2021-12-18
Il Covid prosciuga il mercato dei vaccini: mancano le materie prime
Nel 2022 la produzione di antidoti dovrebbe triplicare fino a 14 miliardi di unità. Peccato che la pandemia cannibalizzi le materie prime: a rischio rimedi per papilloma e tetanoNel 2022 il mercato chiederà un surplus senza precedenti di produzione di vaccini ma mancano i componenti. Prima dello scoppio della pandemia ogni anno venivano prodotte circa 5 miliardi di dosi, ma per l’anno prossimo gli obiettivi di produzione triplicheranno, raggiungendo quota 14 miliardi. Un incremento che rischia di scontrarsi con oggettivi problemi di materie prime. L’allarme è stato lanciato sulle pagine di Science. Secondo l’Oms la copertura vaccinale è diminuita nel 2020 a causa della pandemia, lasciando ancora più bambini non immunizzati o sottoimmunizzati per i vaccini non Covid. La difficoltà di approvvigionamento di alcuni vaccini, già riscontrata da qualche mese e confermata nelle ultime settimane anche in Italia, è dovuta ad una carenza di materie prime. Sono gli stessi produttori a riferire che stanno incontrando difficoltà nell’accesso tempestivo a componenti di consumo come sacchetti per biotrattamento, filtri, tubi e forniture di laboratorio. I terreni di coltura, una materia prima essenziale per la maggior parte dei vaccini, e fiale, siringhe e fiale sono stati ordinati in arretrato, con tempi di consegna promessi fino a 18 mesi. Molte di queste carenze dovrebbero persistere per un tempo significativo.I vaccini contro il coronavirus, naturalmente molto richiesti in questo periodo storico, stanno di fatto sottraendo ai concorrenti tradizionali le materie prime per essere prodotti. Ad un aumento dei vaccini corrisponderà infatti un aumento della richiesta di tutto ciò che serve per trasformarli in prodotto finito. Queste somministrazioni prevengono da 4 a 5 milioni di morti all’anno, principalmente tra i bambini. Tuttavia ogni anno 20 milioni di bambini non riescono ad accedere alla vaccinazione di base e questo dato, almeno nel breve-medio termine, sembra destinato a peggiorare.Il vaccino contro lo pneuomococco e il vaccino contro il morbillo sono quelli che risentiranno di più della carenza di materie prime secondo lo studio e sono considerati ad alto rischio approvvigionamento. In effetti sono gli stessi già registrati in carenza in molti Paesi tra cui anche l’Italia. Subito sotto nella lista del rischio troviamo altri due vaccini già risultati in carenza: si tratta di quello contro la difterite, il tetano e la pertosse e quello contro la tubercolosi e infine quello contro il papilloma virus importantissimo per la prevenzione del tumore al collo dell’utero nelle donne. Questo significa che per vaccinare i bambini contro il Covid, con il dubbio che ce ne sia davvero bisogno, otterremo che qualche bambino nel mondo non potrà vaccinarsi contro lo pneumococco o il morbillo, perché come spiegano gli esperti «per le materie prime necessarie a produrre vaccini si prevedono tempi di consegna fino a 18 mesi e molte di queste carenze potrebbero persistere per un periodo di tempo considerevole». Le interruzioni nella fornitura di vaccini essenziali per neonati e adolescenti colpiranno in modo sproporzionato i paesi più poveri. Lo studio conclude che una volta superata la pandemia «il settore avrà appreso le conoscenze per aumentare di moltissimo la produzione vaccinale», ma questo potrebbe avvenire ad un prezzo troppo alto e difficilmente stimabile.L’allarme carenza vaccini lanciato quindi nelle scorse settimane sembra avere un fondamento che, come si sospettava, risulta essere di portata mondiale. Aifa continua a chiedere l’importazione dall’estero e il ministero della Salute conferma di avere problemi di lungimiranza non rispondendo a quella che senza dubbio costituirà una delle più grandi emergenze a cui andrà incontro la sanità nei prossimi mesi. Tutte le energie sono impiegate nella campagna vaccinale pediatrica contro il Covid, quando si pongono altri problemi, le risposte non arrivano e l’attenzione delle istituzioni neanche.