2020-09-08
I misteri di San Marino: il profilo social di Gozi violato da un hacker
Un pirata informatico ha inviato decine di messaggi Facebook ai contatti dell'eurodeputato con gravi accuse nei suoi confronti. Una lettera anonima ha avvisato la Catia Tomasetti: stanno per arrivare i falsi dossier.Il romanzo sui misteri di San Marino si arricchisce di un nuovo capitolo. Mercoledì scorso il settimanale Panorama ha rivelato che l'europarlamentare Sandro Gozi ha presentato a Roma un esposto sulle pressioni che avrebbe ricevuto durante un procedimento a suo carico istruito sul Monte Titano. Subito dopo Gozi è stato colpito da un attacco hacker, come ha denunciato ieri lui stesso. L'ex sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni ha inviato alle agenzie questa nota: «Nella serata di venerdì 4 settembre mi sono accorto di essere stato vittima di un violentissimo attacco hacker. Ignoti hanno rubato le mie credenziali e si sono impossessati del mio account personale di Facebook, attraverso il quale sono stati inviati messaggi privati a un numero ancora indefinito di persone con accuse infamanti nei miei confronti e informazioni false, calunniose e sdegnose. Ho prontamente denunciato tutto alle autorità preposte che adesso indagheranno sui responsabili di questo gesto spregevole e vigliacco. E prego chiunque abbia ricevuto messaggi dal contenuto dubbio dai miei social network, di informarmi tempestivamente». L'anonimo o gli anonimi hacker hanno spedito via messenger ai colleghi politici e ai famigliari di Gozi messaggi dai contenuti diffamatori riguardanti l'ex sottosegretario e il suo nuovo libro. Volume citato dall'autore nel comunicato di ieri: «Un attacco scatenato proprio a pochi giorni dalla pubblicazione in Francia del mio libro in cui racconto la violentissima campagna diffamatoria, svoltasi tra l'Italia e San Marino, di cui sono stato il bersaglio». Gozi parla di «vere e proprie campagne d'odio nei suoi confronti» e «di una miserabile caccia all'uomo» scatenata a partire da quando ha deciso di candidarsi con il partito di Emmanuel Macron En Marche all'Europarlamento, dove è entrato il primo febbraio, unendosi al gruppo liberale Renaissance-Renew Europe (a cui ha aderito anche Italia viva di Matteo Renzi).Il volume, intitolato La cible (Il bersaglio in italiano), uscirà in Francia il 17 settembre e arriverà nelle librerie italiane a novembre. La notizia l'aveva dato lo stesso Gozi a luglio, quando si seppe che l'inchiesta su di lui era finita in nulla: «Sono stato un facile bersaglio dei nazionalisti. Per fortuna questa campagna diffamatoria non ha avuto alcun esito. Ma racconterò questa storia di errori e orrori in un libro che uscirà in Francia e in Italia». Gozi da tempo riconduce le sue dimissioni da consulente del primo ministro francese a quegli attacchi e ha chiesto le scuse di Giorgia Meloni, la quale aveva proposto la revoca della cittadinanza del collega accusato di intelligenza con il nemico (il governo transalpino) e aveva esultato sui social alla notizia dell'inchiesta sammarinese.Adesso gli autori dell'attacco hacker hanno dato potenti argomenti al Gozi vittimista, proprio alla vigilia del lancio del tomo.Chi ha incrociato in queste ore il cinquantaduenne renziano e macroniano, lo ha trovato molto turbato, come lo sarebbe chiunque scoprisse che una manina misteriosa è entrata nel proprio account di Facebook.Ma, ufficialmente, Gozi non ha voluto dare segni di cedimento: «Tutto questo non fa altro che rafforzare la mia convinzione di essere nel giusto e la voglia di continuare a combattere le mie battaglie. Questi attacchi non mi fanno paura» ha proclamato.Ma che cosa c'entra San Marino con il blitz informatico? Nel volume si fa riferimento alla vicenda giudiziaria in cui Gozi è stato coinvolto nella piccola Repubblica e alle conseguenze mediatiche. Nel novembre del 2018 un esposto anonimo ha innescato un'indagine su una consulenza da 120.000 euro pagata a Gozi dalla Banca di San Marino, istituto presieduto da Catia Tomasetti, in rapporti di conoscenza con l'europarlamentare. Per questo i due sono stati iscritti sul registro degli indagati per amministrazione infedele.Nel maggio scorso il giudice Alberto Buriani ha chiesto l'archiviazione per entrambi, non essendo stati trovati «elementi idonei a dimostrare la rilevanza penale delle condotte». Ma la toga, nelle sue conclusioni, non ha risparmiato pesanti giudizi: «Appare indubitabile che l'incarico di consulenza sia rimasto inattuato» ha scritto. E ha aggiunto: «Si trattò di un espediente usato per assicurare al dottor Gozi una retribuzione di 10 mila euro al mese, senza che lo stesso fosse concretamente impegnato in un'effettiva attività di assistenza e consulenza». Di fronte a tali «affermazioni diffamatorie non supportate da risultanze dell'istruttoria», la Tomasetti ha chiesto alle autorità sammarinesi una valutazione disciplinare sul giudice.Prima della loro archiviazione, Gozi e la presidente della Bcsm, molto critici sull'operato di Buriani, hanno affidato alla magistratura italiana due esposti. Gozi nel giugno del 2019, la Tomasetti lo scorso febbraio. Le denunce hanno portato all'apertura di un fascicolo d'indagine.Nel suo esposto, Gozi collega la sua vicenda processuale a un'inchiesta in corso sul Credito industriale sammarinese, istituto messo in liquidazione dalla Bcsm, dopo l'arresto del suo direttore generale Daniele Guidi. All'epoca l'azionista di maggioranza era l'ingegnere Marino Grandoni. Gozi annota che nel mese di ottobre del 2018 «veniva invitato a pranzo dall'ex parlamentare della Repubblica italiana, onorevole Sergio Pizzolante» […]. Pizzolante, che nel 2019 ha aderito a Italia viva di Matteo Renzi, in versione lobbista, avrebbe comunicato a Gozi che all'appuntamento «avrebbe preso parte anche tal ingegner Grandoni» senza, però, «indicare quale fosse l'oggetto dell'incontro». Durante il pranzo Gozi avrebbe capito che l'interesse dell'interlocutore era «la potenziale influenza» che lo stesso ex sottosegretario poteva avere «nei confronti di Bcsm». Anche nell'esposto emerge il tema della campagna diffamatoria. Infatti Grandoni, che avrebbe mostrato di essere in possesso di «notizie riservate che potevano essere state apprese solo in via confidenziale», avrebbe citato due articoli pubblicati da un sito online «che miravano a screditare» Gozi «cercando di insinuare dei dubbi circa la legittimità del contratto di consulenza» da 120.000 euro e avrebbe lasciato «intendere, neppure troppo velatamente, di avere la possibilità, e di essere disponibile, a spendersi per sedare tutte le eventuali polemiche a mezzo stampa che avrebbero certamente, a suo dire, danneggiato l'immagine e compromesso la carriera politica» dell'europarlamentare.Infine Gozi collega direttamente i conversari di quel giorno con l'inchiesta di Buriani sulla consulenza: «In data 26 novembre 2018 veniva presentata avanti all'autorità giudiziaria sammarinese una denuncia anonima che si ipotizza riproduca sostanzialmente le notizie di stampa di cui il Grandoni aveva reso edotto il sottoscritto, a seguito della quale lo scrivente è risultato indagato proprio insieme alla presidente della banca centrale di San Marino».Anche la Tomasetti ha depositato a Roma un esposto sulle presunte pressioni subite da Buriani.Per questo, dopo l'uscita di Panorama, un partito dell'opposizione, Repubblica futura, l'ha attaccata a testa bassa. E, in un comunicato, ha chiesto «se il governo ritiene normale che il presidente dell'autorità di vigilanza del settore bancario/finanziario presenti esposti contro magistrati della Repubblica di San Marino all'estero, nel Paese in cui risiede».L'eventualità di un attacco hacker era stato evocato in una strana lettera anonima inviata all'indirizzo dell'abitazione romana della stessa Tomasetti. Ecco il testo: «Sono cittadino di San Marino e sò che stanno costruendo dei dossieraggi su di lei e su Valeria Pierfelici (magistrato sammarinese in pessimi rapporti con Buriani, ndr). Sò che a Milano subito dopo la data del 15 luglio la donna di Daniele Guidi, S. L., incontrava avvocati legati a Tavaroli Giuliano allo scopo di conferire a lui mandato a procedere. Lei ha ben lavorato. Da cittadino di San Marino la invito a tenere gli occhi aperti. Buona fortuna».La lettera assomiglia alla classica polpetta avvelenata e punta a spostare l'attenzione su Tavaroli, ex capo della security di Telecom e analista di scenari internazionali oltre che esperto di tecnologia. Il suo nome, nell'immaginario collettivo, è legato a storie di dossieraggi e alle imprese del Tiger team, squadra di formidabili hacker. Tavaroli, però, con La Verità trasecola e nega di avere ricevuto incarichi da chicchessia a San Marino. Per lui la missiva è un «anonimo falso scritto appositamente male». E la saga continua.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.