2019-10-25
Il calcio si genuflette al dio denaro. Il mondiale per club si gioca in Cina
Ventiquattro squadre si sfideranno in un torneo che partirà nel 2021 andando a intasare i calendari nazionali, già ingolfati di partite. Ma il colosso orientale ha messo sul piatto 100 milioni di euro e la Fifa ha fatto due conti.Il minestrone è servito. La pentola a pressione sibilava da tempo e ieri a Shanghai la Fifa le ha tolto il coperchio: arriva il mondiale per club, quello che tutti i presidenti vogliono per aumentare i fatturati e tutti gli allenatori detestano perché moltiplicherà anche infortuni e rose che già sfiorano i 30 giocatori. Il circo verrà allestito per la prima volta nel 2021 in Cina, dove il gotha del massimo organismo mondiale del pallone ha tenuto il consiglio direttivo speciale che ha varato il torneo. Il presidente Gianni Infantino ha definito «storico» il momento, anche perché i cinesi pagheranno fior di milioni di dollari per ospitare le partite e hanno piacere che da subito vengano mitizzate il giusto presso il pubblico pagante e i network televisivi che dovranno aprire il portafoglio per i diritti di trasmissione.La manifestazione ha tre caratteristiche preliminari abbastanza curiose. È stata assegnata alla Cina perché era l'unica candidata (e l'unica a poter investire più di 100 milioni di euro). Si disputerà dal 17 giugno al 4 luglio in numerose città allungando sino allo sfinimento stagioni già di per sé estenuanti. E sarà calendarizzata ogni quattro anni, quelli in cui non ci sono Mondiali o Europei, con la singolare coincidenza che una squadra fortissima quattro anni prima potrebbe - per mille motivi economici o tecnici - diventare scarsa quattro anni dopo, al momento di provare a conquistare un trofeo per il quale si era qualificata facendo fuoco e fiamme una vita fa. Ma non è buona strategia andare a cercare la logica stringente nelle pieghe di un torneo che ha come nobile obiettivo la raccolta di molto denaro in Asia, dentro quelle che vengono chiamate nuove frontiere del pallone. Anzi, è una vera e propria genuflessione davanti alle strategie economico-sportive del colosso orientale, in ambigua controtendenza rispetto ai discorsi moralizzatori che spesso affiorano sulle labbra dei padroni del vapore durante i convegni internazionali dedicati al business del pallone. «Chiacchiere e distintivo», diceva Robert De Niro-Al Capone nel film Gli intoccabili. Lo sdraiarsi a scendiletto davanti a chi paga 27 milioni di euro all'anno a Ezequiel Lavezzi e 16 a Graziano Pellè è un modo diverso dal solito di subìre le logiche di sviluppo del consenso internazionale del partito comunista cinese. Alla politica del ping-pong si è sostituita quella del pallone, grazie a un campionato mediocre dove vanno a svernare gli elefanti europei e brasiliani. La sfera è un po' più grande rispetto a quella dell'era nixoniana e lo sono anche gli interessi.Al mondiale per club parteciperanno 24 squadre: otto europee, sei sudamericane, tre africane, tre nordamericane, tre asiatiche e una fra i campioni dell'Oceania e i campioni nazionali del paese ospitante (dopo spareggio). I criteri d'accesso vengono decisi dalle confederazioni continentali, l'Europa ha già proposto le quattro vincitrici della Champions e dell'Europa league dal 2018 al 2021; già qualificate quindi Real Madrid, Liverpool, Atletico Madrid e Chelsea. È intuibile che la competizione non allargherà l'ideale campo di calcio alle squadre medio-piccole; per ora ci sono due top club inglesi e i due spagnoli di sempre. Poiché le porte d'ingresso contano, improvvisamente l'Europa league diventerà un torneo ambito anche da coloro che oggi preferiscono farne a meno o mandarci le riserve, almeno all'inizio.Con un'enfasi degna di un film di Steven Spielberg, il presidente della Fifa Infantino ha sottolineato che «il mondiale per club sarà una competizione che ogni persona, ogni bambino e chiunque ami il calcio attenderà con impazienza». Dopo 60 partite stagionali è molto difficile che con la stessa impazienza la attendano i calciatori, i quali dovranno trovare un altro momento per fare le vacanze. Difficile, per esempio, che la Juventus (sempre che si qualifichi) possa partecipare senza Cristiano Ronaldo. E quando CR7 si godrebbe il meritato yacht? Probabile dopo il mondiale, quindici quando si approssima il campionato. Con il risultato tutto da calibrare che a perdersi le giocate del numero uno al mondo sarebbero i tifosi di Spal, Sampdoria, Lecce, Udinese, a Serie A cominciata.Il nuovo torneo è un gigantesco Frankenstein Junior rispetto alla romantica Coppa Intercontinentale che prevedeva scontri (anche sanguinolenti) fra la migliore squadra europea e la migliore sudamericana. È l'evoluzione della specie rispetto al Mundialito berlusconiano dei roboanti anni 80. È la superfetazione del torneo attuale a sette squadre nei luoghi più pittoreschi o disagiati della Terra, del quale interessa solo la finale fra l'europea e la sudamericana. Nessun giallo, la fine è quasi nota ogni anno. Poiché bisognava rivedere la formula di quest'ultima, sgangherata, manifestazione e trovare qualcosa che sostituisse la Confederation Cup, ecco che arriva la genialata cinese inventata da Infantino e Zvonimir Boban. L'Uefa era sempre stata contraria per non sovraffollare una stagione già micidiale. Poi deve avere fatto due conti.