2018-12-03
I vescovi vogliono resuscitare la Dc contro Salvini
Leo Longanesi scrisse un libro dal titolo Ci salveranno le vecchie zie? Loro, le zie, «fusti di quercia dalle radici ben solide», «segno di decoro e atto di fede», unico baluardo contro il degrado, rappresentavano, secondo il geniale scrittore romagnolo, l'àncora in mezzo al mare in tempesta. A Repubblica, ricordando il volume del mitico fondatore del Borghese, qualcuno deve aver pensato di lanciare (...)(...) un nuovo e riveduto slogan: «Ci salveranno i vecchi vescovi». Così, il quotidiano della sinistra chic ieri dava ampio spazio alla possibile nascita di un partito episcopale. Un nuovo movimento cattolico, ispirato dalle gerarchie vaticane e sostenuto da alcuni prelati con la benedizione della Cei. «È tempo di un partito dei cattolici. Così nella Chiesa si prepara la svolta», titolava a pagina 10 il giornale diretto da Mario Calabresi, dando voce al vescovo emerito Gastone Simoni, 81 anni, ex della diocesi di Prato. L'idea prende spunto dall'appello rivolto da don Luigi Sturzo 100 anni fa, quando, il 18 gennaio del 1919, rivolgendosi «Ai liberi e forti», diede vita a quello che poi sarebbe diventato il Partito popolare, ossia l'embrione della Democrazia cristiana, forza politica che avrebbe governato a lungo, in un'alternanza di governi di vario colore ma tutti con l'assenso di Santa madre Chiesa.Certo, all'epoca di don Sturzo l'Italia era appena uscita dalla guerra, e la situazione sociale ed economica preparava l'avvento del fascismo. Tuttavia, nonostante le analogie siano scarse, fra i cattolici laici, ma con il supporto dei porporati, si pensa a una specie di Rifondazione cattolica di sturziana memoria. Non è chiaro chi debba guidarla, se un uomo della Curia o qualcuno caro al mondo del volontariato, ma il progetto non pare lasciare dubbi. Visto che al momento nessuno dei partiti su piazza è in grado di interpretare i sentimenti religiosi, o per lo meno non sa farsi interprete della visione del mondo che oggi incarna il pensiero dell'episcopato, oltre Tevere pare siano decisi a farsi un movimento su misura. Un partito di solidi principi, ma anche di decisa contrapposizione all'attuale governo. Già, perché il piano di dare vita a un movimento politico non è nato nella precedente legislatura, quando in Parlamento si discutevano leggi destinate a marcare la differenza sui temi etici (tipo le unioni gay, la stepchild adoption, l'inseminazione artificiale). No, il nuovo gruppo apre gli occhi ora che a Palazzo Chigi c'è chi parla di sicurezza e vara piani per fermare lo sbarco di migliaia di immigrati. Perché questo è il tema che più mette a disagio le gerarchie vaticane: l'accoglienza. La Chiesa, negli anni, ha aperto le porte all'immigrazione indiscriminata, spesso occupandosi più dei profughi che dei poveri di provenienza autoctona. Ovvio dunque che all'interno della Conferenza episcopale sia cresciuto il disagio per il nuovo corso politico che, in conflitto con il sentimento dei porporati, si prepara a fermare l'invasione, chiudendo i centri di accoglienza, molti dei quali organizzati dalla Caritas e o da Onlus vicine al mondo cattolico.Il tema dei migranti segna la differenza fra governo e Cei, e a rinsaldare l'alleanza non pare essere sufficiente la difesa dei valori della famiglia di cui una parte dell'attuale maggioranza si è fatta portatrice. Le uscite del ministro Lorenzo Fontana o le prese di posizioni di un senatore come Simone Pillon sui temi etici, oltre Tevere non hanno scaldato i cuori. Le distanze rimangono nonostante i tentativi di riavvicinamento. Qualche prete di buon cuore ha provato a fare incontrare Matteo Salvini con i vertici della Chiesa, ma a quanto pare senza successo.Così dunque le gerarchie vaticane confidano presto di poter battezzare un nuovo partito che tenga testa alla Lega e al Movimento 5 stelle, ricomponendo il mondo cattolico sotto un'unica sigla. Il nome della nuova formazione, al momento non è noto, anche se il gruppo di partenza si chiama «Insieme». Sarà il simbolo che troveremo sulle schede alle prossime elezioni? O la bandiera è destinata a sventolare con un nuovo format? Di certo stupisce che a lanciare l'iniziativa sia stata una testata che un tempo era specializzata nel denunciare l'ingerenza della Chiesa nella vita politica de Paese. Per anni, a ogni benedizione dei governi passati, Repubblica era la prima ad accusare il colpo, criticando le posizioni cattoliche sui temi della fecondazione artificiale o sull'uso dei metodi anticoncezionali. Ma un giornale in crisi di identità, a cui si accompagna una crisi anche più profonda della sinistra, spinge gli opposti a mettersi insieme. Così, il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari oggi si inginocchia di fronte ai vescovi, nella speranza che questi si intestino la crociata contro i nuovi barbari. Un segno dei tempi che stupisce, ma forse anche il segno di un tempo che finisce.
Xi Jinping e Donald Trump (Ansa)