2022-07-25
L'ultimo valzer della Lamorgese. Lascia tre regioni sotto assedio
Sardegna, Sicilia e Calabria finiscono sotto il violento assedio della nuova ondata di profughi. Accoglienza ancora al collasso.La politica dei porti spalancati e dell’accoglienza a go go ieri ha permesso l’assedio di tre Regioni. Con ben 1.774 sbarcati in un solo giorno. Numeri da record, (ai quali potrebbero aggiungersi i 639 attualmente sulle navi delle Ong), che le prefetture fanno sempre più fatica a fronteggiare e che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese pensa ancora di gestire con la sua solita nonchalance. Anche ora che è all’ultimo giro di boa.In Sicilia è stata una giornata campale. Un peschereccio che era partito dalla Libia con 674 passeggeri ha cominciato a imbarcare acqua mentre si dirigeva in Calabria. Con un primo trasbordo, dirottato verso Messina, sono arrivati in porto in 227. E con cinque cadaveri a bordo. Gli altri erano stremati dal caldo e dalla sete. E tra loro c’erano anche alcuni bambini. La prefettura di Messina ha allestito al molo Norimberga una mini struttura per l’accoglienza. Altri 447 sono stati trasferiti su motovedette della Guardia costiera e destinati ad altri porti. A Catania, per esempio, ne sono stati mandati 150. In 154 sono poi arrivati sfiniti al porto di Crotone, dopo un trasbordo sulla nave militare Di Bartolo della Guardia di finanza. Alcuni hanno accusato malori a causa del caldo torrido. E a Lampedusa l’hotspot è di nuovo al collasso, con quasi 1.600 presenze su 350 posti disponibili. Gli sbarcati devono quindi arrangiarsi con tappetini di gommapiuma e coricarsi dove riescono a trovare un posto in cui non ci sia troppa immondizia. Gli oltre 600 di ieri sono arrivati alla spicciolata con 26 diversi approdi. Gli ultimi giunti in porto sono 73 tunisini che viaggiavano su tre barchini malandati. In 23, invece, sono scesi nel pomeriggio con due scafi partiti da Chebba e Sidi Mansour in Tunisia. Altri 73, partiti da Sfax, Zazis, Gabes e Kerkenna, con quattro barche, sono stati intercettati in mattinata al largo. Quasi 500 erano arrivati tra la notte e l’alba. Ma non è finita. Perché anche in Sardegna sono ricominciati gli sbarchi. L’altra notte le forze dell’ordine hanno rintracciato otto stranieri che si erano incamminati sulla strada statale che porta verso Pula. Erano tutti senza documenti. In Sardegna il numero di sbarcati è quasi raddoppiato rispetto allo scorso anno. Nei primi sei mesi del 2021 erano arrivati in 536. Ora siamo già a 963. Tutti provenienti dalla rotta Algeria-Sulcis. Ben 761 sono ospitati nei centri d’accoglienza dell’isola. Altri 245 sono finiti nella rete del Sai, il Sistema di accoglienza e integrazione per rifugiati. Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu aspetta Lamorgese domani per un comitato dell’ordine e sicurezza pubblica: «Bisogna trovare il modo di bloccare gli sbarchi, che continuano anche in queste ore». Ma ancora non basta. Perché in pieno mediterraneo ci sono ancora due taxi del mare. Ocean Viking (che ha recuperato anche una barca di ragazzi: 57 minori non accompagnati) e Sea Watch 3 hanno fatto un carico di 639 persone, tirate su in diverse operazioni a largo di Libia e Tunisia. Per ora hanno chiesto un porto sicuro. Ma con molta probabilità, già da domani, quando cominceranno a puntare verso l’Italia, partiranno con il solito pressing sul governo. Mentre le evacuazioni sono già cominciate: un bambino con ustioni e una donna incinta.«Sono sgomento», ha commentato il governatore siciliano Nello Musumeci, che ha aggiunto: «Nel prossimo governo di centrodestra la tutela dei confini deve tornare ad essere una priorità». Ma il governatore ha anche ammonito: «Smettiamola con la retorica buonista, chi dice che va tutto bene condanna alla disperazione decine di migliaia di uomini e donne». Il leader della Lega Matteo Salvini ha cercato di tranquillizzarlo: «Il 25 settembre gli italiani potranno finalmente scegliere di cambiare: tornano sicurezza, coraggio e controllo dei confini». «Mentre la sinistra ha già iniziato nella sua opera di stucchevole moralismo elettorale, Lampedusa torna al collasso», ha commentato Ylenja Lucaselli, deputato di Fratelli d’Italia. Secondo Lucaselli, «il centrodestra al governo si farà promotore di un cambio di passo in sede europea, la cui iniziativa sul dossier finora è stata insufficiente, trovando l’inerzia complice del ministro Lamorgese». Con gli sbarchi di ieri si è arrivati a quota 34.013, contro i 25.552 dello stesso periodo del 2021 e i 10.903 del 2020. Le prime tre nazionalità non comprendono potenziali rifugiati: dalla Tunisia ne sono arrivati 6.209, dall’Egitto 5.991 e dal Bangladesh 5.860. La strategia di distribuzione messa in campo dal Viminale, visto che i centri d’accoglienza siciliani scoppiano, ha mandato in zona rossa Lombardia ed Emilia Romagna, dove, rispettivamente sono finiti l’11 e il 10 per cento del totale degli sbarcati. A rischio anche Piemonte e Lazio, con il 9 per cento a testa. Ovvero più della Sicilia, prima terra di sbarco, dove attualmente è presente l’8 per cento degli oltre 34.000 approdati. Dati che certificano un fallimento. Quello della politica buonista pretesa dal ministro Lamorgese.