2018-09-11
I vescovi degli States chiedono un sinodo. Ma il Vaticano studia l’attacco all’ex nunzio
Il clero Usa pressa il Papa sul dramma degli abusi: possibile incontro a breve. Da Roma filtra la notizia di un controdossier.La propaganda travolge chi pone domande. Tirati in ballo ultradestra e poteri deviati.Lo speciale contiene due articoliAlcune indiscrezioni si fanno strada e lasciano pensare che qualcosa al di là del Tevere si sta muovendo. Forse non una risposta precisa alle circostanze riportate nel memoriale dell'ex nunzio degli Stati Uniti, monsignor Carlo Maria Viganò, ma qualcosa succederà.Innanzitutto, sembra prossimo l'arrivo a Roma del cardinale Daniel Di Nardo, presidente dei vescovi statunitensi, che in un comunicato dello scorso 27 agosto aveva dichiarato di essere «desideroso di un'udienza con il Santo Padre per ottenere il suo sostegno al nostro piano d'azione» per far fronte alla crisi degli abusi nel clero che sta devastando la chiesa americana. Peraltro pare che Di Nardo avesse chiesto udienza al Papa anche nel luglio scorso, prima che venissero accettate le dimissioni dal collegio cardinalizio dell'ex cardinale Theodore McCarrick il 28 luglio 2018. Senza però ricevere risposta. Comunque Di Nardo è tra i presuli statunitensi che ha mostrato di prendere sul serio il dossier Viganò, senza per questo sposarlo in tutto e per tutto, ma dicendo che gli interrogativi sollevati dal documento dell'ex nunzio «meritano risposte basate su prove».È una linea condivisa in modo esplicito da almeno una ventina di vescovi americani, tra cui anche l'arcivescovo di San Francisco, monsignor Salvatore Cordileone, che La Verità ha intervistato ieri. La richiesta di indagini «basate su prove» fa il paio con il suggerimento avanzato da monsignor Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia, che durante un incontro al seminario San Carlo Borromeo dello scorso 30 agosto, ha detto di aver scritto a Francesco invitandolo a «cancellare il prossimo sinodo sui giovani. In questo momento», ha detto, «i vescovi non avrebbero assolutamente alcuna credibilità nell'affrontare questo argomento». La richiesta era stata avanzata anche da monsignor Philip Egan di Portsmouth, in Inghilterra, e da domenica vi si è aggiunto monsignor Joseph Strickland, vescovo di Tyler in Texas. «Sostengo», ha scritto in un tweet, «l'arcivescovo Charles Chaput, il vescovo Edward Burns e altri vescovi che hanno chiesto che il Sinodo sui giovani venga cancellato e sostituito con un sinodo straordinario dei vescovi per affrontare la crisi degli abusi nella Chiesa. Questa crisi deve essere affrontata». Il 29 agosto, infatti, monsignor Edward Burns, vescovo di Dallas, aveva chiesto al Papa l'indizione di un sinodo straordinario che affrontasse il tema della protezione dei bambini e il rapporto con le vittime degli abusi, nello stesso tempo anche «l'abuso di potere, il clericalismo, la responsabilità e la comprensione della trasparenza nella Chiesa».Dal 22 al 25 settembre il Papa sarà impegnato in un viaggio apostolico in Estonia, Lettonia e Lituania, quindi l'incontro con DiNardo e altri presuli americani potrebbe avvenire prima di questa partenza, all'inizio della prossima settimana. Si tratta di un incontro fondamentale, ma non è tutto. Sono altre le voci che si rincorrono sulle iniziative che il Papa e i suoi collaboratori starebbero per prendere al fine di rispondere al terremoto causato dal dossier Viganò. Una prima voce riguarda il coinvolgimento di diversi canonisti per valutare sanzioni dirette nei confronti dell'ex nunzio, in particolare riguardo alla possibile violazione del segreto di Stato da parte di Viganò; un'altra voce parla di un imprecisato dossier che si starebbe preparando per rispondere ai contenuti del memoriale, il quale, come sappiamo, chiama in causa tre papi e tre segretari di Stato vaticani in vario modo e titolo. Di entrambe queste indiscrezioni non ci sono conferme, anche se diverse fonti assicurano che qualcosa si sta effettivamente preparando, ma non è chiaro in che forma e soprattutto come verrà utilizzato. Secondo il sito statunitense Church Militant sarebbe addirittura in corso una sorta di caccia all'uomo per trovare e raggiungere Viganò, un lavoro che vedrebbe impegnata l'intelligence vaticana, guidata dagli uomini di Domenico Giani, direttore dei servizi di sicurezza dello Stato di Città del Vaticano, già ufficiale della guardia di finanza italiana ed ex membro del Sisde. Al di là dei risvolti in stile Mission Impossible, comminare una sanzione a Viganò, senza fornire puntuali risposte alle diverse domande che solleva il suo memoriale, potrebbe rivelarsi un boomerang.Qualcosa si muove nelle sacre stanze, la scelta del silenzio e della penitenza non potrà essere l'unica risposta ai molti interrogativi sollevati dal dossier Viganò. La tesi del complotto ordito contro Francesco è debole, e soprattutto non regge l'urto che arriva dagli Stati Uniti, dove vescovi e laici chiedono che si proceda a «risposte basate su prove». Lorenzo Bertocchi<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/i-vescovi-degli-states-chiedono-un-sinodo-ma-il-vaticano-studia-lattacco-allex-nunzio-2603777876.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-difesa-dei-pretoriani-e-questa-chi-osa-dubitare-e-contro-la-chiesa" data-post-id="2603777876" data-published-at="1758151176" data-use-pagination="False"> La difesa dei «pretoriani» è questa: chi osa dubitare è contro la Chiesa Dopo la risposta del Papa alla giornalista Anna Matranga della Nbc sul volo di ritorno da Dublino, molta stampa ha costruito una narrazione sul memoriale dell'ex nunzio Viganò. «Io non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parla da sé stesso, e voi avete la capacità giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni», ha detto Francesco nella conferenza stampa sull'aereo. Da questo incipit in molti casi è scaturito una specie di romanzo giornalistico in cui le tinte sono passate dal giallo, al nero, con venature di spionaggio e thriller. La parola più gettonata per definire il memoriale e i media che lo hanno pubblicato è «operazione». Su Vatican Insider, blog della Stampa che si occupa di cose vaticane, troviamo una sintesi perfetta della trama costruita su «l'operazione». La scrive Gianni Valente: «Lui», cioè Viganò, «e i suoi sponsor mediatici agiscono con ostentato disprezzo dell'intelligenza altrui, trattando tutti da gonzi narcotizzati, sfornando una pseudo informativa all'altezza del peggior dossieraggio da servizietti segreti deviati». Il racconto, bisogna dirlo, promette bene. Però ci vuole un po' di politica per rendere più appetibile il plot. Ci pensa Louis Badilla, il direttore del blog paravaticano Il Sismografo: «Dietro a Viganò si nasconde la più bieca destra politica cattolica statunitense e alcuni burattini europei. È già accaduto e accadrà molte altre volte. Ovviamente in ogni momento, a seconda la natura dell'operazione, questa ideologia saprà trovare giornalisti, presuli vari, cardinali, arcivescovi, vescovi e altri, per colpire. Francesco, per la destra Usa ed europea, cattolica e non, politica, economica, parlamentare e religiosa, è un nemico e uno ostacolo». Aggiungete un po' di petroldollari e una spruzzata di Steve Bannon e avrete completato i contorni del film. Sul Fatto quotidiano di ieri una didascalia definisce il retroscena. Francesco «da tre anni è assediato dai clericali allergici alla misericordia e sostenitori di una chiesa rigida e dottrinaria, politicamente schierata con il populismo xenofobo». Intanto sul Clarin, in Argentina, Elisabetta Piquet parla di «fazione ultraconservatrice». Però sappiamo che ogni buon racconto si regge su uno scontro, ma dall'altra parte non pensiate che ci sia semplicemente il Papa. No, per dare ritmo alla storia dobbiamo pensare agli «ultraliberal», o meglio i «modernisti». «Destra» e «sinistra», «conservative» e «liberal», sono contenitori utili alla narrazione, ma sintomo di un bubbone, quello di una interpretazione esclusivamente politica delle cose di chiesa. Quattro cardinali che mostrano i loro dubia al Papa su un punto che ritengono ambiguo, diventano quattro rigidi dottrinari contro Francesco, e non conta che uno di loro, il cardinale Carlo Caffarra, morto un anno fa, avrebbe preferito sentir dire che aveva un amante piuttosto che fosse ritenuto contro il Papa. «Destra» e «sinistra» nella Chiesa sono contenitori in cui si fanno rientrare da una parte i «rigidi», dall'altra i «morbidi», ma la domanda da porsi è: in riferimento a cosa? Al nostro sentire personale? Alle mode del momento? A un partito politico? Perché è questo riferimento che giudica della bontà o meno di una posizione, il resto è storytelling. La chiesa per questo ha un depositum fidei da custodire (e far sviluppare in modo omogeneo senza contraddizioni) che possiamo vedere espresso, come fonte prossima, nel catechismo. Il caso Viganò, anzi «l'operazione», non ha a che fare con questo depositum, almeno non direttamente. È questione più bassa, se vogliamo. Ma cavarsela con le solite etichette è un film già visto, che non soddisfa più e non risolve i problemi. Lorenzo Bertocchi
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)