2025-05-28
Il bellicismo di Merz fa arrabbiare pure il suo governo
La Spd si smarca dal cancelliere sui Taurus e lui abbassa i toni Mosca durissima: «Berlino sprofonderà nella fossa come Kiev».Le trattative di pace in Ucraina, malgrado gli sforzi profusi da Donald Trump, si stanno rivelando assai complicate. Tanto che il presidente degli Stati Uniti, irritato dai vari temporeggiamenti di Vladimir Putin, starebbe pensando di imporre sanzioni alla Russia già entro questa settimana. Così, perlomeno, ha scritto il Wall Street Journal, che ha citato fonti vicine al tycoon. La partita diplomatica, del resto, si annuncia ancora lunga anche a causa delle continue operazioni belliche sul campo. In questa delicatissima partita a scacchi, peraltro, si sono da tempo inseriti anche altri giocatori, i cosiddetti «volenterosi», su tutti Francia, Regno Unito e Germania, in nemmeno troppo velata rivolta contro la politica distensiva di Trump, giudicata eccessivamente rinunciataria. Nell’asse Londra-Parigi-Berlino, tuttavia, è in particolare Friedrich Merz che sta tentando (a fatica) di ritagliarsi un ruolo da protagonista. L’altro ieri, dopotutto, Merz ha fatto molto discutere per le sue dichiarazioni sui missili Taurus da consegnare a Kiev: «Non ci sono più restrizioni sulla gittata delle armi consegnate all’Ucraina, né dai britannici, né dai francesi, né da noi, e nemmeno dagli americani», aveva dichiarato il cancelliere durante il Forum europeo a Berlino. «Questo significa», aveva proseguito, «che l’Ucraina può ora difendersi, ad esempio, attaccando posizioni militari in Russia».Con queste parole, Merz ha fatto diverse cose. Innanzitutto, ha parlato esplicitamente - e in maniera forse incauta - anche a nome dei suoi alleati, che però non hanno finora rilasciato commenti. Durante la riunione del 10 maggio a Kiev insieme a Emmanuel Macron e Keir Starmer, d’altronde, i «volenterosi» si erano impegnati a non divulgare informazioni dettagliate sugli aiuti militari all’Ucraina. Il silenzio di Londra e Parigi (ma anche di Washington) sulle parole del cancelliere, pertanto, potrebbe essere dettato da imbarazzo oppure, nella peggiore delle ipotesi, da vera e propria irritazione.In secondo luogo, con le sue dichiarazioni Merz ha sconfessato apertamente la linea politica del suo predecessore, Olaf Scholz, che si era sempre opposto all’eventualità di dotare Kiev dei Taurus, potenti missili da crociera di produzione tedesca e svedese. Si tratta, in particolare, di armi sofisticate che raggiungono la gittata di circa 500 chilometri, potendo così colpire Mosca, e che sono molto efficaci contro obbiettivi come infrastrutture, depositi munizioni e ponti. Grazie ai Taurus, insomma, gli ucraini potrebbero distruggere ad esempio il ponte di Kerch, che collega la Crimea al territorio russo, causando enormi problemi logistici alle truppe di Mosca. E se il Cremlino, per bocca del suo portavoce Dmitri Peskov, aveva parlato in prima battuta di «decisioni pericolose» da parte di Berlino, anche la Spd non ha preso affatto bene la fuga in avanti dell’alleato di governo: «Per quanto riguarda la gittata delle armi», ha dichiarato il leader socialdemocratico Lars Klingbeil, «vorrei dire che non esiste alcun nuovo accordo che vada oltre quanto fatto dal governo precedente». Un altro esponente della Spd, Ralf Stegner, ha persino affermato che le dichiarazioni pubbliche di Merz sui Taurus «non sono utili». Anche perché, ha proseguito, «ritengo sbagliata qualsiasi mossa che possa provocare un’estensione del conflitto».L’intemerata di Merz, in pratica, ha finito per irritare un po’ tutti, dagli alleati agli avversari. Nella giornata di ieri, d’altronde, sulla questione è intervenuta pure Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo. Che, con grande durezza, ha affermato che i Taurus tedeschi «bruceranno come fiammiferi», come già avvenuto ai carri armati Leopard. «Qualsiasi arma tedesca», ha aggiunto la Zakharova, «non cambierà il corso dell’operazione militare speciale». Berlino, ha aggiunto, «sprofonderà ulteriormente nella fossa in cui si trova da tempo il regime di Kiev che sostiene».Alla fine, messo alle strette, ieri Merz ha dovuto fare marcia indietro: «La questione della limitazione della gittata delle armi utilizzate», ha dichiarato durante la sua visita a Helsinki, «ha avuto un ruolo importante qualche mese e qualche anno fa. Per quanto ne so, e come ho riferito ieri, i Paesi che hanno imposto limiti di gittata hanno da tempo abbandonato queste restrizioni». Con le sue parole del giorno precedente, ha proseguito il cancelliere, «ho descritto qualcosa che è stato fatto per mesi, ossia che l’Ucraina ha il diritto di usare le armi che riceve oltre i propri confini contro obiettivi militari in territorio russo. A mio avviso, questo è necessario, perché chi si limita a respingere un attacco sul proprio territorio non può difendersi a sufficienza. Solo chi è in grado di attaccare anche le basi militari situate sul territorio dell’aggressore può difendersi». Insomma, stando alle sue giustificazioni, Merz non avrebbe detto nulla di nuovo. Eppure, il sasso lanciato nello stagno ha smosso parecchia acqua e fatto molto rumore.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara (Ansa)