2019-10-10
Il Copasir alla Lega con i voti M5s-Fdi nonostante il blitz tentato da Conte
Raffaele Volpi guiderà il comitato sui servizi. Decisivi Adolfo Urso e alcuni grillini. Il premier, che teme il Carroccio, ha provato a stopparli.Alla fine la Lega ha preso il Copasir, l'organo parlamentare cui spetta il compito di controllare il rispetto della Costituzione da parte dei servizi di intelligence. Al posto di Lorenzo Guerini, finito al governo, è stato eletto con sei voti su dieci il deputato del Carroccio Raffaele Volpi, che è diventato presidente e dalla settimana prossima potrà mettere in pista l'agenda del comitato, avviare le verifiche sul caso spygate e dunque, fare le domande giuste al momento giusto. A chi? Al premier Giuseppe Conte che sarà sentito al più presto per chiarire che ruolo abbia avuto la nostra intelligence al fianco dei servizi americani sia ai tempi di Barack Obama sia negli ultimi due mesi al fianco di Donald Trump impegnato a capire le mosse del docente maltese Jospeh Mifsud. In ballo ci sono le elezioni del 2020. Trump cerca di smascherare il Russiagate, dimostrando di essere sempre stato pulito e di non aver mai ricevuto alcun sostegno da Mosca durante le elezioni di tre anni fa. Al contrario se saltasse fuori che Mifsud era un agente provocatore dei democratici, la corsa alla Casa Bianca si renderebbe impossibile per qualunque candidato dell'Asinello. Se, infine, emergessero comportamenti legali ma borderline per entrambi, a festeggiare sarebbe la parte del Partito repubblicano che non ama Trump. Volenti o nolenti, la guerra per bande in vista delle elezioni del 2020 si è ormai spostata in Italia, che le accuse di collaborazionismo siano vere o false poco importa. Finché nel 2020 gli elettori americani non avranno deciso il nome del prossimo inquilino della Casa Bianca, il Copasir diventerà l'ombelico del mondo. Il partito che lo presiede potrà conquistarsi una posizione di enorme vantaggio in politica estera e pure nella futura riorganizzazione dei vertici dell'intelligence nostrana. Non meraviglia dunque che l'elezione di Volpi sia avvenuta al fulmicotone. Durante l'incontro a tre tra Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini della scorsa settimana si era cercato di trovare una sintesi. L'ipotesi di un nome solo condiviso da tutti è caduta quasi subito, tanto che il leader di Forza Italia ha avanzato il nome di Elio Vito. Ipotesi accolta freddamente da Salvini, che si sarebbe limitato a ribadire la volontà di avere un presidente del Copasir leghista. A quel punto ha ufficializzato il nome di Volpi senza avere l'appoggio totale di Forza Italia. Secondo quanto risulta alla Verità a fare da sponda a Volpi ci avrebbe pensato la mediazione di Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa del Conte uno e pure del Conte bis. Tofalo e Volpi si sono conosciuti alla corte di Elisabetta Trenta dalla quale erano entrambe distanti: sono infatti a differenza dell'ex ministro fermi atlantisti. Tofalo avrebbe così convinto gli esponenti grillini nel Copasir a votare il suo ex collega di governo. E sarebbe filato tutto liscio se non si fosse inserito a gamba tesa Conte che in alcun modo avrebbe desiderato spiegare le sue scelte e la gestione delle deleghe ai servizi a un uomo della Lega. Scoperta l'operazione si è resa così necessaria l'opzione Fratelli d'Italia. Raggiunta la Meloni a Roma Salvini avrebbe ottenuto l'appoggio di Fdi e la gestione congiunta delle elezioni. I numeri di ieri lo confermano. Il sesto voto a favore di Volpi è evidentemente quello di Adolfo Urso, esponente di Fdi e presidente del Copasir ad interim. Se Urso avesse votato sé stesso o scheda bianca, Volpi sarebbe andato al ballottaggio. Cinque voti non sono sufficienti per essere eletti. Al ballottaggio con Vito e lo stesso Urso avrebbe prevalso il criterio dell'anzianità. Urso è nato a luglio del 1957. Vito a novembre del 1960 e Volpi a febbraio del 1960. I conti sono presto fatti. In pratica, il rapporto Lega-Fdi ne esce rafforzato, come si è visto ieri al termine dell'elezione dal capannello formato dal neo presidente, da Urso e dall'altro leghista, Paolo Arrigoni. Resta invece molto malumore tra le file di Forza Italia. Un voto finito a Vito e l'altro quasi sicuramente in bianco. Il che significa anche che il fronte grillino non è stato sgominato dal premier. Non tutti i 5 stelle al tavolo del Copasir avrebbero boicottato Volpi votando in bianco. Uno scenario che potrà essere foriero di novità in futuro. Non solo perché Lega e 5 stelle non avrebbero rotto del tutto i legami, ma anche perché Conte in udienza al Copasir rischia di trovarsi di fronte a brutte sorprese. E potrebbe finire stritolato (politicamente) tra il Russiagate americano, lo spygate nostrano e il Rublogate di Savoini. I vari dossier potrebbero annientarsi tra di loro e il premier ne diverrebbe l'unica vittima. Assieme agli uomini dell'intelligence a lui più vicini. Vedremo quali saranno le prossime mosse di Volpi che ieri è stato estremamente ecumenico. «Il mio è un ruolo che rappresenta tutti i partiti presenti in Parlamento». Come dire, il compito che mi spetta è osservato dall'alto e non solo dai vertici del partito. Qualcosa che si chiama ragion di Stato.