2020-07-26
I vulcani del conte nei giardini di Villa Litta
Parco di Villa Litta (Wikipedia)
Alle porte di Milano, Ercole Silva piantò nel primo Ottocento due platani tra i più ampi in assoluto per larghezza della base. Appassionato botanico, scelse due giganti gemelli, con il tronco a zampa di elefante. Corteccia lattiginosa, sono alti 25 metri.Nel mio girovagante cammino ne ho incontrati molti di platani ultrasecolari. Il più vasto, per dimensione, architettura, larghezza del tronco, resta il millenario esemplare proboscideo che staziona davanti ad una chiesetta, oramai attrazione turistica internazionale, a Tsagarada, sulle pendici mitiche del Monte Pelion, in Tessaglia. A quattro ore da Salonicco e cinque da Atene. Il sagrato è stato lastricato e ora ospita decine di tavolini facendo del grande albero lo scenario ideale per una cena romantica, col sole che si tuffa oltre i boschi nel mare, là dove sono sorte le divinità antiche. Nel suo punto più stretto il tronco misura tredici metri di circonferenza, rivaleggiando coi due maggiori platani italiani, il celebre platano dei cento bersaglieri a Caprino Veronese e il platano-grotta di Curinga, in Calabria, sebbene nessuno dei nostri possa rivaleggiare per la massa articolata. Il platano di Tsagarada è un vero e proprio mastro-architetto dei grandi alberi europei, fra le sue linee sospese spesso si intravedono bambini e bambine che giocano, che lo toccano, che impastano la propria fantasia con i doni inattesi di Madre Natura.Avvicinandoci alle città l'età dei nostri alberi si riduce e anche lo spazio che hanno avuto a disposizione per crescere e svilupparsi. Vi sono platani di grandi dimensioni in città quali Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Palermo, dove talora l'essere vivente più annoso appartiene proprio a questa specie, ma anche località più concentrate, come Asti, Pavia, Alessandria, Como, o la piccola Cherasco, in Piemonte, dove si può passeggiare lungo un viale costellato di oltre cinquanta esemplari mostruosi, butterati, ferocemente ridimensionati da potature severe. Tre sono le specie presenti: il platano orientale (Platanus orientalis) importato nel sud Italia da Fenici e dai romani, oltre duemila anni fa, quindi il platano americano (Platanus occidentalis), sbarcato in Europa al principio del XVII secolo, e infine l'ibrido, nato spontaneamente in Spagna dove viene indicato quale Platanus x hispanica, o nei vivai inglesi, dove viene etichettato Platanus x acerifolia, poiché la foglia ricorda quella dell'acero canadese. I più annosi fra i platani italiani appartengono alla specie orientale, i più numerosi e diffusi all'ibrido.Milano ospita alcuni grandi platani. Due radicano nei Giardini Montanelli, ma i più ampi, per larghezza della base, sono i «vulcani» dei giardini di Villa Litta, ad Affori, dove vennero piantati nel primo Ottocento dal conte Ercole Silva (nomen omen, 1756-1840), successore del marchese Pier Paolo Corbella, che la fece erigere nel 1687 e dei successivi Litta Modigliani, da cui il nome. Il primo giardino era all'italiana ma fu proprio il Silva, appassionato botanico, autore del trattato Dell'arte dei giardini inglesi (1801) e disegnatore egli medesimo, a rimodularlo secondo un gusto appunto detto all'inglese, con vialetti, piccoli segni neoclassici e alberi disposti per appartenenze geografiche o per assonanze di colorazione. Suoi sono anche i giardini di Villa Reale a Monza (incontrati la scorsa settimana in questa rubrica), Villa Reale o Belgioioso a Milano e la sua residenza, Villa Silva a Cinisello. La cronaca informa che la proprietà passò alla Provincia di Milano nel 1905, dunque alla città nel 1927. Due i nubifragi che lo colpirono, violentemente, nel 1872 e nel 1982. Per un periodo se ne occuparono gli ospiti dell'Istituto Paolo Pini, per questo motivo veniva chiamato «el giardin di matt». I duri inverni della seconda guerra mondiale ne hanno assottigliato la presenza, poiché rami e tronchi sono spesso terminati a rabboccare le bocche delle stufe. Fra il 2003 ed il 2005 il parco è stato risistemato, dopo anni di abbandono. Ho fatto in tempo, anni fa, ad ammirare e documentare un grande platano solitario che svettava accanto alla villa, oggi scomparso. Restano però i due giganti, due platani doppi, o platani gemelli, con la base a cono di vulcano o a zampa di elefante. Uno dei due si trova all'ingresso principale, elegantemente circondato da una bassa palizzata in legno. La circonferenza del tronco misura 710 cm. L'altro si trova nel cuore dei giardini dalla parte opposta dell'edificio, oggi biblioteca civica. Il secondo è ancora più alto e più largo, il sole fa risplendere la corteccia a scaglie, bianchissima, lattiginosa. Poco al di sotto del punto in cui la base circolare si divide in due alberi distinti, misuro 9 metri e 50 cm. Altezza globale: intorno ai venticinque metri. Uno splendido esemplare che non a caso ho scelto per rappresentare la città metropolitana di Milano, assieme al tassodio dei Giardini Montanelli, al castello per bambini sul cedro della Casa del Gelato a Peschiera Borromeo e infine, al millenario ficus del Crespi Bonsai Museum di Parabiago, nel volume I giganti silenziosi (Bompiani), dedicato agli alberi-monumento delle città italiane. Il parco odierno è aperto al pubblico e frequentato, occupa sette ettari e mezzo e accoglie bagolari, aceri, magnolie, platani, sofore, pioppi, ailanti, ciliegi, carpini, robinie, liquidambar, querce, nonché un ampio parco giochi.Scelta musica del giorno: la malinconica tromba di Life and Death, suite d'apertura di Playing the Room (2016, Ecm) dell'israeliano Avishai Cohen (da non confondersi con l'omonimo contrabbassista), straordinario interprete di Tel Aviv, classe 1978, che ha il dono, ovviamente raro, di non farci rimpiangere eccessivamente la mancanza di Miles Davis e Chat Baker. Le sei tracce dell'lp sono una più bella delle altre, con un personale debole per la quinta, Behind the Broken Glass, accompagnato nel suo magico sospendersi e accendersi dal piano di Yonathan Avishai e dalle batterie di Nascheet Waits, fra gli altri. Il duo Cohen-Avishai ha da un anno mandato alle stampe un degno erede, Playing the Room (sempre ECM). Grande musica, se non la conoscete andatela a rintracciare.
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