2025-03-26
Ideologia un tanto al chilo alla Coop: «Educazione affettiva nelle scuole»
La catena di iper rossa ora offre pure consigli ai genitori, evocando corsi su emozioni e sessualità nelle aule Appello supportato da un mini sondaggio svolto da Nomisma, la società di consulenza fondata da Prodi.Doveva sembrare poca cosa, rilanciare per il quinto anno consecutivo Close the Gap, la campagna per l’inclusione e la parità di genere. Assieme ai barattoli delle conserve e ai prodotti a marchio, come Solidal o «Gli Spesotti» da mettere in dispensa, la «Coop sei tu» ha così pensato di entrare nelle case degli italiani con i consigli per l’educazione alle relazioni. «Oggi alziamo l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza e sulla necessità dell’educazione alle relazioni per le giovani generazioni» aveva dichiarato ai quattro venti Maura Latini, presidente Coop, annunciando ai primi di marzo la campagna «Dire, fare, amare». La missione deve stare così a cuore alla cooperativa nata nel 1969 dall’unione di diverse realtà operanti sul territorio, da includere anche l’acquisto di un’intera pagina del Corriere della Sera. «Compito in classe di emozioni», così era titolata la paginata pubblicitaria. «Il 91% dei genitori ritiene che l’educazione alle relazioni possa diventare una materia scolastica», era l’altra stupefacente affermazione. Già, perché la cooperativa che è scesa dagli spot a firma Woody Allen a Luciana Littizzetto come testimonial del mondo consumatori, assieme a Nomisma avrebbe realizzato un’indagine su un campione di 2.000 persone di età tra i 18 e i 64 anni. E «ben 9 italiani su 10 ritengono che proprio l’insegnamento scolastico possa contribuire alla prevenzione di fenomeni di odio, emarginazione, finanche violenza di genere», si annuncia come esito del microsondaggio. Opinione più che condivisibile, se l’educazione civica fosse impartita a dovere gli studenti acquisirebbero alcune «competenze di cittadinanza che si manifestano in comportamenti etici e prosociali», come indica nel dettaglio il ministero dell’Istruzione. Ma la Coop ha voluto eccedere. E lo dimostra l’annuncio di questa campagna «che punta a diffondere l’educazione alle relazioni per capire i rapporti d’amore, quelli con gli altri, la sessualità». Sul bancone del supermercato, oltre a formaggi e insaccati si mettono in vendita anche buoni consigli su che cosa insegnare a chi siede ai banchi di scuola? Forse qualche malizioso potrà trovare qualche correlazione tra un etto di mortadella servito alla rossa cooperativa dei consumatori e l’indagine messa in piedi grazie a Nomisma, la società di ricerca di mercato e di consulenza fondata a Bologna nel 1981 da Romano Prodi con l’aiuto della Bnl, che era presieduta da Nerio Nesi e di cui il professore era consulente economico. Nella proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla «regolarità dell’attività svolta dalla Nomisma spa», presentata il 6 dicembre del 1996, il deputato di An Giuseppe Tatarella parlava di «limitatissima risonanza che le ricerche elaborate hanno avuto. Non sembra, infatti, che siano state mai lette o utilizzate per le esigenze in previsione delle quali erano state richieste». Occorreva indagare, insisteva Tatarella, perché «il tanto stigmatizzato dalla sinistra “conflitto d’interesse” era più che mai evidente nel caso di Prodi, che dirigeva ad un tempo un ente pubblico e una società che dallo stesso riceveva strapagate commesse».Tornando alla campagna «Dire, fare, amare», di certo non si comprende perché ai clienti, oltre alle offerte del giorno e ai prodotti a marchio, dovrebbe interessare che la catena di supermercati spinga per lezioni nelle scuole di affetto e sessualità. Nel manifesto Coop si dichiara che «chiamare l’amore, il rispetto, il consenso, la fiducia, con i loro nomi permette di renderli reali, concreti e ci permette di comprenderli e condividerli. Serve una normativa che garantisca uno spazio strutturato per insegnare ai giovani a riconoscere, gestire ed esprimere le proprie emozioni in modo sano e consapevole». Ministro Valditara, prenda nota. «Solo attraverso un intervento istituzionale possiamo offrire alle nuove generazioni le competenze emotive di cui hanno bisogno per affrontare la vita con consapevolezza e responsabilità», le sta dicendo la rete di supermercati e ipermercati. «È un argomento complesso, ma ne vogliamo discutere. Le cooperative lo faranno nei territori con le associazioni, con le istituzioni, con i nostri soci», si è premurata di affermare Maura Latini. Proprio questo dovrebbe preoccupare: secondo quali criteri, indicazione e con l’apporto di quali «esperti» avverrà questa discussione sul territorio? Su ruolo della scuola secondo la Coop è salita in cattedra proprio la presidente. Fiorentina, classe 1957, entrata giovanissima nella cooperativa (aveva 16 anni quando cominciò a lavorare come cassiera), ha scalato tutti i gradini fino a occupare dal giugno 2023 la poltrona di comando. «Riteniamo che un elemento fondamentale sia l’attenzione all’educazione sentimentale. A quel mondo di informazione, di cultura, di confronto che non può che partire dalla scuola che mette a disposizione dei giovani ragazzi, e quindi anche delle famiglie, il modo corretto di comprendere i propri sentimenti che sono dei prodotti culturali, del mondo in cui viviamo», ha dichiarato.Tradotto, la scuola educherebbe ai sentimenti e alla sessualità, i genitori apprendono.