2018-09-14
I migranti vogliono querelare Salvini per detenzione illegale sulla Diciotti
Quarantadue extracomunitari pronti a costituirsi parte civile contro il ministro dell'Interno. A istigarli gli avvocati di Baobab. Il titolare del Viminale: «Presunti profughi pronti a denunciarmi? Sono medaglie».Il teatrino dell'invasione ha appena messo in cartellone un nuovo, strabiliante spettacolo. Una produzione circense che dovrebbe essere destinata a far sorridere i polli, ma purtroppo ottiene rilevanza nazionale, complice la follia che innerva ogni discorso nostrano in materia di immigrazione. Ecco la notizia: 42 migranti sbarcati dalla nave Diciotti hanno intenzione di costituirsi parte civile contro Matteo Salvini. A comunicarlo sono stati quei simpaticoni degli attivisti di Baobab: non paghi di aver trascinato in migranti su un torpedone in giro per l'Italia, adesso li spingono a dare addosso al ministro. «I migranti hanno presentato delega ai legali che collaborano con Baobab per valutare se ci sono gli estremi per costituirsi parte civile al processo penale e per una denuncia civile per detenzione illegittima a bordo della nave», ha dichiarato Giovanna Cavallo, responsabile del «team legale» (niente meno) di Baobab experience.In un Paese decente, la risposta immediata alle intemerate di questi signori dovrebbe essere una pernacchia. Ma qui la faccenda si fa seria, anche perché Salvini - proprio in virtù del caso Diciotti - è indagato per sequestro aggravato. Per altro, a questa storia ha aggiunto una pennellata grandguinolesca quanto accaduto al procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio (quello che ha avviato l'indagine sulla Diciotti), il quale mercoledì ha ricevuto una busta con un proiettile e una scritta minacciosa: «Zecca sei nel mirino», corredata dal simbolo di Gladio. Lo scenario, insomma, è raccapricciante. E il comportamento di Baobab contribuisce ampiamente alla farsa. Vediamo di riepilogare. Come noto, la quasi totalità dei migranti sbarcati dalla Diciotti ha preso il largo, abbandonando i centri di accoglienza dopo l'identificazione. Molti di loro, intenzionati a lasciare l'Italia, hanno fatto tappa fra le tende capitoline di Baobab. Gli attivisti romani, a quel punto, hanno noleggiato un pullman e li hanno portati a Ventimiglia. Andrea Costa, portavoce dell'associazione, lo ha ripetuto più volte: «Rivendichiamo il diritto di accogliere i migranti in transito e di poterli aiutare, perché siamo una rete di uomini, donne, associazioni che sono per la libertà di movimento». In realtà, non hanno accolto proprio nessuno. Hanno portato una quarantina di persone al confine con la Francia, in modo che potessero poi uscire dal campo della Croce rossa a cui sono state affidate e tentare di passare la frontiera illegalmente. Di fatto, dunque, quelli di Baobab hanno alimentato il traffico di uomini. Tuttavia, con ogni probabilità la passeranno liscia, mentre Salvini è indagato per sequestro. Come se non bastasse, ecco l'ulteriore beffa: Baobab spinge i migranti a costituirsi parte civile contro il ministro. Certo, anche i signori aspiranti profughi hanno recitato bene la loro parte in commedia. Ammesso che siano tutti effettivamente eritrei, alcuni di loro dicono di essere partiti per evitare il servizio di leva obbligatorio. Si sono messi in mare e, senza la nostra Guardia costiera, sarebbero ancora in mezzo alle onde. Sono stati accolti dal nostro Paese e condotti in strutture allestite per garantire loro assistenza e riparo. Per manifestare gratitudine, ecco che fanno: scappano, allo scopo di recarsi illegalmente altrove. Ma noi li consideriamo vittime, e ci tocca assistere a scene grottesche, con gli agenti della polizia di Ventimiglia che devono aggirarsi per le strade in cerca di fuggiaschi per notificare loro l'atto di parte offesa. Nel frattempo, gli stranieri scomparsi fanno sapere di esser pronti ad agire in sede legale contro il governo. A corredo di tutto ciò, rilasciano interviste in cui dicono che gli italiani li hanno «spaventati». Certo, al solito Salvini non si è scomposto e ci ha riso pure su: «42 presunti profughi pronti a denunciarmi. Per me sono altre 42 medaglie! La pacchia è finita, prima gli italiani», ha twittato. Poi in serata ha dichiarato: «Siamo alle comiche. Su ordine della Procura di Palermo la polizia di Ventimiglia sta cercando decine di clandestini scomparsi perché possano denunciare per sequestro di persona il ministro dell'Interno». Quanto accaduto, però, la dice lunga sulla condizione del nostro Paese. La vicenda della Diciotti ha fatto affiorare tutti i lati oscuri del dramma immigrazione. Ha dimostrato - come giustamente notava il premier Giuseppe Conte - l'inesistenza dell'Europa e la malafede di Malta (nelle cui acque, anche ieri, si muovevano barchini carichi di esseri umani). Ha svelato la clamorosa ipocrisia dei progressisti nostrani, pronti a berciare e a sbracciarsi sulla pelle di profughi e italiani. Ha fatto emergere l'assurdità di certe azioni giudiziarie. E, infine, ha fatto esplodere il paradosso: gli stranieri fuggitivi si mettono a fare le pulci al ministro e annunciano battaglia in tribunale. La farsa è completa. Ma, purtroppo, non è ancora finita. Il teatrino dell'invasione non ha intenzione di chiudere il suo triste spettacolo.
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