2024-02-02
Il club di Letta e Prodi spinge il piano Oms che mina la sovranità
Sergio Mattarella e Bill Gates (Ansa)
Appello del gruppo di Madrid per la ratifica dell’intesa e maggiori finanziamenti. Tra i firmatari, anche nomi vicini a Anthony Fauci e Bill Gates.«Una nuova minaccia pandemica è inevitabile. Una nuova pandemia no». Già: basta fare quello che dicono loro. Loro sono i «competenti», nonché potenti, nonché influenti membri del Club de Madrid. Un’organizzazione non profit di cui fanno parte, in ordine alfabetico e non di simpatia, l’ex premier inglese laburista Gordon Brown, l’ex presidente americano Bill Clinton, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, l’ex presidente francese François Hollande, oltre agli ex presidenti del Consiglio italiani Enrico Letta, Mario Monti e Romano Prodi, senza contare il loro vecchio collega spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero (già idolo della sinistra radicale) e l’eurodeputato liberale belga Guy Verhofsdatd, odiatore incallito di Matteo Salvini. Cosa chiede il salottino dell’élite mondiale? Di approvare con urgenza il Trattato pandemico dell’Oms. All’Assemblea dell’agenzia, a maggio, arriverà la resa dei conti, ma sull’adozione del testo si scorgono «preoccupanti segnali di stallo». È lo stesso allarme che aveva lanciato il direttore generale dell’ente, Tedros Adhanom Ghebreyesus, prendendosela con una «campagna coordinata e sofisticata di disinformazione». Le bufale riguarderebbero gli effetti del documento, accusato - ma a ragion veduta - di togliere agli Stati sovranità. E, dunque, di ridurre gli spazi riservati alla vigilanza democratica sul potere politico. Firmando quella carta, i Paesi si legherebbero le mani e potrebbero trovarsi costretti, allo scoppio di una futura emergenza sanitaria - che la crema delle classi dirigenti considera imminente - ad applicare misure liberticide. Dai lockdown ai passaporti vaccinali. Guarda caso, i promotori dell’appello sottolineano che l’accordo dovrebbe «trascendere la normalità, perché lo status quo si è rivelato fatale per le persone» durante l’era Covid. Bisogna affrettarsi a licenziare il Trattato Oms e fare in modo che esso sia «legalmente vincolante». Inoltre, si dovrà provvedere a finanziare adeguatamente il Fondo pandemico, situato presso la Banca mondiale e al quale l’Italia ha già partecipato, con 100 milioni di euro (siamo il quarto contributore, dopo Ue, Usa e Germania). L’invito appare un tantino interessato: a sottoscrivere la lettera del Club de Madrid, infatti, c’è anche il dottor Chris Elias, dirigente della Bill & Melinda Gates foundation. La creatura di Mr Microsoft che ha elargito generose sovvenzioni al Fondo, insieme ad altre associazioni private di filantropi, come la Rockefeller foundation e il Wellcome trust. Gira e rigira, quando si parla di iniziative sanitarie globali, ricorrono sempre i soliti nomi. Stavolta, accanto agli emissari di Gates, compaiono pure Victor J. Dzau, un membro del Global preparedness monitoring board Oms, organo in cui figurava il virologo Anthony Fauci; il dottor Zijan Feng, dell’Associazione cinese di medicina preventiva (una garanzia, quanto a contrasto precoce delle minacce pandemiche!); Ban Ki-Moon, un tempo segretario generale Onu; e David Miliband, che aspirò alla leadership del Labour party britannico, ma venne sconfitto da suo fratello.Ora, va riconosciuto che, su un aspetto, i cervelloni del Club de Madrid hanno ragione: sarebbe opportuno mettere in piedi meccanismi che rendano gli Stati responsabili dinanzi alla comunità internazionale, qualora violassero certi obblighi di controllo e trasparenza sugli agenti patogeni pericolosi. In fondo, tutti ci indignammo per il comportamento della Cina, tra l’autunno 2019 e il gennaio del 2020: se le autorità locali fossero state meno reticenti, forse la risposta mondiale al coronavirus avrebbe potuto essere più tempestiva ed efficace. Ad aggravare il bilancio di quella tragedia, ci si mette un’amara constatazione: ad oggi, è impossibile costringere Pechino a pagare per i propri errori. D’accordo. Ma di qui a inventare uno strumento giuridico che consenta a burocrati dell’Oms di imporre vaccini e chiusure, ce ne passa di strada.E pensare che gli estensori della petizione si lasciano cogliere da qualche barlume di lucidità. Ammettono, ad esempio, che «l’impatto complessivo della malattia e della risposta a essa non è stato ancora del tutto compreso». Adesso, le nazioni sono alle prese con «debito, inflazione, sistemi sanitari indeboliti e fratture sociali». Piaghe che, sospettano evidentemente i tifosi del Trattato pandemico, non sono colpa esclusiva di contagi e decessi per il Covid, ma anche dei provvedimenti draconiani adottati per provare a fermarne la diffusione.Appunto. Se persino loro, quelli bravi, quelli saggi, temono che domiciliari e persecuzioni abbiano creato più problemi di quanti non ne abbiano risolti, di appello ne lancino uno diverso. Chiedano un altro tipo di obbligo per gli Stati: mai più lockdown, mai più green pass.