
Il leader del Carroccio annuncia una manifestazione contro i giallorossi il 19 ottobre a Roma. Un'iniziativa che avvicina l'ex ministro dell'Interno a Giorgia Meloni. Freddi i forzisti che mantengono una linea moderata.Prove di convergenza tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ieri, il leader della Lega ha annunciato, oltre al consueto raduno di Pontida, una manifestazione di piazza a Roma contro il neonato governo giallorosso. «Tutti in piazza nella capitale il 19 ottobre per una giornata di orgoglio italiano, me lo chiedete in migliaia, bisogna farsi sentire contro il furto di democrazia», ha dichiarato Salvini nel corso di una diretta Facebook, per rivolgersi poi al capo dello Stato, Sergio Mattarella: «Presidente, lei è ancora in tempo a dare la parola ai detentori del potere, il popolo». Insomma, la Lega sceglie la strada movimentista. Una strada che, nei giorni scorsi, era già stata invocata da Giorgia Meloni.L'altro ieri, in occasione delle consultazioni al Quirinale, la leader di Fratelli d'Italia aveva infatti dichiarato: «Se questo governo dovesse nascere invitiamo tutti gli italiani a piazza Montecitorio il giorno della fiducia, invitiamo a scendere in piazza tutti, non solo i militanti di Fratelli d'Italia», per poi proseguire: «Manifestare il proprio dissenso non è eversivo, lo chiedo dal Quirinale perché non sto dicendo niente di diverso da quello che prevede la nostra Costituzione, quello che si sta facendo è vergognoso verso i cittadini, gli italiani non possono votare, potranno almeno dire la loro». Negli ultimissimi giorni, Salvini era sembrato meno propenso alla piazza, forse perché in attesa che la nascita della maggioranza giallorossa venisse definitivamente formalizzata con l'incarico a Giuseppe Conte. Segno di come il leader della Lega voglia adesso puntare a un'opposizione dura contro l'esecutivo targato Pd e Movimento 5 stelle. Una linea, quella movimentista, che - almeno per il momento - sembra trovare piuttosto scettica Forza Italia, rendendo in questo modo ancora più evidente la ritrovata sintonia tra il Carroccio e Fratelli d'Italia. Una sintonia che non è esattamente perfetta, vista la mancata coincidenza sulla data della manifestazione. Proprio su questo punto, la Meloni è intervenuta ieri, dichiarando: «Bene Salvini che ci ha ripensato (sulla manifestazione di piazza, ndr), quello che mi chiedo però è: perché aspettare due mesi per fare una cosa da solo? Il momento di scendere in piazza è ora».Il dibattito in corso sulla manifestazione restituisce, insomma, il quadro dei rapporti attuali in senso al centrodestra. Nonostante tutti e tre i partiti si siano detti fermamente contrari a un governo giallorosso, le strategie messe in campo sono differenti e riflettono probabilmente qualche divergenza sul piano politico. Non prendendo in considerazione la piazza, Forza Italia sembra voler tenere fede a un'impronta rigidamente centrista: un modo probabilmente per non venire associata troppo alla categoria del populismo ma che rischia di alimentare così i malumori di chi - soprattutto tra le basi elettorali di Salvini e Meloni - nutre ormai un certo scetticismo nei confronti degli azzurri. Il pericolo, per il partito di Berlusconi, è insomma quello di perpetuare l'ambiguità di una forza politica che, pur tenendo un gamba saldamente nel centrodestra, non è ben chiaro talvolta dove tenga l'altra.La rottura traumatica della Lega con i 5 stelle ha invece indubbiamente riavvicinato Salvini alla Meloni: la consonanza tra i due avviene infatti in primo luogo sul fronte ideologico, essendo entrambi aderenti alla linea sovranista (una consonanza cementata dalla comune opposizione al nome di Ursula von der Leyen come presidentessa della Commissione europea). In secondo luogo, Lega e Fratelli d'Italia risultano, al momento, gli unici due partiti che hanno reale interesse ad andare al voto (fattore, questo, che li accomunava a Zingaretti, prima che si lasciasse triturare dalle trame di Renzi). In terzo luogo, Salvini sa che - nella storia repubblicana - i governi monocolore sono stati rarissimi e il più delle volte esanimi: una ragione in più che potrebbe spingerlo a un'alleanza con la Meloni. Infine, non bisogna trascurare come la stessa leader di Fratelli d'Italia abbia, in un certo senso, riconsiderato di recente il proprio ruolo: se durante la campagna elettorale per le politiche del 2018 mirava principalmente a mantenere in piedi la coalizione di centrodestra attraverso una costante attività di mediazione, negli ultimi tempi ha mostrato una crescente freddezza verso Forza Italia, cercando una sponda principalmente con la Lega.Ora, scegliendo l'opposizione di piazza, Salvini fa certamente, dal canto suo, un passo verso la Meloni. La manifestazione distinta è quindi, sotto questo punto di vista, forse frutto di considerazioni prevalentemente tattiche. Invocando la piazza verso la fine di ottobre, Salvini sceglie quello che, prevedibilmente, si rivelerà un periodo piuttosto caldo per un eventuale governo Conte bis: quello della manovra. Per quanto i giallorossi potranno usufruire di eventuali (e probabili) accondiscendenze da parte di Bruxelles, non va mai dimenticato che l'incipiente maggioranza sia costituita da due forze politiche antitetiche. Due forze che non solo si ritrovano, per quest'alleanza innaturale, con i rispettivi elettorati in rivolta. Ma che sulle misure economiche dovranno riuscire a mettere proverbialmente insieme il diavolo con l'acqua santa. Ecco: su questa debolezza strutturale vuole probabilmente far leva Salvini, approfittando di un momento in cui l'esecutivo potrebbe palesare le proprie contraddizioni interne. Il tutto, incanalando l'opposizione popolare contro gli zombie del palazzo. Anche se questi, a differenza di Occhetto, non hanno i baffi. Cossiga docet.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco
Al via un tour nelle principali città italiane. Obiettivo: fornire gli strumenti per far crescere le imprese.