Abrignani, Donato Greco, Giuseppe Ippolito, Giorgio Palù, Giovanni Rezza e altri. Siamo nel pieno dell’emergenza sanitaria, ma ancora lontani dall’introduzione del temibile green pass. Ai super esperti viene richiesto di esprimersi su due temi rilevanti. Sono chiamati a dare un parere in merito alle linee guida sullo «svolgimento in sicurezza delle procedure concorsuali pubbliche» e sulle «misure adeguate a garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività scolastiche nelle diverse zone in cui sono classificati i territori regionali». Il primo parere è senz’altro il più rilevante. Il Cts, dopo opportuna consultazione, riconosce la «primaria esigenza di consentire l’espletamento dei concorsi pubblici, nella misura in cui ciò sia compatibile con gli obiettivi di mitigazione/contenimento della diffusione di Sars-CoV-2». Ovviamente, stabilisce che si debba rispettare il protocollo di sicurezza, il quale prevede «l’obbligo da parte dei concorrenti di presentare un referto relativo a un test antigenico rapido o molecolare eseguito in data non antecedente a 48 ore dalla data di svolgimento delle prove, l’obbligo d’indossare dal momento dell’accesso all’area concorsuale fino all’uscita i facciali filtranti Ffp2, la previsione di un elevato livello di areazione naturale, anche alternata con areazione meccanica e di impianti di aerazione meccanica che lavorano con impostazione di esclusione del ricircolo, nonché la previsione della dotazione di ingressi riservati ai candidati, distinti e separati per consentirne il diradamento, in entrata e in uscita». Fin qui, tutto assolutamente regolare. Il bello però arriva subito dopo. E cioè quando il Cts sentenzia che non è possibile «esentare i soggetti in possesso di certificato di vaccinazione per il Covid-19 (o di documento equivalente, anche in formato digitale) dall’obbligo di cui all’articolo 3, comma 3, numero 4, del protocollo, ossia dall’obbligo di presentare, all’atto dell’ingresso nell’area concorsuale, un referto relativo a un test antigienico rapido o molecolare effettuato mediante tampone oro-faringeo, riferito ad epoca non antecedente a 48 ore dalla data di svolgimento delle prove». Tradotto, gli esperti dicono che - a prescindere dal rispetto delle misure di sicurezza - i vaccinati non possono sfuggire al rito del tampone. Anche questo, in fondo, non stupisce. Chiunque abbia frequentato uno studio televisivo o i corridoi di aziende particolarmente scrupolose sa che a tutti venivano richiesti tamponi, vaccinati compresi. Nel verbale del Cts, tuttavia, ci sono alcune righe di fondamentale importanza che gettano una luce nuova su quanto avvenuto in pandemia. Motivando l’obbligo di tampone, infatti, il Cts fa riferimento «allo stato delle conoscenze scientifiche attuali» e spiega che esse «non consentono di escludere la capacità di contagio nei soggetti vaccinati, pur asintomatici». Motivo per cui «il principio di precauzione impone di dare prevalenza alle esigenze di prevenzione del rischio sanitario, tenuto conto anche della limitata invasività dell’esame diagnostico che verrebbe richiesto anche ai candidati vaccinati».Capito? Il 29 marzo del 2021 il Cts ammetteva che il vaccino non impediva il contagio. Tanto da ritenere necessario imporre a tutti i tamponi. La data è determinante per due motivi. Primo, perché stiamo parlando di un periodo precedente l’introduzione della tessera verde, la cui efficacia viene di fatto demolita dalle frasi del Cts. Secondo, perché un paio di giorni dopo quella pronuncia del Cts accade una cosa importante. Il primo aprile del 2021 piove sugli italiani il Dl 44, cioè la norma che sancisce l’obbligo di vaccinazione «per la prevenzione dell’infezione da Sars-Cov-2» per i lavoratori della sanità. Obbligo successivamente esteso a una larga fetta dalla popolazione italiana. In sostanza, alla fine di marzo del 2021 il Cts dice che, «secondo la scienza», la vaccinazione non esclude il contagio. Ma nonostante ciò a strettissimo giro viene imposto l’obbligo vaccinale, che nel testo del decreto viene definito necessario per la «prevenzione del contagio». Sapevano che il vaccino non preventiva i contagi, ma lo hanno reso obbligatorio lo stesso. A notare questa assurdità clamorosa è l’associazione Contiamoci, che dal verbale del Cts ha tratto lo spunto per inviare una lettera alla presidenza del Consiglio. Nella missiva, Contiamoci rimarca pure la contraddizione fra le affermazioni del Cts e quel che ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza 15 del 2023 (quella che ha giustificato le imposizioni sanitarie). Secondo la Consulta «l’obbligo vaccinale per la prevenzione dell’infezione da Sars-Cov-2 anziché quello di sottoporsi ai relativi test diagnostici (c.d. tampone), non ha costituito una soluzione irragionevole o sproporzionata rispetto ai dati scientifici disponibili». Già, peccato che in base ai dati che erano nella disponibilità del Cts a quel tempo fosse già chiaro che il vaccino non immunizzava.Alla luce di questi fatti, Contiamoci si rivolge a Giorgia Meloni e chiede «a lei e al suo governo di intervenire per ristorare i lavoratori degli emolumenti non percepiti a seguito di ingiusta sospensione, così come dei loro contributi previdenziali, nonché di annullare definitivamente le multe per gli ultra cinquantenni che non abbiano adempiuto all’obbligo vaccinale. Annoverando tra noi un gran numero di medici, di biologi, di farmacisti, di psicologi e di operatori sanitari in generale», proseguono i portavoce, «ci rendiamo disponibili per un confronto su questi temi anche attraverso lo strumento della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus Sars-Cov-2. Ci auguriamo che le nostre richieste possano essere accolte e che le necessità di bilancio non prevalgano su verità scientifiche e storiche che chiedono di essere riaffermate». Di fronte ai fatti c’è poco da discutere. Il vaccino non proteggeva dal contagio, dunque green pass e obblighi erano totalmente inutili e ingiusti. A dirlo non sono presunti no vax o terrapiattisti, ma il Comitato tecnico scientifico, cioè «la Scienza». Non resta che prenderne atto, e velocemente.
(Totaleu)
«Strumentalizzazione da parte dei giornali». Lo ha dichiarato l'europarlamentare del Carroccio durante un'intervista a margine della sessione plenaria al Parlamento europeo di Strasburgo.