2023-05-26
Iervolino passa la mano: metà de «L’Espresso» va agli amici di D’Alema
Ceduto il 49% ad Alga di Donato Ammaturo, ad di Ludoil. Gruppo diretto da Rodolfo Errore, che da Sace fece arrivare 35 milioni.È durata appena un anno la gestione dell’imprenditore campano Danilo Iervolino all’Espresso. Già promotore dell’università online Pegaso, l’attuale editore di Bfc Media e patron della Salernitana, ha venduto nei giorni scorsi il 49% di Espresso Media ad Alga, società che fa capo a Donato Ammaturo, fondatore, ad e presidente di Ludoil. Il gruppo campano con sede a Nola, specializzato nella vendita di prodotti petroliferi, è considerato molto vicino all’ex premier Massimo D’Alema. Non è un caso che proprio in Ludoil sia arrivato come direttore generale nell’inverno del 2022 Rodolfo Errore, ex presidente di Sace, società del Mef che si occupa delle garanzie dei crediti per l’export. Con un capitale sociale di 15 milioni di euro, l’azienda è controllata al 100% dalla famiglia Ammaturo e nel 2021 ha raggiunto 1 miliardo di fatturato. Errore fu nominato durante il governo Conte bis, quando D’Alema contava ancora nelle decisioni importanti per le nomine pubbliche. Errore è stato senior advisor di Ernst & Young. E in E&Y è stato per anni consulente proprio D’Alema. Per di più va sottolineato che tra il 2020 e il 2021, quando Errore era ad, proprio Ludoil ha ottenuto da Sace, garanzie su prestiti bancari per un totale di circa 35 milioni. La coincidenza è quantomeno particolare, dal momento che dopo appena due anni Errore diventerà ad di Ludoil. In ogni caso l’operazione di vendita da parte di Iervolino «vede il passaggio delle azioni della IdI a favore di Alga S.r.l. al prezzo di euro 2.688.000 unitamente al credito che Idi vanta nei confronti di L’Espresso Media a titolo di finanziamento soci, pari a euro 3.312.000», si legge nel comunicato di Bfc Media, che anticipa «un più ampio progetto sinergico con il Gruppo Ludoil e con il suo presidente, Donato Ammaturo, che rafforzerà le prospettive future della società e del gruppo». Ma a lato dei numeri e delle sinergie, appare evidente che Iervolino si sia reso conto delle difficoltà del mondo dell’editoria. Dopo aver rilevato lo storico settimanale da Gedi, quindi dalla famiglia Elkann, per una cifra pari a 4,5 milioni di euro, cinque mesi fa Iervolino aveva lanciato la nuova gestione con l’affidamento della direzione ad Alessandro Mauro Rossi. L’ad di Bfc Media è Marco Forlani, figlio dello storico presidente della Dc, socio fondatore del gruppo di comunicazione Hdrà, agenzia che cura (o ha curato in passato) l’immagine di grandi aziende italiane. Forlani ha ricoperto incarichi di spessore anche in Agusta Westland e in Finmeccanica, ex Leonardo, negli anni in cui il presidente era Pierfrancesco Guarguaglini. Le vendite del settimanale non sono variate di molto rispetto all’autunno scorso. Secondo dati Ads, nel novembre del 2022, L’Espresso vendeva in totale 178.000 copie, ora (dati di marzo) sono 170.000. C’è stata una flessione negli abbonamenti, da 30.000 a 25.000 e nelle vendite in edicola, da 78.000 a 75.000. I cambiamenti degli ultimi mesi non sembrano però aver avuto un grosso impatto. Del resto, a lasciare la direzione era stato, non senza polemiche, Lirio Abbate, ora tornato in forze a Repubblica. Lo scorso anno il presidente della Salernitana aveva confidato in svariate interviste che avrebbe rese la redazione dell’Espresso «funambolica». L’obiettivo era «creare un giornale cartaceo che ritrovi lo spirito di una lettura lenta che cambi l’umore, l’atmosfera e la vista sulla vita […]». Aveva escluso anche un suo coinvolgimento in politica. Perché «io sono un altro tipo di editore». Eppure adesso sembra avvicinarsi al mondo politico di D’Alema. Anche se va detto che già nel settembre dello scorso anno, proprio Iervolino aveva partecipato insieme con l’ex segretario dei Ds agli Stati generali dell’Export a Ravenna. Tra gli ospiti c’era appunto D’Alema, ma anche il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il presidente di Toscana Aeroporti, Marco Carrai, e anche Andrea Benetton del gruppo Atlantia.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)