2020-10-20
Il broker di Antonio Conte denunciato a Modena per azioni Facebook mai pagate
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Nella città dell'Emilia Romagna è stato depositato un esposto e una richiesta di risarcimento danni per 3 milioni di euro contro Massimo Bochicchio. Del finanziere nato a Capua si sono perse le tracce. Nel 2011 aveva gestito la sottoscrizione di titoli legati al colosso del Web, ma c'è il sospetto che potrebbero essere false o addirittura mai sottoscritte.C'è un nuovo capitolo della storia di Massimo Bochicchio, il broker di 54 anni salito alla ribalta questa estate per una truffa da 30 milioni di euro all'allenatore dell'Inter Antonio Conte. La vicenda relativa all'ex mister di Juventus e Chelsea è passata in secondo piano, come anche le storie di altri truffati eccellenti. Eppure l'articolo fatto uscire dalla Verità il 23 agosto scorso - dove venivano riportate le sentenze della Corte commerciale di Londra - ha smosso un po' le acque. Il nostro giornale ha più volte tentato di parlare con Bochicchio, ma il misterioso uomo della finanza non ha mai risposto, anche se ha letto i messaggi inviati su wazup.A Londra dicono che si sia rifugiato ad Hong Kong, altri sostengono sia nella casa vacanze di Capalbio, altri ancora a Roma. Sta di fatto che del broker nato a Capua ma residente in Inghilterra si sono perse le tracce. Di sicuro la procura di Milano, che indaga sull'assemblea della Lega di serie A del 2018, ha fatto alcuni approfondimenti e si è probabilmente imbattuta in Bochicchio. Le bocche però restano cucite a palazzo di Giustizia. Di sicuro Bochicchio in questi anni ha potuto contare su un curriculum molto solido, almeno a parole, dopo gli anni passati in Hsbc, una delle banche più importanti nel mondo.E' comunque strano che ai tanti vip caduti nella sua rete sia sfuggita la sua radiazione dall'albo unico nazionale dei promotori finanziari, alla fine degli anni '90. Perché, come scrisse la Consob nel 1999, dall'esame dell'operatività su strumenti finanziari derivati, posta in essere nel biennio 1996/1997, per conto dei clienti seguiti dal sig. Bochicchio, è emerso che alcuni ordini relativi ai clienti ..., recano firme identiche, nonché sovrapponibili, che si presume siano state riprodotte dal sig. Bochicchio al fine di disporre, per conto degli stessi clienti, operazioni finanziarie non autorizzate dai medesimi investitori». Ma se a Roma e Milano vige il silenzio. A Modena però qualcosa si è mosso. Proprio grazie al nostro articolo. A quanto risulta al nostro giornale, infatti, B.P, difesa dagli avvocati Guido Sola, Elisa Parenti e Elena Lenzini dello studio SC Avvocati Associati di Modena, ha presentato una denuncia penale nei confronti di Bochicchio e contestualmente iniziato una causa civile di risarcimento danni. La storia è diversa da quella di Conte. Questa volta riguarda la sottoscrizione di azioni di Facebook nel 2011, che proprio Bochicchio avrebbe a sua volta sottoscritto per B.P tramite Sifir, il tutto gestito tramite la Kidman, il fondo da 1 sterlina.La vicenda inizia nel 2011, quando la Sifir propone a B.P di acquistare azioni Facebook di classe B sottoscrivibili in pre-Ipo da parte di un ristretto gruppo di investitori internazionali. Il gruppo di Mark Zuckerberg infatti decise di quotarsi quell'anno, ma lanciò l'offerta pubblica di vendita solo il 18 maggio del 2012. B.P accetta. E il 15 luglio versa 400.00 euro alla Sifir che a sua volta gli avrebbe girati alla Kidman. Dal 2016 a inviare i rendiconti annuali è proprio Bochicchio. Gli investimenti sembrano andare bene. C'è crescita. Facebook sta diventando una multinazionale. Nel 2020 però B.P decide che è il momento di incassare. E ordina alla Kidman la vendita di 1500 azioni entro il 4 giugno. Bochicchio però non risponde. La situazione è simile a quella dei truffati di Londra, tra cui l'allenatore Conte. Avevano chiesto anche loro di riscuotere gli investimenti, ma dalla Kidman non era arrivata alcuna risposta. B.P si preoccupa. E non ricevendo feed-back decide di liquidare l'intero pacchetto azionario che proprio la società di Bochicchio in un report aveva fissato in 3.015.000 euro. Il broker di Capua dovrebbe pagare entro il 16, ma il bonifico non arriva. A questo punto B.P parla direttamente con Bochicchio.Lui la rassicura sui tempi di pagamento, ma i soldi non ci sono. Il 23 agosto esce l'articolo della Verità sulla presunta truffa architettata contro Antonio Conte e il coinvolgimento anche di Hsbc. La banca è la stessa dove la Sifir nel 2011 aveva ri-bonifcato i 400.000 euro iniziali a favore della Kidman. Hsbc è anche la banca dove Bochicchio ha lavorato per anni. B.P segnala a Bochicchio l'articolo della Verità. Il broker risponde che tratta si «una notizia vecchia e già risolta» e conferma che i 3.000.000 di euro sarebbero partiti il 31 agosto. Da quel giorno si interrompono le comunicazioni. Di bonifici non ne sono mai arrivati. E ora c'è anche il sospetto che quelle azioni di Facebook potessero essere false o addirittura mai sottoscritte. Del resto, come ha rilevato la corte commerciale di Londra, anche le lettere di Hsbc usate da Bochicchio con Conte non erano vere. «Abbiamo inteso tutelare i diritti della nostra assistita e in sede penale e in sede civile anche nell'ottica d'acclarare le eventuali responsabilità proprie degli intermediari fiduciari italiani coinvolti nella vicenda - hanno dichiarato gli avvocati Guido Sola, Elisa Parenti e Elena Lenzini dello studio SC Avvocati Associati di Modena - e attendiamo fiduciosi le risposte che, anche in questo senso, perverranno dalle competenti autorità giudiziarie».