2024-03-03
Le idee nuove del Pse: green e antifascismo
Elly Schlein ospita la kermesse socialista alla Nuvola di Fuksas. Il mantra è sempre lo stesso: «Salvare l’Ue dall’estrema destra». Incidente diplomatico sfiorato quando Nicolas Schmit chiede più sostegno all’Ucraina, poi Olaf Scholz tampona: «Non manderemo truppe».L’esponente di Fdi Nicola Procaccini fa campagna a teatro: «Dal palco racconto come cambierà l’Unione. La sinistra ha bisogno di dividerci per restare a governare l'Europa».Lo speciale contiene due articoli.La sinistra sulla Nuvola. Non poteva che svolgersi nella cattedrale laica di Massimiliano Fuksas, simbolo romano dello spreco (costata 380 milioni di denaro pubblico e vuota tre giorni su quattro dall’inaugurazione), il congresso del partito più sciupone del continente, quello delle tasse, delle imposizioni dirigiste, delle lettere di warning, del «ce lo dice l’Europa», della lunare transizione green da far pagare ai contribuenti. Invitato da Elly Schlein, il Pse sfila sul palco e in un pomeriggio di pensosi interventi decide la linea guida per le elezioni europee con due pilastri: «Mai con i sovranisti» e «Per un’Europa dei lavoratori».A scandire i due mantra dei socialisti è alla fine il lussemburghese Nicolas Schmit, eletto all’unanimità come Spitzenkandidat (il candidato migliore, lì la lingua ufficiale è il tedesco) e subito alle prese con due contraddizioni da volpe e uva. Prende le distanze dai Conservatori (Giorgia Meloni) e da Identità e democrazia (Matteo Salvini) che gli hanno da tempo fatto sapere di non volerlo vedere neppure nella stessa stanza. E si appella ai lavoratori dopo avere tentato di renderli più poveri con i balzelli ecologici, i blitz contro gli agricoltori e le penali sulle abitazioni di classe energetica alta. Un po’ come il sindaco di Milano, Beppe Sala, che si accorge sempre delle periferie a due settimane dal voto. Schmit è stato scelto a rappresentare i socialisti travestiti da liberali perché, da commissario al Lavoro, ha firmato la legge sul salario minimo. Peraltro considerata una trappola postmarxista da molti economisti e da parte del mondo sindacale che la vedono come una rappresentazione plastica dell’ingerenza dello Stato (in questo caso di Bruxelles) nelle logiche di mercato, destinato a creare sperequazioni, inflazione e furbesche contromosse degli imprenditori più corsari. Questo a Schmit non interessa, contano i dogmi. E poi lui è già sbilanciato verso la poltrona da leader e detta le sue condizioni: «Dobbiamo aumentare il sostegno all’Ucraina, dobbiamo imporre il cessate il fuoco a Gaza». Riesce così a creare il primo incidente diplomatico, costringendo il cancelliere tedesco Olaf Scholz a correggerne gli entusiasmi: «Non diventeremo parte di questo conflitto, non manderemo le nostre truppe in Ucraina». Un modo molto originale di essere uniti. Di quattro ore di convention non resta nulla, solo lo scontato diktat contro le destre. Le proposte della sinistra europea si fermano qui, sono nuvole in viaggio e possono tranquillamente essere riassunte dalla foto ricordo. Dove sorridono perdenti di successo come il premier spagnolo Pedro Sánchez, esperto in rimpasti e ostaggio dei grillini di Podemos; il cancelliere Olaf Scholz che ha inaugurato dopo 70 anni una crisi economica in Germania; Paolo Gentiloni che ha galleggiato a Bruxelles facendo il tifo per gli euroburocrati e mai per il suo Paese. E la padrona di casa Schlein che ha scambiato un trionfo in Sardegna per quello che (dai numeri di queste ore) al massimo è un pareggio fuori casa.Le vacanze romane dei socialisti cominciano con un fastidio estetico: i leader vengono contestati da alcune femministe amiche, con cartelli e slogan contro la direttiva europea ritenuta troppo morbida sulla violenza sulle donne. «Senza consenso è stupro», scandiscono le attiviste prima di essere democraticamente zittite. Dopo il fuori programma, il congresso prosegue fra gli sbadigli e interventi che non dicono nulla sui programmi per un’Europa nuova, a conferma che il Pse è soprattutto determinato a conservare le poltrone e a circuire il Ppe (partito di maggioranza) per continuare a manovrarlo in chiave «antifascista».Il finale è tutto un incenso al Pd, forse perché si fa carico del sontuoso buffet. Schmit e Sánchez si esibiscono più o meno con le stesse parole in un duetto da Paola e Chiara su Sergio Mattarella: «Stiamo con il presidente Mattarella dopo i fatti di Pisa, con i ragazzi i manganelli sono un fallimento». Il leader spagnolo non ha tutti i torti, a Ceuta e Melilla contro i migranti lui usa i blindati. Poi Sánchez si esibisce nell’invettiva contro la minaccia suprema: «L’anima dell’Europa è messa in pericolo dall’estrema destra. Spetta a noi socialdemocratici sconfiggere questi nemici e assicurare che l’unione possa progredire nella giusta direzione». Bisogna finire di spennare gli agricoltori, gli automobilisti, i proprietari di case, i cittadini tutti. Perbacco. E i socialisti hanno una paura blu di non poterlo fare. Il gran finale è riservato a lady Schlein: «Dopo la Sardegna vediamo una finestra di cambiamento (ovazione). È importante sapere di non essere soli nella lotta all’estrema destra. Siamo una famiglia vera che sta insieme perché ci crede e non per convenienza». Pensando al campo largo e alle bizze di Giuseppe Conte, qualcuno ride nelle retrovie. A proposito di nuvole, quando su Roma si fa sera la segretaria ne ha due sulla testa: Gentiloni in rientro da Bruxelles senza una poltrona che non sia la sua. E un riconteggio a Cagliari.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/idee-nuove-pse-green-antifascismo-2667416860.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-sinistra-ha-bisogno-di-dividerci-per-restare-a-governare-leuropa" data-post-id="2667416860" data-published-at="1709459593" data-use-pagination="False"> «La sinistra ha bisogno di dividerci per restare a governare l’Europa» Nicola Procaccini (Ansa) Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d’Italia, copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, è persona di grande cultura, oltre a essere uno spirito libero. Per la sua campagna elettorale in vista delle Europee del 9 giugno, Procaccini ha scelto uno strumento originale e accattivante: mette in scena uno spettacolo teatrale di politica e musica, pensieri e rime, attraverso il quale trasmette ai partecipanti la sua idea di Europa. Cronache dal ventre della balena live, questo il titolo dello spettacolo, che richiama le grandi difficoltà e le contraddizioni di un elefantiaco sistema burocratico che tende a stritolare e inghiottire tutto, ha debuttato ieri sera a Latina, al teatro D’Annunzio: le altre tappe saranno Viterbo (7 marzo), Frosinone (16 marzo), Rieti (2 aprile) e Roma (18 aprile). Insieme a Procaccini, saranno protagonisti giornalisti, esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura, rappresentanti politici e istituzionali. Come nasce questa idea? «È una formula che ho già sperimentato alla mia seconda candidatura a sindaco di Terracina: visto che ha funzionato, l’ho ripresa quando ho presentato un libro che ho scritto, e a questo punto è diventata un marchio di fabbrica. Si tratta di uno spettacolo teatrale vero e proprio, nel corso del quale racconto la mia esperienza al Parlamento europeo e parlo di ciò che vorremmo fare nella prossima legislatura. Tutto ciò, condito con musica, poesie, immagini, spezzoni di film, artisti che si esibiscono dal vivo, giornalisti, ospiti a sorpresa». Ed è lei l’autore dei testi? «Sì, di tutto lo spettacolo». Ma lei è un artista! «No, non sono un artista, ma sono una persona che vive di emozioni, di passioni, quindi penso che quando si riesce a trasmettere queste passioni alle persone hai ottenuto il risultato. La politica dei comizi, alla vecchia maniera, dopo un po’ stanca, invece condita con elementi in grado di stimolare emozioni si riesce a far arrivare il messaggio». Passiamo alla attualità: il Pse, ieri a congresso a Roma, invita il Ppe a non allearsi con i movimenti di destra. Il suo giudizio in merito? «Il Pse ha bisogno di un quadro di questo tipo. Al Parlamento europeo succede quello che succede in tutta Europa: se la sinistra non è in grado di spaccare il centrodestra, il centrodestra è maggioranza. Quindi si tratta di una strategia palese, che il Pse persegue in maniera strumentale, perché nel momento in cui rende mezzo centrodestra impresentabile, diventa indispensabile per formare una maggioranza. Una strategia spregiudicata, perché mentre i socialisti tentano di distribuire patenti di atlantismo nel nostro campo, non si fanno minimamente scrupolo, dalla loro parte, di coalizzarsi con l’estrema sinistra, e anche con il M5s. Fanno finta di non sapere che in Italia il Pd è bene attento a costruire alleanze con il M5s, l’unico partito italiano ad avere votato contro il sostegno all’Ucraina pochi giorni fa». Ecr è favorevole alla ricandidatura di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione? «Non abbiamo nulla contro Ursula von der Leyen sul piano personale, ma la Commissione da lei guidata negli ultimi 5 anni è stata disastrosa. Su questo ha pesato certamente lo sbilanciamento a sinistra della Commissione stessa. Per quanto ci riguarda, ragioniamo sui programmi e sui progetti, i nomi vengono in un secondo momento». Oltretutto, la Commissione viene nominata dai singoli governi, quindi è già di centrodestra… «Esatto, i commissari saranno nominati dai governi europei, molti dei quali sono diventati di centrodestra, e quindi il quadro è già definito. Lo stesso dicasi per il Consiglio europeo, anche questo già tendenzialmente di centrodestra. Manca la terza gamba sulla quale si reggono le istituzioni europee, il Parlamento, che in base ai sondaggi che leggiamo si avvia a essere a sua volta di centrodestra. Un allineamento che ci fa ben sperare sul futuro dell’Europa».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.