2018-12-30
I vampiri del vitalizio strumentalizzano le vedove novantenni per i propri privilegi
Feste perché la Camera ha sospeso il taglio per quattro ex deputati in difficoltà. Provvedimento giusto, ma non sia un varco.Eppure dobbiamo sperare che il taglio dei vitalizi regga. Lo so che i portavoce dei vampiri in queste ore stanno festeggiando: l'accoglimento di quattro ricorsi, da parte del collegio di giurisdizione della Camera, è un primo duro colpo per la riforma varata dalla maggioranza gialloblù. E i difensori del privilegio antico già pregustano la vittoria finale, con sentenze in grado di abbattere, colpo dopo colpo, tutti i tagli e di ripristinare lo status quo del vitalizio intoccabile assoluto. Il rischio c'è, è chiaro. Ma sarebbe un guaio se diventasse realtà.Intanto cerchiamo di capire quello che è successo. I ricorsi di cui stiamo parlando non sono quelli presentati (in massa) ai tribunali di tutta Italia, ma quelli presentati allo stesso Parlamento. L'ufficio di presidenza della Camera, infatti, nell'approvare la norma si era detto disponibile a rivederla e aggiustarla nel caso si fosse dimostrata troppo penalizzate per qualcuno. Così è stato. Duecento persone hanno presentato ricorso a Montecitorio per ottenere una sospensiva. E in quattro casi questa richiesta è stata ritenuta legittima. Quindi, per questi casi, il taglio dei vitalizi, che dovrebbe essere operativo dal 1° gennaio, verrà rimandato. O, in alcuni casi, direttamente cancellato.A prendere questa decisione (lo ripetiamo) non sono stati i giudici, ma la stessa Camera dei deputati. Fra l'altro il collegio di giurisdizione è formato da tre parlamentari, uno del Pd, uno della Lega e uno dei 5 stelle: quindi si può dire che non si tratta di una «bocciatura» che viene dall'esterno, ma di una «correzione» della norma da parte della stessa maggioranza che l'ha varata, relativamente ad alcuni casi specifici. Di che casi si tratta? Una è una vedova di 97 anni che non avrebbe più i soldi per pagare l'ospizio che la ospita. Poi c'è un'altra vedova, anziana e malata, assistita da una badante 24 ore su 24, che vive con la reversibilità del marito di 1.970 euro netti al mese. Poi c'è un'ex onorevole comasco, 93 anni, ex deputato socialista e poi del Psiup, anch'egli in difficoltà economiche.Certo: qualcuno potrebbe chiedersi se dalle istituzioni viene riservata tanta attenzione anche agli italiani che non sono stati parlamentari e che pure si trovano nelle stesse condizioni (e non sono pochi). Così come ci si potrebbe chiedere chi paga la badante a chi ha lavorato per 40 anni in fabbrica, senza nemmeno avere la fortuna di un vitalizio in tenera età o di un maxi stipendio da parlamentare per una parte rilevante della propria vita. Domande legittime, sia chiaro. Eppure penso che la sospensione per quei casi sia stata giusta: nessuno può festeggiare se una vedova di 97 anni viene sbattuta fuori dall'ospizio o se un novantatreenne che è stato parlamentare della Repubblica negli anni orgogliosi del dopoguerra finisce in mezzo a una strada.Per cui bene hanno fatto, io penso, i parlamentari della Lega e dei 5 stelle ad «aggiustare» la norma. Ancora una volta, infatti, nonostante i suoi numerosi errori, questa maggioranza dimostra di avere più buon senso di coloro che la attaccano a testa bassa. E nel caso specifico si dimostra che il taglio dei vitalizi non ha, in sé, nulla di punitivo o di vendicativo, non si basa sulla voglia di rivalsa sociale o sul desiderio di vedere qualche ex parlamentare ridotto a mendicante. Al contrario è un modo di abolire un privilegio insensato, che non è tollerato dagli italiani e che contribuisce in modo evidente a creare quel distacco dalla politica e dalle istituzioni che mina la nostra Repubblica.Per questo tagliare i vitalizi insensati, e accettare questo taglio, è il modo migliore per aiutare la democrazia nel nostro Paese. E per questo è ancora più indisponente e irritante l'esultanza dei Maurizio Paniz di turno e di tutti gli altri difensori d'ufficio dei vampiri. Perché un conto è evitare che una novantasettenne vedova di un parlamentare venga sbattuta fuori dall'ospizio. Un altro conto è difendere il privilegio dei vari Sergio D'Antoni, Luciano Violante, Paolo Cirino Pomicino, Lamberto Dini, Angelo Pezzana, Piero Craveri, eccetera, quelli che pretendono doppia o tripla pensione, che incassano il vitalizio oltre a un assegno Inps che gli abbiamo regalato con i contributi figurativi, quelli che si mettono in tasca 2.000 euro netti ogni mese pur avendo «lavorato» (si fa per dire) una settimana in Parlamento, eccetera eccetera. E usare la vedova novantasettenne, salvata da un intervento di buon senso, per cercare di salvare l'ingordigia dei vecchi notabili è una strada di certo percorribile, perché tutto può succedere in questo Paese. Ma è una strada ricoperta di vergogna. E anche di pericoli. Perché il buon senso non è detto che duri per sempre…
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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